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Convenzione dei cittadini europei

Proseguono i lavori della Convenzione dei Cittadini Europei

Nell’ambito della Convenzione dei Cittadini Europei sui diritti collettivi e beni comuni, gli incontri di studio programmati per il 2011 sono i seguenti:

1. Il significato di “beni comuni” (giovedì 20 gennaio 2011, ore 14,30 -19)*

Negli ultimi tempi è emersa come questione cruciale per il futuro dell’umanità quella dei “beni comuni”: aria, acqua, clima, conoscenza, cultura e beni culturali, orbite satellitari, bande dell’etere, risorse minerarie dei fondi marini, biodiversità, ecc. Oggi la crisi economico-finanziaria manifesta una potenza distruttiva ma anche un potenziale di cambiamento che si riverberano entrambi direttamente sulla problematica dei “beni comuni” Del resto, se la crisi non è un incidente di percorso ma è crisi strutturale di un intero modello di sviluppo che con essa deflagra, solo i “beni comuni” potranno operare come bussola per il veicolamento produttivo degli avanzamenti della scienza e della tecnica, gli investimenti di lungo termine, la gamma di azioni richieste dalla messa in opera di un nuovo modello di sviluppo. La costruzione di un quadro di carattere generale sulle definizioni e sugli orientamenti del dibattito intorno ai “beni comuni”, materiali e immateriali, mostra che la produzione e riproduzione di questi beni, essenziali per l’ordine sociale, pone in questione l’intero assetto istituzionale e informale delle società: il rapporto con i “beni pubblici”, diritto naturale e diritto positivo, condizioni di produzione,  condizioni di escludibilità-rivalità. Non a caso le stesse costituzioni moderne mettono al loro centro la problematica dei “beni comuni”. I “beni comuni” rimandano alla questione del “legame sociale” e dell’erosione delle basi morali della società, incorporano il potenziale dello “sviluppo umano”, ripropongono interrogativi sui limiti della mercificazione e del primato del mercato. Occorre capire perché i conflitti globali riguardino oggi così intensamente i “beni comuni”, naturali e culturali, artificiali e virtuali. In gioco sono diritti fondamentali, costituzioni, contratto sociale, governance, qualità e dignità della vita umana e sociale

Relazioni: Carlo Donolo,  Maurizio Franzini,  Stefano Rodotà
Discussione
Coordina:  Laura Pennacchi

* Il primo incontro a carattere “introduttivo” non prevede il  “focus”.

2. La scoperta dei “beni comuni”(giovedì 24 febbraio 2011, ore 14,30 -19)

In quanto presupposti indispensabili della vita e della società umane i “beni comuni” sono sempre esistiti, ma non sempre si è avuta coscienza della loro essenza che risiede in primo luogo nell’essere “il limite” senza il quale si compie la “tragedia”. Mentre nelle società tradizionali questa coscienza era sancita religiosamente, nelle società moderne il limite è stato via via spostato per divenire infine evanescente sotto la spinta del meccanismo della crescita illimitata, trasformando il rischio cui sono esposti i beni comuni in un rischio sistematico, inerente cioè al sistema e al processo sociale. Il moderno paradigma asociale dell’homo oeconomicus ha sequestrato l’umana semantica del “bene”  nei ristretti confini della valorizzazione economica, della trasformazione di ogni aspetto della vita in oggetto della tecnica e della razionalità economica. Dal punto di vista analitico, la “scoperta” o la “riscoperta” dei beni comuni, ovvero una loro distinzione concettuale, si data ai primi studi di Garret Hardin (The Tragedy of the Commons in “Science”, 1968) che hanno avviato il dibattito contemporaneo, tuttavia ci sono numerosi e illustri antecedenti che si possono far risalire almeno fino alle idee di Hobbes sulla natura dell’ordine sociale. Un lungo itinerario nella storia dei saperi (filosofici, giuridici, economici, sociologici, politologici) che si arricchisce in corrispondenza con l’odierno incessante aggiornamento del dizionario dei “beni comuni”, materiali e immateriali, e della complessità dei loro nessi. La “scoperta” dei beni comuni ripropone, ad esempio, tutti i problemi classici delle costituzioni moderne, dalla questione del potere legittimo, a quello della cittadinanza, dai diritti dell’uomo e del cittadino alla loro estensione globale. La riflessione intorno ai  fondamenti culturali e ai paradigmi ermeneutici si propone oggi come costituiva  per la concettualizazione e l’analisi dei “beni comuni”.

