sono lieti di invitarti alla tavola rotonda dal titolo:
“EUROPA, RITORNO AL
FUTURO”
IDENTITA’ – CONFINI – CITTADINANZA – DEMOCRAZIA – SOLIDARIETA’ – PARTECIPAZIONE

9 maggio 2013
Ore 17.00 – 19.30
“Spazio Europa” – Via Quattro Novembre, 149 – Roma

Intervengono:
Enzo Moavero Milanesi*, Ministro degli Affari Europei
David Sassoli*, Parlamentare Europeo
Paolo Acunzo, Segretario MFE Roma “Altiero Spinelli”
Pier Virgilio Dastoli, Presidente CIME
Alessandro Giordani, Capo Settore Comunicazione, Informazione e Reti – Rappresentanza in Italia della
Commissione Europea

L’evento è realizzato in collaborazione con Spazio Europa, gestito dall’Ufficio d’informazione in l’Italia del
Parlamento Europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea il Consiglio del Movimento Europeo, il Movimento Federalista Europeo e Gioventù Federalista Europea
sono lieti di invitarti alla tavola rotonda dal titolo:
“EUROPA, RITORNO AL
FUTURO”
IDENTITA’ – CONFINI – CITTADINANZA – DEMOCRAZIA – SOLIDARIETA’ – PARTECIPAZIONE

9 maggio 2013
Ore 17.00 – 19.30
“Spazio Europa” – Via Quattro Novembre, 149 – Roma

Intervengono:
Enzo Moavero Milanesi*, Ministro degli Affari Europei
David Sassoli*, Parlamentare Europeo
Paolo Acunzo, Segretario MFE Roma “Altiero Spinelli”
Pier Virgilio Dastoli, Presidente CIME
Alessandro Giordani, Capo Settore Comunicazione, Informazione e Reti – Rappresentanza in Italia della
Commissione Europea

L’evento è realizzato in collaborazione con Spazio Europa, gestito dall’Ufficio d’informazione in l’Italia del
Parlamento Europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea
9 maggio - Invito Aperitivo9 maggio – Europa ritorno al futuro1

Il proliferare delle crisi dei debiti nazionali (Grecia, Irlanda, Spagna, Portogallo e Cipro) ha dimostrato che è impossibile superare le attuali difficoltà della moneta unica senza il comple-tamento di un vera Unione economica e monetaria.

Come già sostenuto da diversi studiosi, una Unione monetaria non può sopravvivere in assenza di una Unione politica o di una Unione economica con un meccanismo automatico di salvaguardia in grado di smorzare shock asimmetrici tra le economie nazionali.

A questo scopo, il Consiglio europeo ha deciso, in linea di principio, di raggiungere una vera Unione economica e monetaria che potrebbe dotare l’Unione Europea, nei prossimi due o tre anni, di nuove competenze nel campo della politica economica, di creare un vero Tesoro eu-ropeo (o un Ministro europeo del Tesoro), di stabilire nuovi meccanismi europei di solidarietà (come Euro-bills, “Redemption Fund”, o altri) e di creare un bilancio europeo distinto per l’area euro.

La Commissione europea ha adottato, nel novembre del 2012, un Blueprint per una più pro-fonda e vera UEM, che contiene una serie di misure a breve, medio e lungo termine per rag-giungere questo obiettivo. Alcune di queste misure possono essere adottate attraverso la legislazione secondaria dell’Unione, mentre altre (come una vera capacità fiscale dell’area euro, un “Redemption Fund” e gli Euro-bills) richiederanno una modifica dei Trattati.

Da un punto di vista giuridico, questa revisione del Trattato di Lisbona richiede che si ricorra alle procedure definite dal Trattato stesso, in particolare la necessità dell’unanimità dei 27 Stati membri per la ratifica del nuovo Trattato (per via parlamentare o referendaria). Questa condizione non può essere aggirata, tranne nel caso in cui gli Stati membri decidano una “rottura costituzionale” che utilizzi procedure non previste dal Trattato, per esempio:

1) che una maggioranza di Stati faccia appello alla clausola “rebus sic stantibus” della Convenzione di Vienna per adottare un nuovo Trattato fra di loro;
2) che si utilizzi una procedura a maggioranza per la ratifica di un nuovo Trattato che a-broghi l’attuale, sul modello del “Progetto Penelope”;
3) che si faccia ricorso alla clausola di recesso prevista dall’articolo 50 del Trattato di Li-sbona per uno Stato membro, ma esercitata simultaneamente da una maggioranza di Stati membri che vogliano concludere un nuovo Trattato per i paesi dell’area euro.

