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FESTA DELL'EUROPA 2011

APERITIVO PER FESTEGGIARE L'EUROPA

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Comunicato del Movimento federalista europeo

A seguito delle sorprendenti dichiarazioni del Ministro Maroni su che senso abbia rimanere oggi nell’Unione europea, il Movimento
federalista europeo ricorda che in passato l’Italia non si sarebbe salvata senza l’Europa e che nell’era della globalizzazione non c’e’
futuro per l’Italia senza l’Europa.

Non c’e’ alcuna prospettiva di progresso e di benessere al di fuori di una politica a favore di un’Europa democratica e capace di rispondere alle sfide di fronte alle quali ci troviamo.

Per questo occorre che l’Italia ed i suoi rappresentanti agiscano nel solco del federalismo europeo propugnano da Luigi Einaudi, Alcide De Gasperi ed Altiero Spinelli.

Se si vuole davvero piu’ Europa occorre impegnarsi per la sua unita’ politica, non minacciare di dividerla o di uscirne. Occorre fare la
federazione europea.

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A cura dell’Ufficio stampa del Movimento Federalista Europeo

(+39) 339.1400236, (+39) 347.0359693, ufficiostampa@mfe.it

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Dichiarazione del Movimento Federalista Europeo

Lo scorso 15 marzo la Lega ha presentato una proposta di legge, rilanciata in questi giorni dalle agenzie di stampa, che prevede di mettere a disposizione delle regiioni uno “strumento agile e flessibile che possa essere impiegato a richiesta degli esecutivi regionali per far fronte alle situazioni che esigono l’attivazione del sistema di Protezione civile. L’importazione nel nostro ordinamento dell’Istituto della Guardia Nazionale permetterebbe di assicurare il soddisfacimento di queste esigenze liberando i reparti operativi delle Forze Armate da compiti di presidio del territorio dei quali sono talvolta impropriamente gravati e predisponendo uno strumento utilizzabile all’occorrenza quando il moltiplicarsi degli interventi all’estero riduca, ad esempio, le risorse organiche disponibili in patria”.

In concreto la Lega propone di creare tanti mini-eserciti regionali composti da cittadini italiani volontari, ex militari; di formare battaglioni regionali di mille uomini e donne con uniformi identiche a quelle dell’esercito, con in più un distintivo riconducibile alla specifica regione, e con a disposizione un’arma come i carabinieri; di nominare ufficiali che dovrebbero rispondere direttamente ai presidenti delle Regioni.

A questo proposito il Movimento Federalista Europeo osserva che se si vuole davvero potenziare il sistema di Protezione civile non serve allestire più strutture paramilitari regionali, bensì occorre rilanciare il progetto di organizzare un servizio civile per tutti i cittadini, obbligatorio almeno per un breve periodo della loro vita, da affiancare sia alle strutture già esistenti, sia ad altre che vadano al di là degli impieghi pensati tradizionalmente, per la gestione del territorio, dei servizi socio-sanitari, della tutela dell’ambiente e dei beni artistici e cultur ali. D’altra parte, se si vuole davvero affrontare il problema della sicurezza e della difesa, occorrerebbe trasferire la sovranità militare dal livello nazionale a quello europeo e articolare le competenze relative alla sicurezza e all’ordine pubblico su diversi livelli di governo, da quello locale a quello europeo.

L’iniziativa della Lega non serve dunque per affrontare seriamente né le sfide poste dalla protezione civile né quelle della sicurezza ma, qualora avesse successo, creerebbero le premesse per la balcanizzazione dell’Italia e per l’emarginazione delle sue regioni dall’Europa.

Nel denunciare questo pericolo, il MFE fa appello a tutte le forze politiche, sociali e morali del paese affinché l’Italia non imbocchi questa strada e ricorda che non c’è un futuro federale per l’Italia al di fuori del rilancio del progetto federale europeo. Per questo il MFE invita tutte queste forze ad unirsi per mobilitare l’opinione pubblica sul terreno del rilancio del ruolo dell’Italia per unire politicamente l’Europa, nel solco della tradizione storica risorgimentale, che vide Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi e Carlo Cattaneo impegnati nello stesso tempo per l’unità italiana e per l’unità europea; e nel solco del federalismo europeo propugnato dopo la fine della seconda guerra mondiale da Luigi Einaudi, Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli, che instancabilmente si batterono per realizzare la federazione europea e promuovere un ruolo di pace e giustizia dell’Europa nel mondo.

