DOCUMENTI CONGRESSUALI
di Piero Graglia
“Viser haut et grand” – Il compito attuale del Movimento Federalista Europeo
Il XXV Congresso del Movimento Federalista Europeo, riunito a Gorizia i giorni 11-13 marzo 2011,
ricorda
- che settant’anni fa a Ventotene venne redatto il documento Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto (Manifesto di Ventotene) in cui si indicava come nuova linea di demarcazione tra forze del progresso e forze della reazione l’adesione e il sostegno all’idea della federazione europea;
- che il Movimento Federalista Europeo, fondato a Milano nell’agosto 1943, nacque indicando la priorità dell’obiettivo federalista per il continente europeo e successivamente, in tempi e modi diversi, fece proprio anche l’obiettivo del federalismo mondiale;
- che l’obiettivo federalista indicato nel Manifesto di Ventotene resta attuale e urgente e continua a ispirare l’azione e la presenza del MFE sulla scena politica, culturale, sociale italiana ed europea.
Su questi presupposti irrinunciabili il Congresso ribadisce la validità dell’approccio federalista spinelliano ai problemi dell’Europa, alle sue insufficienze sul piano politico, alle sue precarietà sul piano economico e sociale.
Prende atto del fallimento del disegno di controllo multilaterale dei conflitti che gli Stati Uniti hanno cercato, dal 1989 in poi, di organizzare sulle macerie del confronto bipolare;
rileva che i molteplici problemi che si presentano con la crisi economico-finanziaria, con il dissesto ambientale, con la scarsità delle risorse rinnovabili e la carenza di fonti energetiche non possono essere trattati con soluzioni fondate su organizzazioni internazionali prive del potere di imporre la loro volontà a stati che, almeno formalmente, rimangono pienamente sovrani;
osserva con preoccupazione l’affermazione, sulla scena mondiale, di contro-poteri organizzati a livello internazionale, fondati sulla violenza e sulla sopraffazione, predicanti l’annientamento di supposti nemici assoluti, che esercitano un immenso potere economico basato su traffici illeciti e su commerci delittuosi: terrorismo internazionale di ispirazione religiosa, criminalità organizzata che si dedica al traffico di uomini e donne, sfrutta il dissesto e la povertà delle regioni del sud del mondo, si dedica al commercio di stupefacenti e di armamenti di tutti i tipi. Forze potenti, sebbene differenti e diversamente organizzate, che possono prosperare nell’assoluta incapacità degli stati di organizzare una valida rete di monitoraggio e di difesa senza rinunciare ai poteri sovrani tipici dell’organizzazione statuale otto-novecentesca.
In questo scenario, il MFE rileva come il modello democratico occidentale, che per decenni ha rappresentato la forma più evoluta e avanzata di organizzazione politica e sociale, debba essere profondamente ripensato sia al livello delle relazioni tra gli Stati, sia al livello interno, cominciando dalla regione del mondo dove più acuta si coglie la contraddizione tra la convivenza di un vecchio sistema di relazioni tra gli stati e forme nuove che cercano di affermarsi fondandosi sulla interdipendenza economica, sociale, culturale.
Il sistema democratico, peraltro, non può da solo dare risposta ai tanti failed states che costellano le regioni più arretrate e povere del mondo (come mostra ad esempio la fase di marasma che sconvolge il Nord Africa), ma necessita di una rinnovata azione che coinvolga in primis l’Unione europea, che confina con tante di queste zone, e che fondi sul federalismo internazionale la sua ispirazione.
Ripensare il sistema democratico, le sue caratteristiche, i suoi obiettivi alla luce del federalismo deve quindi essere uno dei compiti di un movimento culturalmente avanzato come il MFE.