A tutt’oggi, non sembra esistere tra gli Stati dell’area euro la volontà politica di ricorrere ad una di queste procedure eccezionali (come confermato dalle caute reazioni dei governi dell’area euro al recente discorso del Primo Ministro britannico).

In questa situazione, la revisione dei Trattati europei necessaria per raggiungere una vera UEM richiederà la ratifica unanime di 27 Stati e quindi il consenso del Regno Unito al nuovo Trattato (compresa la possibile modifica dell’art. 48 TEU per introdurre una procedura a maggioranza per le future revisioni dei Trattati). A meno che un futuro governo laburista modifichi radicalmente l’attuale approccio del Primo Ministro Cameron, il governo britannico richiederà nei negoziati del 2015 la “rinazionalizzazione” di alcune competenze dell’Unione europea nel campo sociale, dell’immigrazione ed altro. Poiché è improbabile che questa richiesta sia accettata dagli altri Stati membri, ci si può aspettare che il Consiglio Europeo decida di concedere al Regno Unito una serie di deroghe o di clausole di “opting-out”. Questa soluzione potrebbe costituire un “deal” per ottenere, in cambio, la trasformazione dell’area euro in una “cooperazione rafforzata” permanente che possa approfondire la propria integrazione e proseguire sulla strada verso una Unione politica senza il consenso britannico. Tra l’altro, questa nuova situazione potrebbe essere coerente con l’affermazione del Primo Ministro britannico secondo la quale il Regno Unito non intende impedire agli Stati membri dell’area euro di approfondire la loro integrazione.

Tale revisione del Trattati europei (ipotizzando il consenso del popolo britannico in un possibile referendum) permetterebbe al Regno Unito di mantenere i benefici dell’Unione Europea (in particolare del mercato unico), pur godendo di uno status speciale non molto diverso, in termini di contenuto delle politiche, da quello degli anni 1993-1997 (quando il Regno Unito non partecipava né all’UEM, né al sistema di Schengen, né al Protocollo sociale).

Naturalmente, dal punto di vista istituzionale, questa revisione dei Trattati europei creerebbe “un’Europa a due velocità” nella quale alcuni Stati membri manterrebbero per alcuni anni l’attuale livello di integrazione, mentre altri approfondirebbero la loro integrazione e dareb-bero vita ad una vera UEM. Tuttavia questa soluzione non implica che l’Euro-zona diventi ne-cessariamente la prima classe di un’ Unione Europea stabilmente a “due classi”, ma potrebbe costituire l’avanguardia temporanea di un’ intera Unione, svolgendo il ruolo di locomotiva ed indicando la strada a tutti gli altri Stati membri che vogliano prendervi parte.

Paolo Ponzano

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Firenze 2013

Cari
amici,

prima di un lungo ponte vi aggiorno sulle decisioni prese all’ultima riunione
di segreteria del MFE Roma sui prossimi due appuntamenti:

– Roma, 9 maggio, Festa dell’Europa: ore 17-19,30: Dibattito “Europa,
ritorno al futuro” presso lo Sapazio Europa della Rappresentanza della
Commissione europea in Via IV Novembre 147, seguito da un “Blu Ape”
(ore 20,30-24) in zona, per brindare all’Europa in modo conviviale
con personalità, iscritti e simpatizzanti. Seguira locandina, ma sin da ora è
importante assicurare la partecipazione e allargare invito ad amici e persone
interessate (per info: Livia Liberatore, livialib@yahoo.it)

– Firenze, 11 maggio, Festival dell’Europa: ore 15-18 Manifestazione MFE
“Gli Stati Uniti d’Europa per uscire dalla crisi” Appuntamento ore 15
a Piazza Indipendenza, Firenze (vedi programma in allegato). Vista l’importanza
e bellezza dell’iniziativa (seguirà notte blu con concerti in giro per
Firenze) è auspicabile una massiccia delegazione del MFE Roma. La GFE preparerà
uno striscione per l’occasione e per tutte le informazioni e per dare adesioni
potete contattare Elisabetta Lepri, 3487469927, elisabetta.lepri@hotmail.it