 

Presidenza nazionale: Via Schina 26 – 10144 Torino – Tel e fax 011 4732843 – Segreteria nazionale: Via Villa Glori 8 – 27100 Pavia – Tel. e fax 0382 530045 mfe@mfe.it – www.mfe.it

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MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO

Sezione “Altiero Spinelli” Roma

Invito alla giornata di seminario

Unione Europea :

le politiche nello specchio delle rispettive contabilità pubbliche

Lunedì 28 marzo 2011, ore 9,30 – 19

Senato della Repubblica

Sala Bologna, Via di S. Chiara, 4/A

Roma

Siamo tutti consapevoli che il processo di consolidamento dell’ Unione europea, per giungere a conclusione, dovrà affrontare ancora non poche difficoltà : politiche e tecniche.

Questo seminario asseconda la necessità di dibattito su un tema, solo apparentemente minore, che, senza clamore, è già stato proposto all’opinione pubblica: la necessità che il linguaggio delle contabilità pubbliche dei paesi dell’Unione, sia in ampia misura consimile e comunque tale da renderle comparabili.

Tale intento potrà essere infatti conseguito se, preliminarmente, le contabilità pubbliche dimetteranno i criteri del sistema di cassa per assumere quelli della competenza: nella duplice accezione della corrispondenza temporale e della omogeneità degli aggregati delle voci più significative e immediatamente percepibili dalla pubblica opinione tutta.

Ne potranno risultare chiarezza e comparabilità dei bilanci europei delle rispettive comunità nazionali e locali : liquidità, investimenti, manutenzioni, cultura, spese sociali, stipendi…..

Tale sforzo di elaborazione, ”last but not least”, potrà comunque giovare ad avvicinare i cittadini alla, tuttora lontana, realtà dellacasa di vetroche è la categoria fondante di una autentica democrazia comunitaria.”

Dopo il saluto della sezione “Altiero Spinelli” del Movimento Federalista Europeo, nelle persone di Maria Teresa Di Bella e Paolo Acunzo ( rispettivamente Presidente e Segretario del MFE Roma ) , con l’ illustrazione delle motivazioni che hanno ispirato l’iniziativa, intesa come prima tappa di un discorso che continuerà, i lavori saranno introdotti e approfonditi, in sequenza e con i contributi del pubblico presente, dai docenti della materia :

Stefano Pozzoli ( prof. “ Ragioneria generale “ Univ. Parthenope, Napoli )

Francesco Ranalli ( prof. “ Contabilità pubblica “ Univ di Tor Vergata , Roma )

Umberto Triulzi ( prof. “ Politiche economiche europee” Univ. Sapienza, Roma )

I lavori, coordinati dal dott. Pierluigi Sorti, adotteranno un modulo temporale elastico e, con interruzione, per un buffet, intorno alle ore 13 , proseguiranno fino alle ore 19.

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GIOVENTU' FEDERALISTA EUROPEA

 

PRESENTANO LA CONFERENZA

FINANZIARE L’UNIONE

Tra rigore e modello sociale

 

24 Marzo 2011

Ore 11.00,

Sala del Centro di Documentazione Europea

Università La Sapienza, Facoltà di Economia

Roma


Presiede:

Giuseppe Burgio- Centro Eurosapienza

Introduce:

Raimondo Cagiano de Azevedo – Sapienza Università di Roma

Intervengono:

Enzo Russo – Sapienza Università di Roma

Giacomina Cassina – CISL

Umberto Triulzi – Sapienza Università di Roma

Conclude:

Pier Virgilio Dastoli – Movimento Europeo

Modera:

Stefano Pietrosanti – Gioventù Federalista Europea

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COMUNICATO STAMPA DEL MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO

17 Marzo 2011 – In occasione delle celebrazioni dei 150 anni di unità nazionale, il Movimento Federalista Europeo (MFE) ricorda che sul terreno ideale, solo rilanciando e perseguendo l’impegno per l’unità politica dell’Europa le forze politiche, le istituzioni, le forze vive della società resterebbero fedeli al disegno risorgimentale di collegare il processo di unificazione nazionale all’idea dell’unità continentale. Sul piano pratico, nel mondo della globalizazione, semplicemente l’Italia, al pari degli altri Stati europei, non si salva senza la Federazione europea.