Relazioni: Giacomo Marramao, Elena Pulcini
Focus: Alessandro Montebugnoli, “I nuovi orientamenti del capitale finanziario”
Discussione
Coordina: Gabriella Turnaturi

3. La tragedia dei “beni comuni” (giovedì 24 marzo 2011, ore 14,30-19)

Il tema dei “beni comuni” si è imposto nel dibattito pubblico nel momento stesso in cui si è presa coscienza della crescente violazione ed esauribilità di risorse vitali per la sopravvivenza delle generazioni viventi e future, dalla più evidente “tragedia” della  mercificazione ed esauribilità delle risorse naturali alla “tragedia” dei diritti collettivi negati. La crisi ambientale ha rappresentato il primo e fondamentale stimolo a elaborare la nozione di “bene comune”, in quanto tale sottratto alle logiche patrimoniali e di mercato che storicamente hanno condotto allo sfruttamento indiscriminato e alla devastazione delle risorse naturali e che ora, sotto le spoglie di una “valorizzazione” capace di “preservarle”, ne legittimano la privatizzazione. L’acqua, l’aria, il clima, la biodiversità sono diventati “beni comuni fondamentali” quando la parabola ottimistica dell’attuale modello di sviluppo è giunta a compimento, mostrando il “tragico” destino degli equilibri ecologici del pianeta. Oggi che le scarsità principali riguardano tempo, compagnia, comunità, la “tragedia dei commons” non ci appare più quella che ci è stata raccontata. Il problema della giustizia ambientale, del diritto all’accesso e al godimento universali di beni essenziali alla vita, chiama in causa le stesse basi morali e materiali della democrazia, la logica individualistica dei diritti e la dimensione nazionale della rappresentanza, quindi il senso di appartenenza comunitaria e di equità sociale e intergenerazionale, le politiche di tutela, offerta e redistribuzione delle risorse naturali e della ricchezza da loro derivante, la questione di un governo globale dei poteri economici sovranazionali.

Relazioni: Piero Bevilacqua, Luigi Ferrajoli
Focus: Ugo Mattei, “L’acqua e le privatizzazioni”
Discussione
Coordina: Catia Papa

4. La conoscenza come “bene comune” (giovedì 14 aprile 2011, ore 14,30-19)

La conoscenza è il principale motore delle moderne società il cui sviluppo dipende largamente dalla formazione, dalla ricerca, dalla diffusione dei saperi creativi e innovativi. La conoscenza è dunque una risorsa da condividere ed è un “bene comune” proprio in quanto costituisce un patrimonio collettivo soggetto a fenomeni di depauperamento e di esclusione. Nella società della conoscenza, in cui strumenti tecnologici sempre più potenti sembrano garantire infinite possibilità di trasmissione e di condivisione dei saperi, aumentano in modo preoccupante le forme di limitazione o di esclusione nell’accesso alle risorse. Norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, (cultural) digital divide, sovraccarichi cognitivi per eccessivi flussi di informazione, mancanza di risorse, sono solo alcuni dei  fattori che mettono a rischio lo stesso carattere di bene comune della conoscenza. La sua “sostenibilità”, la garanzia cioè di preservare e amplificare un sistema ecologico-sociale della conoscenza “utile”, comporta la definizione e la condivisione di nuove regole non più esclusivamente basate su modello della competizione e sulla valorizzazione economica. È necessario dunque ripensare la questione della proprietà intellettuale, il copyright, i brevetti; così come il ruolo svolto dalle infrastrutture e dalle istituzioni della conoscenza (scuole, università, biblioteche, archivi…), le forme di creazione, condivisione e conservazione digitale dei saperi. Garantire l’accesso alla conoscenza e la sua diffusione globale è una delle principali sfide a cui è chiamata oggi la democrazia.