Saluti federalisti,

Paolo Acunzo

Seg. MFE Roma

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15052_10200912200585049_1987519200_n - Copia

La GFE Romana questa volta per il ciclo “L’Europa non è un film” vi propone giovedì 18 Aprile nell’aula 2C della Facoltà di Scienze Politiche di Roma Tre in via Chiabrera, 199 La visione del film “No Man’s Land”, introduce la Professoressa Nicoletta di Sotto

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Cari amici,
riprendono le nostre ordinarie attività con la convocazione martedi 9 aprile, ore 18 della riunione aperta della direzione del MFE Roma presso la nostra sede in Piazza della Libertà 13 (IV piano) con il seguente odg:
– Relazione sui risultati del Congresso nazionale
– Dibattito
– Pianificazione delle prossime iniziative (festa dell’Europa-manifestazione di Firenze, seminario pre ventotene a Paliano, assemblea statutaria, etc.)
– Comunicazioni sul tesseramento
– varie ed eventuali
Inoltre in allegato potete trovareil nuovo organigramma e incarichi ricoperti dagli iscritti al MFE Roma anche a seguito della riorganizzazione interna della GFE Roma e l’elezione del nuovo Comitato Centrale nazionale.
Infine come di consueto potete trovare relazioni sulle attività svolte e approfondimenti vari sul nostro sito www.mferoma.eu
A martedi
Paolo Acunzo
Seg. MFE Roma

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DIRETTIVO MFE – ROMA DIRETTIVO GFE – ROMA
Ufficio di Segreteria

Presidente: Paolo PONZANO
Vice Presidente e Tesoriere: Vittorio CIDONE
Segretario: Paolo ACUNZO
Vice Segretari: Maria Paola GARGIULO e Alcide SCARABINO
( + Segretario GFE)

Uff. Comunicazione: Massimo MINNETTI
Uff. Formazione: Tommaso VISONE

Uff. del Dibattito: Giuseppe BRONZINI

Altri membri del Direttivo:
Maria Teresa DI BELLA, Francesco GUI, Carlo IMARISIO, Tommaso LA PORTA, Elisabetta LEPRI, Livia LIBERATORE, Stefano MILIA e Mauro VACCARO.

Probiviri:
Anna BAGHI, Antonietta BELLATI ed Edmondo PAOLINI.
Revisori dei conti:
Vittorio CALAPRICE, Lucia CRISTOFARO e Pierluigi SORTI.
Ufficio di Segreteria

Presidente: Tommaso VISONE
Segretario: Livia LIBERATORE
Vice Segretario: Marina FAVALE
Tesoriere: Margherita DE CANDIA
(+ Segretario MFE)

Uff. Comunicazione: Silvia CIPULLO

Uff. del Dibattito:
Federico CASTIGLIONI

Altri membri del Direttivo:
Antonio ARGENZIANO, Luca GRAMAGLIA, Sabrina LUPI, Pier Francesco MICCIO, Maria NUGNES, Fabio PECORARO e Stefano PIETROSANTI.

Membri del Comitato regionale del MFE Lazio:

Paolo ACUNZO, Angelo ARIEMMA, Vittorio CIDONE (Tesoriere), Silvia CIPULLO (GFE), Maria Teresa DI BELLA (Vice Presidente), Francesco GUI (Presidente), Franca GUSMAROLI (Segretario), Carlo IMARISIO, Tommaso LA PORTA, Silvia MARONGIU, Simone MARUCCI, Gabriele PANIZZI e Stefano PIETROSANTI.

Probiviri: Antonietta BELLATI, Caterina NISIDA e Edmondo PAOLINI.
Revisori dei conti: Alcide SCARABINO e Massimo TANGREDI.

Membri del Comitato Centrale MFE e del Comitato Federale GFE:

Paolo ACUNZO, Vittorio CIDONE (UEF), Maria Teresa DI BELLA, Francesco GUI (MFE Lazio), Franca GUSMAROLI, Elisabetta LEPRI, Paolo PONZANO, Alcide SCARABINO e in GFE Tommaso VISONE.