L’Unione europea in questo scenario deve diventare l’ambito privilegiato nel quale il MFE deve progettare la sua azione. Non si tratta di accettare supinamente l’evoluzione istituzionale dell’Unione e i suoi tanti errori e timidezze, bensì di prendere atto che è all’interno dell’Unione europea che si trova l’unica assise parlamentare multinazionale che, come è noto, già nel passato e sotto la guida di Spinelli ha preso l’iniziativa di un’azione costituente. In tale assise può nascere la prossima azione costituente che risolva l’assurdità di un’Unione europea con elementi federali e un ordinamento fondato su stati formalmente sovrani in alcuni campi fondamentali. Il MFE deve stare accanto e ispirare l’azione di soggetti come il gruppo Spinelli, unica vera novità politica dell’anno trascorso. Un gruppo che non può essere in competizione con il MFE ma che semplicemente lo rafforza, rende il nome di Spinelli una bandiera internazionale, coglie e interpreta le istanze più moderne del pensiero politico del grande federalista.
Attraverso lo slancio che può dare sulla scena internazionale l’attività del gruppo Spinelli, il MFE può e deve elaborare una continua e decisa azione sui partiti esistenti, sul mondo politico e culturale, sui mezzi di informazione per proporre il messaggio innovatore di Spinelli e del federalismo, prendendo spunto dalle tante occasioni nelle quali si può applicare l’analisi federalista sulle mancanze di un governo europeo dell’economia, sull’impossibile controllo delle crisi politiche e istituzionali in Europa e fuori d’Europa, sul dilagare della sfiducia della cittadinanza nei confronti di istituzioni sempre più corrotte e sempre più incapaci di dare risposte a problemi che superano le capacità di azione dei singoli stati.
La priorità del MFE deve essere quella di accantonare l’atteggiamento autoreferenziale che ha tenuto in varie occasioni fino a oggi, abbandonare il sogno di impossibili e velleitarie iniziative costituenti di alcuni Paesi membri – il cui principale desiderio non è tanto quello di condividere e approfondire le responsabilità di governo dell’Europa quanto quello di ricondurre il sistema dell’Unione a comportamenti determinati da un gruppo di Paesi di riferimento – fare “politica” nel senso più determinato e complesso del termine.
Questo significa costituire una “rete sopranazionale” per gli Stati Uniti d’Europa costituita dalla diverse espressioni del popolo europeo che condividono l’obiettivo della Campagna per la Federazione europea.
La mobilitazione del popolo europeo e la costruzione della rete sopranazionale può avvenire attorno ad un “programma di governo per l’Europa”, programma che affronti i temi urgenti del debito, dello sviluppo compatibile e della crisi sociale ed occupazionale.
Proprio su questi temi, il MFE deve rilanciare la prospettiva di trattamenti sociali minimi comuni ed omogenei nell’intera Unione, quali il reddito minimo garantito e la cittadinanza europea di residenza, tali da rendere impossibile il dumping sociale tra stati, accompagnando tale azione con la convocazione di “Convenzioni dei cittadini europei”. Si tratterà dello strumento più idoneo per costruire una nuova ampia alleanza delle forze politiche democratiche (nazionali ed europee), associazioni, sindacati della società intera e per facilitare la creazione di coalizioni costituenti ai fini di una “Iniziativa dei Cittadini Europei” la cui presentazione potrà avvenire a partire dal 25 marzo 2012.
Nel 1941 il Manifesto di Ventotene aveva definito una nuova linea di divisione tra progressisti e conservatori: è ora di applicare questa linea alla realtà politica concreta e definire il grado di progressismo e di conservazione dei vari soggetti politici del nostro Paese e degli altri Paesi europei senza avere falsi timori di urtare suscettibilità o sensibilità. Chi finge un europeismo di comodo non sarà di alcuna utilità pratica nel futuro, mentre chi crede sinceramente nel valore dell’integrazione politica del continente ed è disposto a fare un pezzo di strada con noi, verrà rafforzato dalla fine delle ambiguità e delle indecisioni.
Il Congresso concorda sul fatto che, mentre si opera per creare le condizioni di un’azione costituente all’interno del Parlamento europeo, accompagnata da una vasta mobilitazione per sensibilizzare partiti, associazioni, cittadinanza, istituzioni nazionali e locali, in una parola, il popolo europeo, ai temi della federazione europea, non deve interrompersi la pressione sul sistema dell’Unione per l’evoluzione verso forme di organizzazione prefederale.