Relazioni: Enzo Rullani, Giovanna Grignaffini
Focus: Fiorello Cortiana, “Internet e open source”
Discussione
Coordina:  Giancarlo Monina

5. Governare i “beni comuni” (giovedì 19 maggio 2011, ore 14,30-19)

Interrogarsi sulle istituzioni per i beni comuni significa risalire al contratto, il diritto privato, il diritto pubblico, la tassazione e gli altri tipi di risorse, l’impresa pubblica, l’impresa privata, l’impresa cooperativa. Significa anche riproporsi interrogativi sul rapporto tra “giusto” e “bene”, sui rapporti tra etica della giustizia e altre etiche, per esempio etica della “responsabilità” ed etica della “cura”. I “beni comuni” non pongono solo questioni di giustizia redistributiva ma anche di giustizia allocativa: l’asimmetria nell’accesso a beni essenziali, infatti, implica un’impasse del processo democratico e l’“incapacitazione” (la lesione delle capacità fondamentali) dei gruppi marginalizzati. Più specificamente: quale mix di politiche strutturali e di redistribuzione è richiesto dai “beni comuni”? Quale posto dare al paradigma delle “capacità” di Sen o a ipotesi di trasferimenti monetari generalizzati (tipo il “reddito di cittadinanza”, a cui molti sostengono si debba preferire il “lavoro di cittadinanza”)? Quali possono essere i vantaggi comparati delle diverse forme di impresa anche con riferimento alla rappresentanza e alla partecipazione dei diversi stakeholders? Ancora, come tenere conto, anche sul piano del disegno istituzionale, delle responsabilità nei confronti delle generazioni future? Infine, anche se solo a scopo esemplificativo, quali nuove sfide il governo dei beni comuni pone in termini di giustizia globale?

Relazioni: Edoardo Reviglio, Maria Rosaria Ferrarese
Focus: Giuliano Poletti, “La cooperativa di comunità come bene comune”
Discussione
Coordina:  Chiara Giorgi

6. “Beni comuni” e democrazia* (giovedì 23 giugno  2011, ore14,30-19)

Il mondo globale presenta caratteristiche a buon diritto definibili paradossali. Primo paradosso: la distribuzione dei redditi. Negli Usa, ad esempio, i dati disponibili ci dicono che, al netto della crisi, la reaganomics (egemone anche sui clintoniani) ce l’ha fatta a rimettere le lancette indietro di oltre 80 anni, riportando la geografia sociale dell’America a prima della Grande Depressione. I 300.000 americani più ricchi dichiarano un reddito pari a quello cumulato dai 150 milioni di statunitensi più poveri. Ciò significa che l’un per mille in cima alla scala dei redditi incassa quanto il 50% che sta in basso. Una disparità così non la si vedeva dal 1928. Non sbaglia dunque chi auspica un nuovo New Deal mondiale che, come accadde nel secondo dopoguerra, ancori la diffusione dei valori immateriali della libertà e della democrazia a concreti meccanismi di contenimento delle più eclatanti ingiustizie economiche. Con una importante differenza. Oggi è Internet il vero Palazzo di Vetro in cui far risuonare parole d’ordine capaci di colpire cuore e mente dei cittadini del mondo. Niente di questa realtà è scontato. La storia ci insegna che conoscenza e libertà non sono beni uguali alla terra e all’acqua, capaci di sopravvivere al regime di proprietà privata, bensì beni relazionali, che traggono cioè valore dall’arricchire le relazioni tra gli umani. A questo si allude quando si parla di effetto-rete: ogni nuovo ingresso arricchisce il tessuto connettivo, rendendo  più conveniente la partecipazione e così attirando nuovi membri. Come tutti i fenomeni nuovi, esso richiede nuove elaborazioni, oltre l’universalismo delle nostre pur venerabili Carte dei diritti. Nella società della conoscenza la sfera pubblica si ridefinisce, così come la cittadinanza territoriale e deterritorializzata, mentre emergono nuove forme di appartenenza e si affermano nuovi processi di democrazia deliberativa.

Relazioni: Luigi Bobbio, Nadia Urbinati, Pietro Costa
Discussione
Coordina: Gabriella Bonacchi

* L’ultimo incontro a carattere “conclusivo” non prevede il  “focus”.

