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DIRETTIVO MFE – ROMA DIRETTIVO GFE – ROMA
Ufficio di Segreteria

Presidente: Paolo PONZANO
Vice Presidente e Tesoriere: Vittorio CIDONE
Segretario: Paolo ACUNZO
Vice Segretari: Maria Paola GARGIULO e Alcide SCARABINO
( + Segretario GFE)

Uff. Comunicazione: Massimo MINNETTI
Uff. Formazione: Tommaso VISONE

Uff. del Dibattito: Giuseppe BRONZINI

Altri membri del Direttivo:
Maria Teresa DI BELLA, Francesco GUI, Carlo IMARISIO, Tommaso LA PORTA, Elisabetta LEPRI, Livia LIBERATORE, Stefano MILIA e Mauro VACCARO.

Probiviri:
Anna BAGHI, Antonietta BELLATI ed Edmondo PAOLINI.
Revisori dei conti:
Vittorio CALAPRICE, Lucia CRISTOFARO e Pierluigi SORTI.
Ufficio di Segreteria

Presidente: Tommaso VISONE
Segretario: Livia LIBERATORE
Vice Segretario: Marina FAVALE
Tesoriere: Margherita DE CANDIA
(+ Segretario MFE)

Uff. Comunicazione: Silvia CIPULLO

Uff. del Dibattito:
Federico CASTIGLIONI

Altri membri del Direttivo:
Antonio ARGENZIANO, Luca GRAMAGLIA, Sabrina LUPI, Pier Francesco MICCIO, Maria NUGNES, Fabio PECORARO e Stefano PIETROSANTI.

Membri del Comitato regionale del MFE Lazio:

Paolo ACUNZO, Angelo ARIEMMA, Vittorio CIDONE (Tesoriere), Silvia CIPULLO (GFE), Maria Teresa DI BELLA (Vice Presidente), Francesco GUI (Presidente), Franca GUSMAROLI (Segretario), Carlo IMARISIO, Tommaso LA PORTA, Silvia MARONGIU, Simone MARUCCI, Gabriele PANIZZI e Stefano PIETROSANTI.

Probiviri: Antonietta BELLATI, Caterina NISIDA e Edmondo PAOLINI.
Revisori dei conti: Alcide SCARABINO e Massimo TANGREDI.

Membri del Comitato Centrale MFE e del Comitato Federale GFE:

Paolo ACUNZO, Vittorio CIDONE (UEF), Maria Teresa DI BELLA, Francesco GUI (MFE Lazio), Franca GUSMAROLI, Elisabetta LEPRI, Paolo PONZANO, Alcide SCARABINO e in GFE Tommaso VISONE.

Membri della Direzione nazionale MFE e GFE (uscenti):

Paolo ACUNZO, Maria Teresa DI BELLA e in GFE Tommaso VISONE.

Cari amici,

come potete vedere dalle convocazioni qui di seguito, vi ricordo che venerdi 15 presso la nostra sede di Piazza della Libertà 13 si terrà:

– Ore 16,00-17,30 Assemblea pre congressuale MFE Lazio;

– Ore 17,30-19,30 Assemblea pre congressuale MFE Roma;

– Ore 19,30 proiezione del reportage “L’Europa non cade dal cielo!” sul XXIV Congresso nazionale MFE.

Tutti gli iscritti e simpatizzanti sono invitati a partecipare.

Infine a differenza di quanto preannunciato chi vorrà, invece di continuare la nostra riunione in pizzeria, potrà accettare l’invito del Vice Presidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, alla presentazione serale del libro “Breve storia dei futuri Stati Uniti d’Europa”.

A venerdi

Paolo Acunzo

Seg. MFE Roma

Invito Stati Uniti d'Europa_di Elido Fazi_Gianni Pittella_a Libri Come1

 

 

Frosinone Giornale

La campagna elettorale, che ormai sta entrando nella sua decisiva ultima settimana, ha visto i principali candidati rincorrersi in strabilianti proclami e nell’attribuzione reciproca delle responsabilità dei numerosi scandali che si sono susseguiti. Ciò ha portato ad un generale disinteresse dell’opinione pubblica, stanca di vecchie litanie che si speravano ormai sorpassate e soprattutto delusa dell’assenza di proposte che potessero cambiare il futuro del paese e pertanto dei suoi cittadini.