Questo significa
- operare per la trasformazione della attuale governance economica, incardinata nel Consiglio, in un governo europeo dell’economia impersonato dalla Commissione esecutiva responsabile di fronte al Parlamento, facendo perno sul cosiddetto Eurogruppo, menzionato anche nel Trattato di Lisbona. Ciò consentirà di aprire, in vista delle elezioni del 2014, un ampio dibattito per la nascita di un vero governo politico dell’Unione, che nasca dal voto dei cittadini europei.
- Far leva sul riconoscimento dello stesso valore giuridico dei Trattati alla Carta dei diritti dell’Unione europea per mobilitare una vasta azione in favore della cittadinanza europea.
- Sottoporre ogni iniziativa di governance economica organizzata dagli Stati membri al vaglio critico dell’approccio federalista. Iniziative come il coordinamento vincolante delle politiche di bilancio degli Stati membri dell’Eurozona, l’implementazione del Fondo europeo di stabilità finanziaria varato per fare fronte alla crisi greca, l’eventuale emissione di Union Bonds per sostenere investimenti infrastrutturali, hanno senso solo se si accompagnano alla formazione di un governo europeo dell’economia responsabile di fronte al Parlamento europeo, risultando altrimenti elementi di inasprimento della polemica politica tra gli stati membri e fonte di rivendicazioni di tipo neonazionalista.
Su questi presupposti, cosciente che oggi più che mai la costruzione lenta e costante dell’Unione europea si trova di fronte al bivio tra l’approfondimento e l’evoluzione in senso federalista e il ripiegamento in forme di cooperazione intergovernativa a carattere escludente, il MFE ribadisce che solo con la nascita della Federazione europea gli europei potranno tornare a guardare al loro futuro con fiducia, dando un senso all’interdipendenza che li lega e che lega il continente, ormai indissolubilmente, con il resto del mondo. Le conquiste sociali, il nostro sistema di vita, i diritti civili e politici consegnatici in dote dall’evoluzione storica del continente non possono sopravvivere nell’attuale situazione di ambiguità istituzionale, con il condominio esistente tra Unione e governi nazionali che mascheriamo con l’espressione di “sussidiarietà”.
Il MFE riafferma perciò la volontà di sviluppare la campagna per la Federazione europea, e impegna i suoi organi e le sezioni
- a favorire quelle concrete iniziative del Parlamento europeo, della Commissione o dello stesso Consiglio europeo che consentano effettivi avanzamenti del processo di unificazione federale dell’Europa;
- a organizzare e sostenere la “rete sopranazionale” già ricordata, intorno a un Programma di governo per l’Europa, cercando collaborazione con tutti quei soggetti che risultino sensibili al richiamo di un’azione progressista e non conservatrice.
- ad adoperarsi perché il prossimo Congresso dell’UEF adotti, pur tenendo conto della specificità delle proprie organizzazioni nazionali, una campagna per la Federazione europea, che sia in grado di mobilitare un ampio schieramento di forze politiche, sociali, economiche e culturali, anche al fine di attivare l’Iniziativa dei cittadini europei, prevista dal Trattato di Lisbona, con la quale un milione di cittadini può chiedere alla Commissione di proporre un atto legislativo dell’UE;
- ad assicurare il proprio sostegno a tutte quelle iniziative promosse dal WFM ed ispirate alla strategia del gradualismo costituzionale che possono prefigurare le prime istituzioni della Federazione mondiale, (quali per esempio la ratifica universale dello Statuto del Tribunale penale internazionale e la creazione di una Assemblea parlamentare dell’ONU, oltre che a campagne che contribuiscano a promuovere il disarmo, a combattere i cambiamenti climatici e ad attuare la riforma del sistema monetario internazionale);
- a continuare sulla strada già intrapresa di una leadership collettiva e di una direzione collegiale del movimento, valorizzando tutte le anime che esprimono la storia del MFE, a partire dalle radici impostate da Spinelli e Rossi alle successive interpretazioni date da Mario Albertini.