Per informazioni, approfondimenti e adesioni:

www.diritticollettivi.eu

info@diritticollettivi.eu

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Cari amici,

si è svolto l’appuntamento di mar 11 gennaio alle ore 18 presso la nostra sede in Piazza della libertà 13, dove, tra l’altro, si terrà l’Assemblea pre congressuale del MFE Roma in vista del Congresso nazionale di Gorizia. Per preparare al meglio la discussione congressuale sul sito riporteremo la prima bozza delle tesi congressuali fatta circolare dal Presidente e Segretario nazionale.

Con l’occasione discuteremo anche delle proposte da presentare al confronto MFE-Politica che si terrà a Pescara il 29 e 30 Gennaio. Per le informazioni logistiche potete contattare damiana.guarascio#tiscali.it , per ovvie ragioni solo su richiesta, a mfe@mfe.it o chiamando in sede, vi verrrà comunicato il numero diretto di cellulare

Per facilitare un approfondimento del dibattito, nell’ultimo direttivo si è deciso di non procedere all’elezione dei nostri delegati al congresso in questa occasione, riservandosi di farlo in una seconda assemblea nel mese di febbraio.

Infine ricordo che  l’unica modalità con la quale ci si potrà mettere in regola con l’iscrizione 2010, entro il 20 gennaio, è il bonifico bancario. Per i riferimenti: http://mferoma.wordpress.com/sostienici/

Intanto vi porgo i migliori auguri di buon anno nuovo e di un nuovo anno federalista!

Paolo Acunzo

Seg. MFE-Roma

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di Ines Caloisi

La convenzione di giugno procede con aggiornamenti visionabili sul sito www.diritticollettivi.eu.

Il 2011 in tal senso rappresenta l’anno del rilancio di tutte le tematiche presenti nel quaderno di proposta e protesta risultato della consultazione di Giugno 2010. L’MFE infatti si propone di organizzare 4 convenzioni che toccheranno i temi della governance economica, della pace, della democrazia politica, della solidarietà, della salute, dell’ immigrazione e della cittadinanza. Verranno organizzate iniziative e seminari tematici.

Le associazioni che si occupano di questi temi sono invitate a collaborare ed a partecipare alle riunioni che pian piano verranno organizzate.

Il responsabile del progetto è Pier Virgilio Dastoli e Ines Caloisi (Mfe Roma) coordina l’iniziativa.

Coloro che sono interessati sono invitati ad iscriversi al sito e/o inviare una mail a info@diritticollettivi.eu e a ines.caloisi@fastwebnet.it e a visionare il sito www.diritticollettivi.eu dove verranno pubblicati gli aggiornamenti.

 

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Martedì 11 gennaio 2011 – Assemblea Pre-congressuale

Martedì 11 gennaio, si terrà un primo incontro in vista del prossimo Congresso nazionale del MFE (che avrà luogo a Gorizia dal 11 al 13 Marzo 2011). Iscritti e simpatizzanti sono invitati a partecipare alla discussione sull’Europa e il MFE che vogliamo e su iniziative da proporre per i prossimi due anni.
Inoltre è un utile occasione per iscriversi al MFE Roma.

L’incontro si terrà presso la sede del MFE Roma.
Per recapiti e info:
http://mferoma.wordpress.com/mfe/

http://www.facebook.com/home.php#!/event.php?eid=153506464697877

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Continua la raccolta di firme per l’appello“We the European People…” – CHIEDIAMO LA FEDERAZIONE EUROPEA

Firma l’appello:

  • Per governare l’economia europea
  • Per avere una politica estera e di sicurezza europea
  • Per uno sviluppo equo e sostenibile
  • Per contribuire alla pace e alla giustizia nel mondo


Testo dell’appello:

DALL’UNIONE MONETARIA
ALL’UNIONE FEDERALE EUROPEA

PER SALVARE L’EURO
BISOGNA CREARE SUBITO UN GOVERNO ECONOMICO EUROPEO

PER SALVARE L’EUROPA
BISOGNA AVVIARE SUBITO LA CREAZIONE DELLA FEDERAZIONE EUROPEA
TRA I PAESI CHE HANNO MATURATO LA VOLONTA’ DI FARLO

La drammatica crisi della Grecia ha messo in evidenza tutte le contraddizioni di un’Unione monetaria che non è stata accompagnata dalla nascita dello Stato federale europeo. Avendo una moneta unica con sedici politiche economiche nazionali, gli europei non riescono più a mantenere un adeguato livello di sviluppo, e il rischio è che la crisi finanziaria, in mancanza della ripresa economica, apra le porte alla recessione e alla crisi sociale. Oggi la sopravvivenza stessa della moneta europea è a rischio, a causa degli attacchi della speculazione internazionale; e con l’euro è in pericolo anche l’Unione europea.