Nel frattempo con i deludenti risultati del Consiglio europeo sul bilancio UE si è avuta la dimostrazione plastica che le sorti dell’Italia, e non solo, della sua uscita dalla crisi e in generale della ripresa della crescita e dell’occupazione in realtà, benché non fossero affrontati nella campagna elettorale in corso, venissero decisi da pochi “regnanti” riuniti in alcune grigie stanze di Bruxelles, senza che i cittadini apparentemente possano dire la propria, a meno che non prendano coscienza del potente mezzo che hanno a loro disposizione: il voto.

Il Movimento Federalista Europeo (MFE), consapevole di ciò da ormai 70 anni, ha approvato un proprio manifesto elettorale, benché non si presenti alle elezioni, una lettera d’impegno e promosso incontri pubblici con i candidati un po in tutta Italia (vedi www.mfe.it).

Anche la Sezione “Altiero Spinelli” del MFE ha promosso un analogo incontro che si terrà Lunedì 18 febbraio alle ore 18 a Roma presso il CIFE in Salita de Crescenzi 26 in zona Pantheon (vedi www.mferoma.eu).

L’intento dell’incontro è chiaro sin dal suo titolo. “Per un’Italia europea, vota chi s’impegna per gli Stati Uniti d’Europa” e coinvolgerà candidati di tutti gli schieramenti, a partire dalla partecipazione di tre candidate quali l’On. Federica Mogherini, responsabile per la Globalizzazione del PD, Marta Grande, seconda in lista alla camera per il Movimento 5 Stelle, o Rossella Musto, esperta di politiche comunitarie candidata per la Lista Monti.

Ciascun intervento sarà aperto dalle proposte sull’Europa estratte dal programma elettorale di ogni coalizione, in modo da potersi rendere conto immediatamente di quale rilevanza al tema venga riservata da ciascuna forza politica. Infatti ormai se è vero che le principali “policies” vengono definite in ambito comunitario, la “Politics” rimane ancorata ad una dimensione nazionale, che non è piu in grado da sola di prendere le decisioni che contano.

Il dibattito farà emergere se è vero, come alcuni osservatori sostengono, che in Italia è in corso uno scontro tra due visioni diverse per uscire dalla crisi, che nel continente è caratterizzata dalla dialettica Merkel-Hollande. Farà capire come potrebbe cambiare il ruolo del nostro paese nel contesto internazionale a seconda di chi vince e che queste elezioni saranno importanti anche per il futuro dell’UE, perché non è indifferente sapere chi sarà il “regnante” italiano che si siederà al prossimo Consiglio europeo, almeno fino a quando non si costruirà finalmente una piena democrazia federale in Europa. In definitiva l’incontro vuole essere un modesto contributo nel tentativo di costruire in modo partecipato un’Italia europea.

Paolo Acunzo

ndr: Articolo preparato per “EurActiv”. Di seguito il link dell’evento e in allegato la locandina. Vi aspettiamo !!!!

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.2777052217932.137772.1006910923&type=1#!/events/202489406562525/