“Vale la pena a questo proposito ricordare quanto scriveva nel 1979 Mario Albertini,”afferma il Segretario Generale del MFE Franco Spoltore, “e cioè che nella Federazione europea l’Italia non perderebbe la sua indipendenza (come ritengono coloro che ignorano il federalismo), ma la affermerebbe proprio nel modo auspicato dagli artefici del Risorgimento, e in primo luogo da Mazzini, che pensarono sempre all’Italia nel quadro dell’unità europea, e mai ad una Italia che dovesse confrontarsi sul terreno della forza, con le altre nazioni europee.”

“D’altra parte,” continua Spoltore “solo perseguendo il disegno della Federazione europea sarà possibile attuare il progetto di riformare in senso federale un’Italia che finalmente non sarà più costretta a scegliere tra il mantenimento di un modello dello Stato centralistico e la sua frammentazione economica e politica, cioè il contrario del federalismo”.

In questa ottica il Comitato centrale del Movimento Federalista Europeo ha approvato il 13 marzo scorso la mozione “Per un’Italia europea”.

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A cura dell’Ufficio stampa del Movimento Federalista Europeo, (+39) 339.1400236, (+39) 347.0359693, ufficiostampa@mfe.it

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Considerazioni alla vigilia del congresso del Mfe

Un patto fra antichi e nuovi federalisti

Aprire il Movimento ai movimenti

di Pietro Caruso

La lettura dei testi di Spoltore e Pistone mi hanno spinto ad esprimere alcune considerazioni sulla linea politica del Mfe e sul dibattito precongressuale a pochi giorni dall’appuntamento di Gorizia.

Il Mfe prende atto, nella mozione di politica generale, di mantenere alto il dibattito sul federalismo mondiale. Le tradizionali battaglie del presidente Lucio Levi, fatte proprie dal Movimento dopo un dibattito mai facile, sono diventate patrimonio collettivo di tutti.Per anni sappiamo che la storia della Uef e del Wfm sono corse parallele e, sul piano di molte azioni, è ancora così.

La relazione di Spoltore aggiorna le parole d’ordine di Alternativa Europea e le traduce, secondo uno schema organizzativo noto, ad una nuova campagna per la federazione europea capace di coinvolgere almeno 100 città. Spoltore ammette che da solo il Mfe (ma anche tutta la tradizionale forza federalista affine) non è in grado di raccogliere 1 milione di firme, neppure se coinvolgesse tutte le sezioni esistenti che formano l’Uef. E’ sicuramente un passo avanti perché cambia strategia. Non si parla più dei paesi fondatori che sono, allo stato delle cose, ridotti alla metà sul piano dei convincimenti potenzialmente alleati al federalismo europeo e ammette, senza annunciarlo esplicitamente, che le iniziative di stimolo verso le istituzioni tradizionali dell’istituzionalismo europeista come finora si è conosciuto sono meritevoli di azioni concrete del Movimento.

Pistone, con l’esperienza storica maturata nelle fasi di elaborazione dei documenti del Movimento è riuscito a sostenere, anche con ardite argomentazioni, come tenere insieme le iniziative del Movimento e la riflessione strategica che fu di tipo convenzionalista e ha pervaso per molti anni la linea politica di maggioranza del Mfe.