Per salvare l’euro è necessario l’immediato rafforzamento della solidarietà tra i membri dell’eurogruppo, per arrivare ad un governo europeo dell’economia e della finanza pubblica e per unificare la rappresentanza europea in seno al FMI. L’esperienza dei paesi che hanno adottato l’euro o hanno aderito agli accordi di Schengen mostra che, in presenza di una forte volontà politica da parte di alcuni governi, si riesce a procedere sulla via dell’unità europea anche a partire da un gruppo di paesi.

La crisi dimostra inoltre che serve un deciso incremento del bilancio europeo, e che quindi occorre sviluppare i poteri impositivi dell’Unione – ad esempio tramite l’istituzione di una carbon tax – e utilizzare l’emissione di Union bonds per finanziare la riconversione anche in senso ecologico dell’economia europea lungo le linee prospettate dalla rivoluzione scientifica e tecnologica.

Non basta però agire sotto la spinta della sola necessità immediata per risollevare le sorti dell’Europa: è venuto il momento anche di recuperare il progetto europeo dei Padri fondatori, perché solo la creazione della Federazione europea – attraverso una procedura democratica costituente alla quale siano associati i cittadini – permetterà agli europei di riprendere in mano il loro destino ed indicare al mondo la via della pace e del progresso. I paesi dell’Eurozona che hanno maturato le condizioni politiche per farlo devono trasferire a livello europeo la sovranità nel campo della politica economica e di quella estera e militare, creando un potere federale dotato di strumenti e di risorse che gli permettano di agire con efficacia.

La responsabilità di avviare un’iniziativa in questo senso spetta innanzitutto a Francia e Germania, ancora oggi al centro del processo europeo. L’Italia può e deve contribuire alla nascita di questa iniziativa indicando per prima la necessità di creare una sovranità europea e adoperandosi affinché, anche attraverso il sistema della cooperazione strutturata prevista dal Trattato di Lisbona, si crei un’avanguardia nel campo della sicurezza. L’obiettivo è far sì che  maturino le condizioni per una Seconda Dichiarazione Schuman, con cui la Francia accetti di condividere il proprio seggio nel Consiglio di sicurezza dell’ONU e di creare una difesa unica europea, rendendo così evidente e credibile la propria volontà europea e stimolando un’analoga risposta da parte della Germania.

In gioco vi è il futuro degli europei: oggi più che mai l’alternativa è tra unirsi o perire, ed è per questo che, citando Altiero Spinelli, “la strada deve essere percorsa, e lo sarà”.

Per firmare l’appello:

/http://www.wetheeuropeanpeople.eu

Per firmare a Roma o partecipare alla raccolta di firme:

Piazza della Libertà, 13 00192 Roma –

Tel/Fax 06.36001705

Email: mfe@mferoma.eu

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Presentazione del libro-intervista ‘PICCOLI PADRI’ – ED. IACOBELLI

“Se parlare di Europa è oggi finalmente possibile, il merito è certo dei ‘Grandi Padri’ dell’Europa, da Adenauer a De Gasperi, Schumann, Spaak, Spinelli. Ma l’Europa è anche di chi l’ha costruita dal basso, federalisticamente e solidalmente: dei ‘Piccoli Padri’ come Gianfranco Martini. Una biografia-racconto che riscontra la corrispondenza tra i suoi ideali e la sua storia, personale e professionale. Attraverso gli articoli che ricostruiscono la sua vita, politica e sociale, ripercorriamo passo dopo passo, la storia dell’Unione europea e della sua, ancor oggi, difficile integrazione. il libro-intervista non è un trattato sulla formazione dell’Unione europea, ma ripercorre diversi momenti della vita di Gianfranco Martini offrendoci spunti di riflessione e momenti di commozione. L’Europa è solo il telone di fondo e in prima fila c’è il vissuto di un uomo che si è mantenuto sempre fedele a se stesso e alle sue idee, nonostante le difficoltà, con in primo piano l’amore per la vita.”