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La decisione del Consiglio europeo di ridurre il bilancio dell’Unione europea
è un altro grave segnale dell’incapacità dell’Unione Europea di rispondere alle
sfide che la incalzano. Una incapacità che paradossalmente emerge anche da un
passaggio dello stesso comunicato finale del Consiglio europeo, in cui si
chiede che vengano introdotte nuove risorse proprie a partire da iniziative di
gruppi di Stati, come quella promossa da undici paesi dell’Eurozona per
introdurre la tassa sulle transazioni finanziarie, e non dall’Unione europea in
quanto tale. Bene hanno dunque fatto i capigruppo delle principali famiglie
politiche europee al Parlamento europeo a contestare la decisione del Consiglio
europeo. Tuttavia, non basta chiedere l’aumento delle risorse proprie dell’UE,
perché i Trattati impongono che questa decisione sia presa all’unanimità.
Come da tempo sostiene il MFE,
– è necessario reperire nuove risorse proprie con una tassa sulla transazioni
finanziarie e una carbon tax a partire dai paesi dell’Eurozona e fondare questa
richiesta sulla spinta dal basso proveniente da almeno un milione di cittadini,
utilizzando l’Iniziativa dei cittadini europei per un piano europeo di sviluppo
sostenibile e per l’occupazione;
– occorre collegare il tema della creazione di un bilancio adeguato, e del
rilancio della politica europea di sviluppo, ad un progetto politico
costituente nel quadro dell’Eurozona; e in questo quadro è indispensabile
avviare subito l’unione bancaria, fiscale, economica e politica e dar vita a
quel governo economico e politico indispensabile per far uscire l’Europa dalla
crisi.
Solo così gli europei potranno recuperare la sovranità ed il controllo
democratico sulle decisioni determinanti per il loro avvenire, che hanno
perduto! a livel lo nazionale, e che non hanno ancora riconquistato a livello
europeo.
Per questo, in vista delle elezioni nazionali, il MFE ha chiesto ai candidati
di impegnarsi a
– sostenere la creazione di un bilancio aggiuntivo ad hoc per l’Eurozona
dotato delle risorse necessarie per avviare un New Deal europeo e le riforme
necessarie per un controllo democratico della gestione di tale bilancio;
– dare impulso alla costruzione della Federazione europea a partire dai paesi
dell’Eurozona attraverso una Convenzione costituente democratica, allo scopo di
trasferire a livello sovranazionale i poteri e le risorse indispensabili nei
settori della fiscalità, del bilancio e della politica economica.

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IN RICODO DI ANNA BAGHI

 

 

Avevo conosciuto Umberto Serafini alcuni anni prima, quando, nella sede AICC(R)E di Piazza Trevi, conobbi Anna.

Le mie frequentazioni AICC(R)E, prima in Via Lombardia poi a Piazza Trevi, furono intense, dalla seconda metà degli anni cinquanta, per ragioni europee (il Comune di Terracina si era gemellato con altri Comuni europei nell’ottobre 1956) e comunitarie (il Movimento Comunità di Adriano Olivetti).

In attesa di parlare con Umberto, Anna era la persona con la quale scambiavo alcune opinioni sulle prospettive dell’Associazione e sull’impegno profuso da coloro che operavano a Piazza Trevi, sotto l’impulso di Umberto.

Entravo nell’ufficio di Umberto avendo avuto da Anna, in maniera discreta, informazioni sul suo umore, in relazione ai risultati dell’azione che egli incessantemente conduceva per allargare le adesioni motivate all’AICCE, da parte di Sindaci e Presidenti di Province, e per convincere le personalità delle altre Sezioni nazionali del CCE a impegnarsi nella battaglia per la costruzione degli Stati Uniti d’Europa.

Non so se Anna, quando, agli inizi degli anni sessanta, entrò in AICCE, già fosse a conoscenza delle battaglie condotte negli anni cinquanta per costruire una Europa federale (anche Altiero Spinelli era in stretta relazione con Umberto).

Certo è che i colloqui con lei erano utili per avere notizie sulla vastità delle relazioni che Umberto riusciva a tessere in Italia e negli altri Paesi europei, oltre l’impegno quotidiano per la gestione dell’Associazione.

Anna, nella frequentazione quotidiana con Serafini, aveva acquisito/approfondito consapevolezze politiche e federaliste europee che ne avevano fatta una interlocutrice informata, attenta e autonoma nelle sue valutazioni. Ella ti trasmetteva le ansie e le soddisfazioni di una lavoro quotidiano e non solitario mirato al perseguimento di obiettivi politici generali, in maniera ragionata, con toni pacati, attenta agli argomenti degli altri. E’ stata capace di costruire opportunità di lavoro comune per persone che, altrimenti, non avrebbero avuto riferimenti concreti per impegnarsi a combattere una battaglia di civiltà come quella per gli Stati Uniti d’Europa.

Anna è stata militante federalista. Quando lasciò l’AICCRE  continuò il suo impegno nel Movimento Federalista Europeo, a Roma.

Coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarla, in particolare i giovani, la ricordino nella maniera che a lei sarebbe piaciuta: impegnarsi con continuità, tenacia e umiltà nella consapevolezza che alcune delle battaglie che si combattono possono essere perse ma che, se si è convinti degli obiettivi che si vogliono perseguire, occorre ricominciare da capo per vincerle. Questo ci hanno insegnato Altiero Spinelli e Umberto Serafini.