Perché allora un gruppo di militanti e di sezioni del Mfe sono inquiete, addirittura scontente? Non è forse vero che dopo anni di dissidi acuti e profondi il Mfe sta per riunificarsi? Non è forse vero che i contrasti si ricompongono? Cosa c’è per essere non felici? La questione è di natura politica più che personale. Riguarda come orientare la vita interna ed esterna del Mfe nel XXI secolo, a settanta anni dal Manifesto di Ventotene, a 68 anni dalla sua fondazione a Milano su impulsi di un gruppo di militanti politici provenienti da posizioni eretiche rispetto ai loro mondi ideali di provenienza, ma pur sempre ispirati da un approfondimento e sviluppo di pensiero che aveva visto Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi autori di prima grandezza ed Eugenio Colorni ispiratore di una riflessione filosofica, sulla natura dell’empirismo logico e del pensiero scientifico che servirà a quel mondo minoritario, ma pure esistente, che ha sempre diffidato della partizione a destra e a sinistra di Croce nella sua interpretazione dell’idealismo. Rintracciare nella storia tutte le pulsioni del primo gruppo dirigente del Mfe fra il 1943 e il 1948 ci aiuta a comprendere come il Movimento ha vissuto epoche tormentate, anche se non prive di grandi suggestioni per il futuro.

Altiero Spinelli è stata una personalità straordinaria, inimitabile, ma pur nel disegno improntato ad un titanico sforzo tattico e strategico resta il più importante simbolo che il Mfe può facilmente riconoscere a livello italiano ed europeo. Per certi versi assomiglia, con la dovuta differenza fra i secoli un incrocio di pensiero ed azione. Una sintesi, passatemi l’esempio non completamente centrato, fra Mazzini e Garibaldi. Il suo carattere personale non era certo amabile e non solo per i militanti del Mfe, ma è “l’Apostolo”.

Mario Albertini, tecnicamente, è il vero educatore e organizzatore del Movimento per trenta anni. Il Mfe è improntato sul suo modello di riferimento e di pensiero. La sua metodicità e la profondità del suo sapere filosofico politico, un vero inventore del modello federalista, è riuscito ad attrarre alcune centinaia di giovani militanti che, nel corso del tempo, ne hanno assunto in qualche modo la forma mentis, il modo di pensare, la cautela nell’agire. Questo Mfe è n stato culturalmente parlando soprattutto “Albertiniano” e i suoi migliori dirigenti nelle generazioni over-60 anni hanno costruito una sorta di “foedus”, di patto che ha anche l’ambizione, oserei dire l’utopia, di mantenere i tratti purissimi del Mfe secondo uno schema quasi antropologico: rigore intellettuale, sacrificio della persona, coerenza del militante, scelta di vita definitiva che investe anche la famiglia del militante o la sua ostinata solitudine. Ci sono le stimmate dei rivoluzionari professionali che non usano le bombe Orsini o il pugnale nelle mani, ma vivono questo rigore. Non è un caso che l’importante struttura del collegio Ghisleri (da me studiata negli annali storici dell’università italiana) ne assume un po’  il luogo ideale.

Non è il caos estivo di Ventotene la Betlemme di questo Mfe, nè l’ormai perduto luogo del primo raduno del Mfe a Milano…ma gli istituti studi che hanno conservato la memoria del Mfe sotto l’impronta albertiniana. Oggi tutta questa eredità da sola non basta al Mfe.

Il XXI secolo impone a tutto il Mfe di tentare un salto di qualità, almeno per come concepisco l’agire politico e la capacità del pensiero di aggiornarsi. Il Mfe non deve diventare un partito politico, non credo nemmeno se fosse il Partito federalista europeo, ma deve assumere alcune caratteristiche che lo rendano “primo fra i movimenti”. Per fare questo, inevitabilmente, deve ammalgamare quei militanti che hanno una militanza politica nei partiti, nei sindacati disposti però a mantenere una primazia al Mfe e alla sua carta dei valori. La purezza del Movimento non deve degenerare in una sorta di “Heimat” del federalisti storici contro i federalisti nuovi.