“Piccoli padri – una conversazione sulla nascita dell’Unione Europea e il suo futuro” (edito da Iacobelli, ) è dunque il racconto dagli albori dell’Ue, delle sue glorie, delle sue sconfitte, delle sue sorti nel futuro attraverso la storia di un “piccolo padre”, Gianfranco Martini intervistato da Roberto Di Giovan Paolo.

Il libro, a cura di Ines Caloisi,  e Piero Fabretti, è stato presentato il 28 novembre scorso alla libreria Bibli di Roma.

Sono intervenuti, insieme agli autori e ai curatori:

Antonella Valmorbida, Segretaria generale Alda (Association of Local Democracy Agencies);

Paola Gaiotti De Biase, scrittrice; Vannino Chiti, Vicepresidente del Senato;

Gabriele Panizzi, Vicepesidente dell’Istituto Spinelli.

Ha coordinato i lavori Maria Teresa Di Bella, Presidente Mfe Roma.

 

“La lettura di queste esperienze – ha dichiarato Gianfranco Martini, componente della direzione Nazionale dell’AICCRE, già Segretario Generale – è particolarmente consigliabile nell’attuale momento storico nel quale l’interesse per il dibattito sui problemi dell’unificazione politica e federale dell’Europa sembra essersi attenuato, sia nell’opinione pubblica italiana che europea”. “Piccoli padri – ha chiosato Martini – sottolinea le motivazioni sempre più attuali di una concreta partecipazione dei cittadini al processo di unificazione federalista europea”.

Locandina dell’iniziativa

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INIZIATIVE A CONFRONTO PER STIMOLARE L’USCITA DALLA CRISI EUROPEA

MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO

Centri Regionali di Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia

Roma, 7 dicembre 2010

In vista del congresso nazionale del MFE – Movimento Federalista Europeo previsto dal 11 al 13 marzo 2011 a Gorizia, i centri regionali sopra menzionati, insieme a tanti altri esponenti della società civile, dell’associazionismo europeista, delle forze politiche, imprenditoriali e sindacali, in definitiva del mondo della politica in senso ampio, hanno pensato di proporre un momento di incontro dal titolo:

 

CONFRONTO TRA MFE – MONDO DELLA POLITICA:

QUALI INIZIATIVE COMUNI PER LA FEDERAZIONE EUROPEA ?

Sabato 29 e Domenica 30 Gennaio 2011

Grand Hotel Adriatico, Montesilvano (PESCARA)

 

L’intento di questo appuntamento è di mettere a confronto, in modo aperto, dinamico e paritario, diversi soggetti che in questi anni si sono ritrovati uniti in alcune battaglie politiche per i diritti, la democrazia e l’attiva partecipazione dei cittadini in Europa.

 

Il format dell’incontro prevede la presentazione di una prima iniziativa concreta da realizzare insieme nei prossimi due anni. A seguito di tale presentazione si aprirà un dibattito che coinvolga il maggior numero possibile di partecipanti, per misurare il grado di consenso, commentare i contenuti e studiare le modalità di attuazione pratiche e possibili azioni congiunte per il successo dell’iniziativa.

Le varie proposte, e il dibattito che ne conseguirà, sarà sintetizzato da un documento finale, il quale verrà sottoposto all’attenzione del Congresso nazionale MFE di Gorizia.

 

Crediamo che questa innovativa formula possa incentivare la “contaminazione” delle diverse realtà che si trovano da anni dalla parte della costruzione di un’Europa democratica, sociale, pacifista e federale. Abbiamo già ricevuto numerose adesioni da vari militanti federalisti, parlamentari e rappresentanti della società civile. Sarà nostra cura far circolare dopo le feste di natale un programma dettagliato con i nomi dei relatori e le relative proposte che saranno dibattuti a Pescara.

Inoltre l’organizzazione, per incentivare la più ampia e attiva partecipazione, può assicurare l’ospitalità in pensione completa a prezzi modici presso la sede dell’incontro contattando direttamente Damiana Guarascio, Presidente del MFE Abruzzo.