 

Roma, 31 gennaio 2013

Gabriele Panizzi*

 

*Nota a cura della redazione:

Gabriele Panizzi è stato ed è uno dei massimi dirigenti del AICCRE, MFE Roma/Lazio e dell’Istituto Altiero Spinelli, non che già Presidente del Consiglio della Regione Lazio e Parlamentare europeo.

 

 

 

 

Il Presidente Paolo Ponzano e il Segretario Paolo Acunzo comunicano con grande dolore la scomparsa questa notte di Anna Baghi, militante storica del MFE Roma.

Sarà possibile dare l’estremo saluto ad Anna, presso l’ospedale Sant’Eugenio di Roma, dalle ore 8 alle ore 10 di Venerdi 25.

La Sezione Altiero Spinelli di Roma del Movimento Federalista Europeo saluta con grande rimpianto Anna Baghi, ricordandone la passione per i valori, la coerenza di vita e l’impegno costante per la causa del Federalismo europeo”.

La Repubblica, 24 gennaio 2013

Con vivissimo rammarico partecipo la notizia della morte di Anna Baghi, figura esemplare, generosa, fedele e militante del federalismo romano.

Raimondo Cagiano de Azevedo

Mi associo al comune dolore , perché ho conosciuto Anna Baghi moti anni fa e ho avuto modo di apprezzare il suo impegno e le sue doti umane.

Vincenzo Guizzi

Vorrei esprimere ai tanti amici della sezione di Roma il
mio commosso ricordo di Anna, da me incontrata in tante occasioni nella
capitale e nell’indimenticabile week end di Bolsena.

Alberto Soave

Mi unisco al cordoglio degli amici di Anna Baghi di cui ho ancora un
ricordo vivissimo di stima e simpatia.
Arnaldo Vicentini

Cari amici di Roma,

condivido il vostro cordoglio per la scomparsa di Anna Baghi, che ricordo bene per la sua simpatia e per il suo impegno federalista.

Sandro Capitanio

Agli Amici di Roma,
con Anna Baghi se ne va una militante che mi piace ricordare come schietta e tenace. Le mie sentite condoglianze.
Antonio Longo

Carissimi amici della Sezione “ Altiero Spinelli “ di Roma del MFE , condivido con voi il dolore per la scomparsa di Anna Baghi , storica militante Federalista, che sempre ha saputo associare la sua carica di simpatia e cordialità all’impegno profondo e costante per i valori e la causa del Federalismo europeo.
Lamberto Zanetti

Una triste notizia, anche se purtroppo non inaspettata. Un altro pezzo di seria storia militante federalista che se ne va.

Un caro saluto.

Paolo Lorenzetti

Mi unisco anche io – a nome di tutti i federalisti lombardi – all’affettuoso ricordo di Anna Baghi, della sua umanità, discrezione e mitezza, ma anche della fermezza nella sua militanza federalista: un caro ricordo per chi l’ha conosciuta, un semplice e chiaro esempio per le nuove generazioni di militanti fedeeralisti.
Giovanni Solfrizzi

Agli Amici di Roma,
profondamente addolorati per la scomparsa della carissima ed indimenticabile amica federalista Anna Baghi, formuliamo sentitissime condoglianze.
Damiana e Lino Venturelli
Partecipo sentitamente al dolore per la scomparsa di Anna  ricordandola con affetto e stima.
Franca Braconi

Con profonda tristezza e grande affetto , ci uniamo al cordoglio dei famigliari  nel ricordo della cara Amica Anna. Socia fondatrice del Comitato italiano del ‘Prix Femmes d’Europe’ , nei lunghi anni di conoscenza e collaborazione, Anna si è sempre distinta per  onestà intellettuale,  lucidità e imparzialità di giudizio e per il costante e generoso impegno. Ciao Anna

Le amiche del Comitato italiano del ‘Prix Femmes d’Europe’

Condivido con gli amici di Roma e gli altri il dolore e la tristezza per la morte di Anna.

Cari saluti

Cecilia Solazzi

Mi unisco al cordoglio della sezione di Roma per la scomparsa di Anna Baghi che ha sempre costituito anche per tutti noi un esempio di militanza federalista.