Membri della Direzione nazionale MFE e GFE (uscenti):

Paolo ACUNZO, Maria Teresa DI BELLA e in GFE Tommaso VISONE.

L’incontro annuale del Gruppo Spinelli quest’anno è stato suddiviso in tre parti, la prima relativa ai partiti, alla comunicazione ed al rapporto con i media, la seconda relativa all’economia sociale di mercato e la terza relativa alla convergenza economica dei paesi dell’Unione Europa e dell’area euro. L’incontro è stato aperto elencando i principali insuccessi dell’Unione Europea (solamente quelli recenti); il leader dei liberali europei Verhofstadt ha citato Cipro, con riguardo all’economia, l’Ungheria ove è di fatto venuta meno la democrazia e la Siria, che è un fallimento della politica estera dell’Unione Europea. Isabelle Durant ha aggiunto che è stato un gravissimo errore non coinvolgere il popolo nell’integrazione europea, si sarebbero dovuti fondare veri partiti (liste transnazionali) e si sarebbe dovuto fare ampio ricorso al referendum

1. Democrazia, partecipazione, media (prima sessione)
Isabelle Durant, Sylvie Goulard, Andrew Duff, Pierre Defraigne (direttore esecutivo di Ma Collegio Europeo); Daniela Vincenti (Direttore di Euractive)
• Sono stati riconosciuti i problemi dell’affluenza alle urne calante alle elezioni europee e della mancanza di veri partiti europei che facciano una campagna elettorale unica in tutta l’Unione. Spesso quando si parla di Europa si sentono solo le voci degli euroscettici. Al parlamento europeo vi sono grandi comunicatori sia tra gli europeisti, Verhofstadt e Cohn Bendit, che tra gli euroscettici, Farage
• L’Unione Europea ha un pessimo rapporto con i media, viene rilevato che le testate europee che hanno visibilità fuori dall’unione, Economist e Financial Times, sono notoriamente euroscettiche. Duff contesta che i media sono controllati dalla politica nazionale restia alle cessioni di potere all’Unione, Cohn Bendit afferma che Economist e Financial Times sono testate ricche, con cui è difficile competere. E’ fondamentale stabilire media europei, che su tutto il territorio dell’Unione analizzino i medesimi temi
• Bisognerebbe creare un patriottismo europeo, paesi molto eterogenei come la Cina e l’India vi sono riusciti
• Sylvie Goulard ha rilevato che l’Unione Europea, i cui antesignani sono stati creati per ricucire la frattura franco-tedesca potrebbe degenerare in una frattura tra la Germania ed il resto del continente. Si noti che tale affermazione viene fatta da una donna considerata filotedesca in patria
• Sono necessarie liste transnazionali che competono per la conquista del potere; si inizi facendo indicare a ciascun partito il proprio candidato alla commissione per le elezioni europee 2014. A proposito Roberto Gualtieri ha affermato che non è auspicabile che tutti gli europeisti e federalisti convergano su una sola lista, un confronto tra il liberale Verhofstadt e il socialista Schulz è nettamente preferibile ad un rischioso confronto tra europeisti ed euroscettici.
• Sono state riconosciute grosse responsabilità della Commissione Barroso e del metodo Van Rompuy che è nettamente intergovernativo. Duff ha affermato che obiettivi del suo draft di fundamental law sono un esecutivo responsabile verso il parlamento e ad una riduzione del peso del consiglio, non perché quest’ultima sia un’istituzione non democratica (i suoi membri sono espressione di governi eletti), ma perché è inefficace. Verhofstadt ha affermato che bisogna arrivare ad una costituzione per l’Europa, partendo dalla lavoro che sta portando avanti un gruppo guidato da Andrew Duff (la fundamental law)

2. Verso una genuina economia sociale di mercato (seconda e terza sessione)

Verhofstadt, Bendit, Gualtieri, Paul De Grauwe (Economista LSE e direttore dell’istituto europeo); Elsa Fornero, Jo Leinen, Fintan Farrel (direttore European Antipoverty Network), Ulrich Van Santum (direttore centro per gli studi di economia applicata, università di Munster)