Fra le cause, non di ora, della crisi di adesione e di militanza del Mfe c’è quella di non procedere ad un ricambio dei gruppi dirigenti, dalle sezioni al Comitato centrale, dalla direzione alla Segreteria con innovazioni tali da rimescolare le certezze derivate dalla diuturna regola della militanza dalla quale, dopo un lungo corso di sacrifici e di onori, spunta un “primus inter pares” ma che in realtà è uno dei trenta storici militanti espressi dalle sezioni più forti. Forti per capacità e iniziativa, ma anche per tesoro. Da questo punto di vista, nella ristretta articolazione delle trafile dirigenti ha un senso preciso se da Verona torna a Pavia la guida della segreteria e se Torino mantiene la presidenza dopo una franca discussione al proprio interno.

Ma è una scelta che ritengo difensiva.

Avendo rinunciato alla tradizionale carriera partitica e anche a quella sindacale, per motivi agli amici più cari noti, non vivo la vita quotidiana del Movimento ma la seguo praticamente ogni giorni, avendo avuto modo con franchezza di dire al più autorevole dirigente del Movimento di ora penso che sia necessario prima di dare al voto ciò che è stato predeterminato un momento ultimo di riflessione.

Dove vogliamo portare, politicamente parlando in Italia e in Europa, questo Movimento? Lo vogliamo consumare in vista di un risultato che appare non vicino se non sorretto da una catastrofe economica, politica e sociale di immani proporzioni oppure vogliamo articolarlo come, per usare una vecchia e non del tutto felice espressione, renderlo “movimento di lotta e di programma, movimento di idee e di governo”? La candidatura alla segreteria del genovese Grossi, l’eventualità che nel caso di una non unanime condivisione sul suo nome venga avanti quella di Piero Graglia, docente formato alla scuola fiorentina di Gaetano Arfè e di Giovanni Spadolini, ha davvero l’aspetto di una provocazione per la storia del Movimento. Di una insanabile frattura o è un germe del cambiamento? Io non temo il mutamento specie per il compito immane che ha il Mfe davanti a sè.

E’ vero: sarebbe un paradosso se ritrovata l’unità con gli amici pavesi si apre un’altra frattura in un’altra parte del territorio di questo Movimento…e non credo neppure che se un gruppo di amici si chiamasse da parte si potrebbe parlare di una “Sinistra del Mfe”. Solo che il Movimento è a un bivio. O è capace di trovare una nuova sintesi fra “antichi” e “moderni” federalisti o di fronte ai fraintendimenti che si sta facendo soprattutto in Italia con il microfederalismo etnico leghista e xenofobo in Europa rischiamo di continuare le nostre dispute. Lo stesso tono dei nostri documenti risente di quella dimensione proclamatoria tradizionale, dove la vecchia distinzione fra teoria e prassi risente di una dimensione ideologica più hegeliana che kantiana.

Inoltre io credo che le riflessioni avanzate sui temi dell’ambientalismo nell’analisi teorica di Guido Montani, come completamento del bagaglio federalista; il dibattito mondialista di Levi; l’incessante lavoro di persuasione di Pier Virgilio Dastoli oggi presidente del Movimento Europeo verso le leadership dei partiti ma anche della presidenza della Repubblica siano parte del bagaglio del Mfe di cui andare orgogliosi.

Nuovi quadri stanno nascendo. Da noi in Emilia-Romagna ne abbiamo le prove viventi. Molte delle cose dette da Ballerin vale la pena considerarle parte della strategia del Movimento. Igino Poggiali è una certezza delle più moderne istituzioni culturali. L’attivismo di Lamberto Zanetti nella costituzione di nuove sezioni Mfe non è un problema del partito a cui ha aderito (per altro a quanto vedo non da solo) ma di un processo che è opposto a quello che taluni dirigenti e militanti temono. L’entrismo non lo fa il Pd o Sel, se mai è il contrario perchè a quanto mi consta nessuno dei militanti che io conosco vanno davanti ai segretari nazionali o regionali o di circolo con il cappello in mano o a prendere ordini. Se mai testardamente cercando di imporli o di essere considerati come eguali nello sforzo del mutamento della Storia.

Io non so cosa succederà a Gorizia e mi auguro che questo Mfe cresca, più di ora, sano e robusto.

So che cosa rischia il Movimento e non è come teme taluno…un’altra scissione della sua storia.