Roberto Castaldi

Nel porgere sincere condoglianze agli amici federalisti romani, ricordo con rimpianto Anna Baghi, esempio di  valida militanza federalista, di onestà intellettuale e persona ricca di umanità.
Anna Costa

Non ho avuto la fortuna di conoscere Anna Baghi, ma mi unisco al dolore che ha colpito i membri della Sezione di Roma del Movimento Federalista Europeo. Purtroppo la battaglia per l’Europa unita non è ancora stata vinta. C’è un motivo in più per impegnarsi.

Giuseppe Brivio

La ricordo fin da quando iniziai a frequentare l’AICCE di Umberto Serafini. Persona sincera e particolarmente impegnata nella battaglia federalista. Continuiamo detta battaglia con lo spirito e la determinazione che furono propri di Anna.

Gabriele Panizzi

“Il Movimento Federalista Europeo ricorda con affetto Anna Baghi instancabile, coerente e leale militante federalista. Movimento Federalista Europeo – Segreteria nazionale MFE”

La Repubblica, 24 gennaio 2013

Ricordo di Anna Baghi

Se c’è il paradiso, se in questo v’è un cantuccio per i federalisti veri e se la giustizia divina è più celere di quella italiana, Anna Baghi sta certamente già in quel cantuccio e lì ritroverebbe, insieme ai grandi del nostro passato, Umberto che ricomincerebbe a raccontarle del suo incontro con uno straordinario professore di filosofia ai tempi del liceo, delle sue discussioni con Guido Calogero, della prigionia in India e di tante altre cose che Anna ha ascoltato mille volte e ascolterebbe ancora solo concedendosi un bonario, direi quasi amorevole, sorriso, un sorriso che dice tutto e al quale farebbe in fine seguito un cordiale invito a rimettere coi piedi nella quotidianità e la testa sulle cose da fare.

Di lei i vecchi federalisti che la conobbero da una vita e da una vita ebbero la fortuna di frequentarla potrebbero raccontare tante cose che i giovani federalisti dovrebbero conoscere e nelle quali potrebbero reperire forti motivazioni al proprio impegno (Kant diceva che più di ogni pur dotto e ponderoso trattato sull’etica, valgono succinte biografie di persone che si comportarono bene). Confido che qualche storico lo faccia.

Qui vorrei soffermarmi soltanto su due brevi notazioni che la riguardano e per le quali posso portare una testimonianza diretta che forse non è del tutto nota anche ai federalisti di vecchia data.

La prima riguarda il successo della grande manifestazione di Milano in occasione del Consiglio europeo del giugno 1985. Quell’evento fu caratterizzato da una straordinaria partecipazione di militanti e simpatizzanti, dalle quattro fanfare militari, offerteci da Spadolini, che eseguirono l’inno europeo all’arrivo in piazza del Duomo dei due imponenti cortei, dalla presenza sul palco degli oratori di eminenti personalità. Ma fu caratterizzata anche – e sarei tentato di dire soprattutto – dalla impressionante presenza, alla testa dei due cortei e sul sagrato a corona del palco, di innumerevoli gonfaloni sorretti da rappresentanti di tanti, davvero tanti comuni italiani lì convenuti quasi a voler render palese che sul sagrato, a sostenere il progetto Spinelli, c’erano le fondamentali espressioni dell’Europa dei cittadini dove i gonfaloni facevano clamoroso contrasto con le bandiere nazionali che addobbavano il castello sforzesco, la sede del vertice, dove si esprimeva l’Europa dei governi.

Non me ne vorrà  Edmondo che pur fede molto in quella circostanza, se affermo se affermo che la presenza a Milano di pressoché ogni gonfalone la si doveva al paziente, costante, meticoloso, intelligente lavoro di Anna. Nulla di ciò che i federalisti riescini a realizzare avviene per caso o per miracolo. Tutto è grutto del lavoro dei nostri militanti. Non dobbiamo dimenticarlo.