• L’economia sociale di mercato, indicata quale obiettivo dell’unione nell’articolo 3 del trattato di Lisbona è un concetto definito da alcuni economisti tedeschi negli anni quaranta, si tratta di un compromesso tra liberismo e socialismo (reale). L’economista Van Santum la definisce come un sistema caratterizzato da imprese e mercati efficienti, associato a sostenibilità dei conti pubblici e sostenibilità ambientale e caratterizzato da elevata inclusione sociale in termini di istruzione e di mercato del lavoro. A suo parere sono molto orientate all’economia sociale di mercato Germania e Svezia, sono molto distanti Francia e Spagna
• Il modello sociale europeo, riconosciuto anche fuori dall’Europa, è “sotto attacco” da molti anni. Vengono individuati quali problemi la presenza di oligopoli, (settori ove il 90% del mercato è coperto da tre o quattro competitor);il fatto che molte risorse vengano trasformate in rifiuti (Farrel); la corruzione che sottrae soldi al popolo e gonfia le mafie (Leinen); la competizione scaricata sui lavoratori (Fornero)
• L’economia sociale di mercato è soprattutto regole. Le banche considerate troppo poco regolate
• Necessita un’unione sociale. I più concordano sull’opportunità di un reddito minimo (salario minimo per i lavoratori e sussidio di disoccupazione per tutti i cittadini), Farrel afferma che sarebbe opportuno introdurlo per direttiva. Eccezionale è la posizione di Von Santum che ritiene che il salario minimo produce disoccupazione (è stato contestato dalla platea). Verhofstadt ha affermato che occorre una certa convergenza anche sulle pensioni, sarebbe opportuno che nessun lavoratore ottenesse una pensione inferiore al 45% dell’ultima retribuzione. Purtroppo in molti paesi dell’Unione questo non si verifica, e ciò accade anche nella benestante Olanda. Bisogna una convergenza buona, per rispondere alla tanto temuta convergenza cattiva, che consiste in una gara al ribasso sui salari
• Occorre dotare l’Unione Europea/l’area euro di un proprio budget. L’assenza di un budget e di un tesoro federale comportano la mancanza di credibilità. L’UE ha un budget dell’1% del prodotto interno lordo, mentre la Svizzera ne ha uno del 15% del pil e gli Stati Uniti ne hanno uno del 25%. Il prossimo parlamento europeo, con un gesto senza precedenti, deve pretendere la rinegoziazione del budget (Verhofstadt). Gli Stati si oppongono all’aumento del budget di mezzo punto percentuale del Pil e poi garantiscono il meccanismo europeo di stabilità con il 7/8% del Pil (a tanto ammonta l’impegno di Italia e Germania). Con l’1/2% del pil si potrebbe realizzare una politica estera e di difesa comune e con un altro budget dell’1/2% del pil si potrebbe realizzare l’unione sociale
• La convergenza sociale necessita di tasse uniformi almeno sulle banche e sulle grandi società (Cohn Bendit), se non si può arrivare alle stesse aliquote, almeno deve esserci la stessa base imponibile (Verhofstadt)
• La BCE si comporta da banca centrale solo da meno di un anno. Se l’economista De Grauwe ha sottolineato che in crisi sarebbe opportuno svalutare la moneta, Cohn Benit ha affermato che la Germania aveva un’industria brillante anche ai tempi del potentissimo marco, mentre per esempio in Italia spesso le svalutazioni della lira si tradussero in aumenti del costo dell’energia
• Occorre una politica industriale comune, si tratta di una caratteristica di tutti o i grandi attori (Cina, India, Stati Uniti), mentre l’UE ha solo elementi di una politica industriale comune (politica della concorrenza, politica dell’ambiente); tra l’altro alcuni speaker hanno criticato la politica della commissione eccessivamente rigorosa, che ha bloccato fusioni che non avrebbero impattato sul mercato dell’UE, ma solo sul mercato di uno o pochi paesi (la fusione Volvo-Skania); alcuni speaker (ma non tutti) ritengono quindi che la politica della concorrenza debba essere rivista

A margine dell’incontro alcuni giornalisti italiani hanno chiesto un parere al ministro Fornero sull’indiscrezione, attribuita a fonti vicine al commissario Rehn, secondo cui la Commissione Europea non concederà all’Italia il permesso di pagare i debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese, derogando alla patto di stabilità. Il ministro ha affermato che il governo uscente ha imposto grandi sacrifici al paese, che erano necessari, ma hanno acutizzato la recessione, se la commissione bloccasse i pagamento dei debiti dimostrerebbe di non aver capito la situazione italiana.