Temo che il Mfe si atrofizzi su se stesso. Concepisca la sua storia come la stanca celebrazione di un rito e non riesca, neppure, a porsi quell’obiettivo di trasferimento del proprio potere simbolico ad una nuova generazione di militanti. L’esempio del turn over in Gfe in questi ultimi dieci anni dovrebbe aiutarci a riflettere. Quanti sono i giovani federalisti europei che hanno abbandonato il Movimento?

I nostri tempi sono terribili, ma non possono obbligare alla costruzione degli “uomini di ferro”. La capacità di persuasione, formazione, studio e iniziativa di ogni singolo militante va aggiornata agli strumenti e le possibilità nelle quali vive. Abbiamo bisogni di risultati.

Questo deve fare un vero gruppo dirigente. Non solo aggiornare, con la misura del pendolo, il rigore della sua storia, ma riuscire a costruirla con il racconto, con l’azione, con l’entusiasmo dei piccoli e grandi cospiratori che agiscono per il bene collettivo.

So di non essere stato breve, ma questo Movimento la discussione sa che cosa è. Il fatto che avvenga sul Forum, forse, anche questo è un segno dei tempi.

Quanti sono gli interventi non “coerenti” e “politicamente non ortodossi” che il Movimento ha raccolto nel corso dei suoi congressi? Il timore di rendere cagionevole la sua purezza è già il sintomo di una inguaribile debolezza. Una leadership politica sa convincere, sa mediare, sa guidare. Buona fortuna dunque ai vecchi federalisti, se sapranno essere anche saggi, e in bocca al lupo per i coraggiosi e generosi nuovi federalisti. Il mio cuore e la mia mente sapete ora per chi parteggia.

Pietro Caruso

Presidente della sezione Mfe di Forlì “N. S. Bargossi”.

Forlì 3 marzo 2011.

Dal Forum MFE-GFE

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4 MARZO RIUNIONE  APERTA  DEL DIRETTIVO MFE ROMA

A poco piu di due settimane dal Congresso nazionale di Gorizia (11-13 marzo) la nostra azione è divenuta centrale nel dibattito congressuale e serve un ultimo sforzo per preparare al meglio un difficile congresso che potrebbe essere di svolta per l’intero movimento.

Dunque viene convocata per ven 4 marzo alle ore 17,30 la riunione mensile aperta della direzione della sezione presso la nostra sede (Piazza della libertà 13- Roma) con il seguente odg:

– Introduzione

– Relazione sull’incontro con Franco Spoltore

– Dibattito sulla linea congressuale

– Coordinamento della delegazione romana e con “quelli di Pescara”

– Varie ed eventuali

Come sempre la riunione è aperta a tutti, iscritti  e non iscritti.

Infine ricordo agli interessati che Ven 25 alle ore 15 presso la nostra sede si è tenuta la prima riunione organizzativa del Network italiano del Gruppo Spinelli, a cui hanno anche l’On. Sandro Gozi e il Sen. Roberto Di Giovan Paolo, presidenti dell’intergruppo federalista al parlamento italiano. Chi fosse interessato a far parte del network puo aderire scrivendo a gruppospinelli@hotmail.it

Come al solito tutte le info e documenti sulle numerose attività della sezione possono essere scaricati da www.mferoma.eu

Paolo Acunzo

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L’MFE ha partecipato alla manifestazione Primo Marzo Sciopero degli Stranieri, evento organizzato dal  Comitato Primo Marzo per  esprimere la volontà, anche quest’anno, di dire No al razzismo e allo sfruttamento sul lavoro e Sì ad un’Italia multiculturale e arcobaleno.

Primo Marzo 2011 - sciopero degli straineri

Manifestazione Primo Marzo 2011 Sciopero degli stranieri

Per info e approfondimenti:

http://www.primomarzo2011.it/

O sulla pagina  Facebook

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Il XXIII Congresso Europeo dell’UEF

si svolgerà a Bruxelles

dal 25 al 27 marzo

presso i locali del Parlamento europeo.

Per il programma, approfondimenti ed iscrizioni:  sito Union of European Federalists

Iscrizioni entro il 7 marzo.

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