La seconda si riferisce a taluni fatti particolari della nostra storia che – tutti – mostrano un carattere distintivo della sua milizia. Anna, nei momenti di duro confronto, talvolta scontro, all’interno del Movimento ha sempre scelto da che parte stare non sulla base di amicizie e simpatie, ma su quella del bene del Movimento e del sostegno a quelle persone che, a parer suo, lo perseguivano più e meglio di altri. Successe così al tempo della frattura tra Albertini e Spinelli all’inizio degli anni Sessanta, successe così al Congresso di Verona nel 1987 e successe ancora così al Congresso di Catania quando firmò la cosiddetta Lettera aperta. Anna, descritta nel bel comunicato dall’Aiccre come colei che “seppur con un ruolo tecnico, contribuì alla guida dell’Aiccre”, sapeva ragionare con la sua testa. Come deve fare ogni militante del nostro movimento unendo a questo atteggiamento umiltà e sagacia. Come fece sempre Anna.

Gino Majocchi

Anna Baghi è stata una militante federalista esemplare. La ricordo attenta e assidua, fino a tempi recenti, alla riunioni di Roma del Comitato centrale MFE.

Per anni è stata una collaboratrice decisiva di Umberto Serafini e di Gianfranco Martini in ambito AICCRE.

Riporto di seguito il comunicato apparso ieri sulla Newsletter EuropaRegioni n. 4 -2013  dell Associazione italiana per Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa 

È scomparsa mercoledì mattina a Roma all’età di 80 anni Anna Baghi, storica dirigente dell’AICCRE, direttrice dell’ufficio nazionale dagli anni Sessanta fino al 2000. Anna ha speso tutta la sua vita, sacrificando anche la sua sfera privata, all’impegno profondo e costante per i valori e la causa del Federalismo europeo e dei diritti civili delle donne. Nell’AICCRE trovò lo spazio naturale dove esprimere la sua passione. Associando determinazione, preparazione politica e culturale, a simpatia ed umanità, Anna Baghi, seppur con un ruolo tecnico, insieme ad Umberto Serafini e Gianfranco Martini, contribuì a guidare l’AICCRE verso un ruolo di primo piano nel panorama politico italiano ed europeo. A noi piace ricordare lo stile sobrio che l’ha sempre contraddistinta, la sua innata simpatia, la sua passione per il lavoro, inteso come mezzo per raggiungere l’obiettivo politico, il suo sacrificare l’ambizione personale per il progetto comune, il suo sorriso, sempre pronto e tranquillizzante, anche nei momenti difficili. Il suo spirito ci accompagnerà sempre nelle battaglie politiche dell’AICCRE. Le sue ceneri saranno sparse a Ventotene. E non poteva essere altrimenti. Ciao Anna.

Alfonso Sabatino

Anch’io la ricordo vivamente e con grande simpatia
Claudio Bascapè

Il Sindaco di Torino, Piero Fassino, esprime le sue più sentite condoglianze per la perdita della dr.ssa Anna Baghi.

Cordialmente

Lucia Moda

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Ufficio di   Segreteria

Presidente: Paolo   PONZANO

Vice Presidente e Tesoriere: Vittorio CIDONE

Segretario: Paolo   ACUNZO

Vice Segretari: Maria   Paola GARGIULO e Alcide SCARABINO

( + Segretario GFE)

 

Uff. Comunicazione: Massimo   MINNETTI

Uff. Formazione: Tommaso   VISONE

 

Uff. del Dibattito: Giuseppe   BRONZINI

 

Altri membri del Direttivo:

Maria Teresa DI   BELLA, Francesco GUI, Carlo IMARISIO, Tommaso LA PORTA, Elisabetta LEPRI, Stefano   MILIA e Mauro VACCARO.

 

Probiviri:

Anna BAGHI,   Antonietta BELLATI ed Edmondo PAOLINI.

Revisori dei conti:

Vittorio CALAPRICE,   Lucia CRISTOFARO e Pierluigi SORTI.

 

Ufficio di   Segreteria

Presidente: Tommaso VISONE

Segretario f. f.: Marina   FAVALE

Tesoriere: Margherita   DE CANDIA

(+ Segretario MFE)

 

 

Uff. Comunicazione: Silvia   CIPULLO

Uff. Formazione: Maria   NUGNES

Uff. del Dibattito:

Livia LIBERATORE

 

Altri membri del Direttivo:

Federico   CASTIGLIONI, Luca GRAMAGLIA, Sabrina LUPI e Stefano PIETROSANTI.