Salvatore Sinagra

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Dal 22 al 24 marzo si è tenuto a Milano il 26° Congresso dell’MFE. Nella mattina di venerdì 22 marzo presso Palazzo Marino c’è stata la cerimonia di celebrazione dei settant’anni dalla nascita del Movimento, fondato a Milano nel 1943. Vi sono stati interventi delle istituzioni e di esponenti del mondo politico e culturale volti ad esprimere l’appoggio all’obiettivo del nostro Movimento.
Nel pomeriggio di venerdì si sono aperti i lavori del Congresso, con la relazione del Tesoriere, del Presidente e del Segretario MFE. In seguito, i partecipanti si sono divisi nelle cinque commissioni, ognuna delle quali affrontava temi di discussione importanti per decidere la linea politica del Movimento. La prima Commissione, nella quale è intervenuto il Presidente dell’MFE Roma Paolo Ponzano, affrontava, ad esempio, i problemi della Federazione nell’Unione; la quarta Commissione trattava dell’Italia e l’unità europea e ha visto confrontarsi il nostro Segretario di sezione Paolo Acunzo con Antonio Longo e Sergio Pistone. Le due esponenti della GFE romana (Margherita de Candia e la sottoscritta) hanno partecipato ai lavori della quinta commissione, in cui si è dibattuto il ruolo e l’organizzazione del Movimento. Durante tutta la giornata di sabato si sono svolti i lavori in plenaria (dove sono intervenuti molti nostri iscritti, fra i quali vorrei sottolineare l’intervento sulla comunicazione del Movimento di Angelo Ariemma) e la domenica mattina si sono svolte infine le votazioni, prima della riunione del nuovo Comitato Centrale.
Nel dibattito sono emerse posizioni diverse nel Movimento su alcuni punti. Sull’opportunità di creare la Federazione a partire dall’Eurozona, sulle “tempistiche” con cui portare avanti il progetto federale (se agire in questo stesso 2013 oppure lasciare l’azione al Parlamento Europeo che uscirà dalle elezioni del 2014), e su quale debba essere l’interlocutore privilegiato del Movimento Federalista Europeo, se i governi nazionali oppure il Parlamento Europeo.
Il tema su cui in particolar modo si è incentrato il dibattito, tuttavia, ruotava attorno al metodo da adottare per raggiungere il comune obiettivo della Federazione Europea e sul ruolo che deve avere il nostro Movimento nel guidare la rivoluzione federalista. Secondo il discorso tenuto dal Segretario Franco Spoltore, il Movimento deve avere a cuore la sua autonomia culturale e organizzativa. Ciò significa che non dovrebbe “contaminare” e “contaminarsi” con altre associazioni e organizzazioni, come invece è sostenuto da un’altra parte del Movimento. Secondo la Direzione in carica, il Movimento deve mantenere ben salda la sua identità e specificità, evitando quella che da Spoltore è definita “demagogica omologazione organizzativa del MFE ad altri movimenti”. Questo perché il Movimento è nella fase di “preparazione del momento dell’incandescenza” e dunque, in questa fase, non dovrebbe ancora diventare un Movimento di massa ben visibile, ma preparare l’introduzione nella storia del germe innovatore.
La delegazione romana (le cui posizioni, vorrei sottolineare, erano il frutto di un dibattito interno sentito e partecipato, portato avanti soprattutto all’interno del gruppo di lavoro sulla mozione Levi- Spoltore, che si era riunito più volte negli scorsi mesi) ha espresso una posizione diversa sulla questione, ritenendo che sia necessaria un’apertura del Movimento ai cittadini, e che sia indispensabile un’azione volta a riconciliare il “cittadino che cammina per la strada” (se non vogliamo usare il termine non molto amato di “società civile”) con il progetto europeo. Questo è fondamentale in un momento storico in cui spesso si nota una disaffezione o comunque un’indifferenza dei cittadini europei verso la comune casa europea. Avere un sostegno popolare al Movimento è davvero importante perché altrimenti si rischierebbe di procedere da soli verso la Federazione, senza una vera partecipazione democratica, per poi vedere respinti indietro tutti quei bellissimi progetti perché fra i cittadini non si è ancora sviluppata la debita consapevolezza della necessità di creare gli Stati Uniti d’Europa.
Per creare l’incandescenza, bisogna raccogliere prima la legna da ardere, perché se quella legna non c’è oppure è ignifuga, non c’è verso che la scintilla riesca a diffondersi.
Il dibattito è stato proficuo e, a mio parere, utile per la crescita del Movimento e non ha di certo messo in discussione la nostra unità nell’obiettivo comune della Federazione Europea. Tanto che, quando il Presidente ha annunciato che il Presidente del Consiglio incaricato Pierluigi Bersani avrebbe ricevuto il Movimento per le consultazioni per la formazione del nuovo governo, tutta l’aula è esplosa in un applauso soddisfatto ed emozionato.
La nostra delegazione ha scelto di porre alcuni emendamenti alla Mozione di Politica Generale presentata da Lucio Levi e Franco Spoltore, che sono stati discussi la domenica mattina. Gli emendamenti erano diversi e rispecchiavano la voce degli iscritti alla nostra sezione, ma in generale vertevano sull’orientare il ruolo del Movimento nella direzione che ho enunciato poco sopra. Alcuni di questi emendamenti sono stati accolti, su altri si è raggiunto un compromesso con la maggioranza dei votanti. La più parte di questi sono stati respinti. Per questo motivo, nella votazione finale sull’intera mozione, la nostra delegazione, insieme ai delegati dell’MFE Liguria, ha deciso l’astensione sulla mozione di politica generale, che è stata comunque approvata con un gran numero di voti. È stata approvata anche la mozione sull’ICE “Per un piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile e per l’occupazione”. In seguito, il nuovo Comitato Centrale eletto a confermato Lucio Levi alla Presidenza dell’MFE, Franco Spoltore Segretario e Claudio Filippi Tesoriere.
Alla mia prima esperienza di un Congresso Nazionale, vorrei riportare l’emozione di alzare quel cartellino verde e votare (condivisa quella domenica mattina senz’altro da Elisabetta Lepri e Massimo Minnetti), in quanto prova di una democrazia vera – e faticosa – che poco ha a che fare con quella nuova democrazia in cui basta premere un tasto del computer per prendere una decisione.
Un saluto a tutta la delegazione romana, con la quale ho condiviso questi momenti,