 

Vista l’azione politica svolta per la costruzione di un’altra Europa, reputiamo di particolare importanza un’ampia partecipazione all’appuntamento di Pescara, il confronto e l’approfondimento. A tal fine invitiamo chiunque sia interessato, soprattutto se in rappresentanza di una forza politica o di un movimento o di una associazione, a farci pervenire  proposte di iniziative concrete per poterle condividere prima dell’incontro attraverso la diffusione del programma e di ulteriore materiale che, chi voglia partecipare, ritenga opportuno far circolare tra la cinquantina di partecipanti già confermati e i successivi aderenti.

 

Rimango a disposizione per gli opportuni approfondimenti con chiunque, di qualsiasi appartenenza e rappresentanza politica o dell’associazionismo, voglia partecipare.

 

Paolo Acunzo

Vice Segretario nazionale

Movimento Federalista Europeo

mfe@mferoma.eu

Per informazioni sulla sistemazione presso il G.H. Adriatico:

Damiana Guarascio, Pres. MFE Abruzzo

damianaguarascio#tiscali.it


 

 

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Alternative Europee: Migrazione e Libertà di Stampa

European Alternatives e MFE Roma

 


Martedì 21 dicembre alle ore 18.30

presso la sede del MFE, in Piazza della Libertà 13, Roma.

L’evento fa parte del progetto Salon Europa, una serie di eventi organizzati dai gruppi locali di European Alternatives su tematiche d’interesse transnazionale, che si svolgono, spesso contemporaneamente, in 9 Paesi europei.

L’evento è libero e gratuito.
Per informazioni:
http://www.euroalter.com/IT/contatti/

http://mferoma.wordpress.com/mfe/

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Lutto per la perdita di Tommaso Padoa-Schioppa fondatore dell’euro e promotore di un governo europeo dell’economia.

Comunicato stampa del Movimento Federalista Europeo.

Il Movimento Federalista Europeo e’ in lutto per la perdita di Tommaso Padoa-Schioppa e partecipa al dolore di Barbara, Antonio e tutta la famiglia.

Quando viene a mancare un grande uomo, che con il suo pensiero e la sua azione ha rappresentato una guida per moltissime persone si e’ assaliti dallo sgomento per il vuoto che lascia e da un senso di solitudine per la perdita di un punto di riferimento.

Dopo essere stato uno dei fondatori dell’euro, – ricorda Lucio Levi, Presidente del Movimento Federalista Europeo – Tommaso Padoa-Schioppa era impegnato nella progettazione di un governo europeo dell’economia basato su risorse proprie e di una moneta di riserva mondiale, cui si era dedicato con straordinaria energia dopo l’esplosione della crisi finanziaria internazionale.

E’ soprattutto per questa parte del suo impegno intellettuale e politico che il MFE lo ricorda, con la determinazione a operare per la realizzazione del suo disegno incompiuto.

A cura dell’Ufficio stampa del Movimento Federalista Europeo, 0039.347.0359693, ufficiostampa@mfe.it

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Cari amici,

con la fine dell’estate ripartono le nostre ordinarie attività, anche se l’azione federalista non si è fermata in questo periodo.

In particolare vorrei segnalare la costituzione del gruppo Spinelli al parlamento europeo e la possibilità di sottoscrivere il manifesto collegandosi al sito: www.spinelligroup.eu

Inoltre invito tutti color che avessero la possibilità di essere a Milano questo fine settimana a partecipare alla riunione della direzione nazionale del MFE (dalle ore 10 in Via della chiusa, 9) e/o ai due dibattiti animati dai federalisti sull’Europa e sulla rivista paneacqua previsti per sabato 18 sett dalle ore 18 presso la festa dell’Unità di Milano (M1 Lapugnano).

Detto ciò è convocata la riunione aperta del direttivo presso la sede del MFE Roma in Piazza della Libertà 13, il giorno Mercoledi 22 settembre alle ore 18 con il seguente odg:

-Introduzione

-Relazione sul Seminario di Ventotene (Carlo Imarisio)

– Relazione sulla Direzione nazionale MFE (Paolo Acunzo)

– Dibattito

– Varie ed eventuali.

Pregherei di diffondere l’invito anche a tutti i ragazzi che hanno partecipato al seminario di Ventotene e a chiunque fosse interessato. Alla riunione sarà possibile rinnovare l’iscrizione.

Paolo Acunzo Segr. MFE-Roma

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