Livia Liberatore
GFE Roma

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“La pellicola “1984” – tratta dal celebre libro di G. Orwell – ha segnato la partenza della maratona federalista dello scorso venerdì. Il film, proiettato in un’aula della facoltà di Scienze Politiche della terza Università di Roma, ha aperto il ciclo di cineforum organizzato dalla GFE Roma. La proiezione è stata occasione di approfondimento di tematiche inerenti l’integrazione europea nonché pretesto di incontro con studenti e simpatizzanti.

 

Il pomeriggio è poi proseguito presso la sede di Piazza della Libertà dove, all’insegna di un clima frizzante e propositivo, i militanti si sono incontrati per discutere e prepararsi insieme in vista del prossimo importante appuntamento: il Congresso nazionale MFE di Milano.

A conclusione delle due assemblee – l’assemblea pre-congressuale MFE Lazio e MFE Roma – per calarsi nel clima congressuale è stato proiettato “100&50 anni di Europa”, reportage che fu realizzato dal MFE/GFE Roma sul XXIV Congresso nazionale MFE che si svolse a Roma nel 2007.

 

La serata è poi proseguita all’Auditorium Parco della Musica, dove una delegazione del MFE/GFE Roma (P. Acunzo, A. Ariemma, M. De Candia, D. De Martinis e L. Liberatore) ha incontrato Gianni Pittella in occasione della presentazione del suo libro “Breve storia del futuro degli Stati Uniti d’Europa”. La bandiera MFE ha colorato di verde l’ambiente in cui il libro veniva presentato, facendo ricevere alla delegazione romana il saluto pubblico e il plauso all’azione svolta dai federalisti del vice-Presidente del PE.”

Margherita De Candia

GFE Roma

 

 

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