 

 

Membri del Comitato regionale del MFE Lazio:

 

Paolo ACUNZO, Vittorio CIDONE (Tesoriere), Silvia CIPULLO (GFE), Maria Teresa DI BELLA (Vice Presidente), Francesco GUI (Presidente), Franca GUSMAROLI (Segretario), Carlo IMARISIO, Tommaso LA PORTA, Gabriele PANIZZI e Stefano PIETROSANTI.

 

Probiviri: Antonietta BELLATI, Caterina NISIDA e Edmondo PAOLINI.

Revisori dei conti: Alcide SCARABINO e Massimo TANGREDI.

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Negli ultimi mesi, abbiamo letto numerosi editoriali sull’opportunità o meno d’insignire l’Unione europea del premio Nobel per la pace e, personalmente, concordo con chi sostiene che questa onorificenza sia più un’esortazione a ritrovare la strada smarrita, e un atto di gratitudine per ciò che ha rappresentato il Vecchio Continente negli ultimi sei decenni, che un’effettiva apertura di credito nei confronti di un’Europa mai così lacerata e impotente come in questo periodo. Tuttavia, se vogliamo dare un senso al nostro futuro e costruire un avvenire migliore per le nuove generazioni, non possiamo tralasciare la riflessione sulla drammaticità del nostro presente, stretti come siamo nella morsa di un’economia che non riparte e di scelte politiche incomprensibili (basti pensare al recente fallimento del vertice straordinario per la definizione del  bilancio UE 2014-2020), dettate dalla miopia di gran parte della classe dirigente continentale che spesso si rivela pavida ed inadeguata ad affrontare una crisi strutturale che sta sconvolgendo per sempre gli equilibri globali e, di conseguenza, lo stesso modo di vivere e di pensare.

La battuta più tagliente che si è sentita sull’argomento, non è tanto quella che “la UE non avrebbe mai vinto il nobel per l’economia” ma quella che “il Nobel per la pace alla UE è un premio alla carriera ad un attore internazionale che si avvia sul viale del tramonto”. Con questa breve frase si sintetizza la crescente marginalizzazione dei mercati europei rispetto a quelli emergenti; i nuovi equilibri geopolitici sempre meno incentrati sui rapporti trans-atlantici e sempre più su quelli trans-pacifici; la mancanza di ruolo di interlocuzione svolto dalla UE durante la cosidetta primavera araba e più in generale negli sempre attuali scenari di guerra che toccano la sponda sud del mediterraneo e il medio oriente. Inoltre l’Europa unita attraverso i meccanismi attuali si ritrova senza reali strumenti per uscire definitivamente da una crisi che col tempo si sta dimostrando in primis politica e poi solo di conseguenza economica e finanziaria.

Ormai pare evidente che stiamo vivendo una crisi di sistema a cui le cancellerie non riescono a dare una risposta esauriente attraverso il classico metodo intergovernativo che accentua gli interessi momentanei di parte a discapito di quelli comunitari di lunga durata. Spesso dall’opinione pubblica si sottolineano l’ingerenza di alcuni paesi nelle scelte sovrane di altri, mettendo in crisi lo stesso sistema decisionale e di legittimazione democratica europeo. Siamo giunti ad un punto in cui la crisi richiede la completa cessione di sovranità ad organi sovranazionali legittimati direttamente dai cittadini europei per avere la forza, e soprattutto il consenso popolare, per adottare quelle misure, non certo indolori ma necessarie, in grado di far uscire i vari paesi europei definitivamente dalla crisi. Non si può più tollerare che scelte impopolari vengano scaricate sulla UE da alcuni governi semplicemente dicendo “c’e’ lo chiede l’Europa” come se fosse qualcosa di estraneo rispetto alla vita politica nazionale. Non è più accettabile avere dei partiti provinciali che non pongano il dibattito sul ruolo e il futuro dell’Europa al centro della loro proposta politica.

Oggi è possibile uscire da questa crisi di sistema soltanto ridando lo scettro del potere ai cittadini. Per far ciò bisogna creare quella arena politica europea in cui partiti, forze sociali e imprenditoriali possano confrontarsi con le scelte che realmente incidano sul nostro futuro. Un sistema che non funziona piu deve essere cambiato dalle radici, passando dal classico metodo intergovernativo ad un sistema di stampo federale, al fine di delegare ad un potere democratico comune la decisione su determinate ma fondamentali questioni senza cui l’Europa continuerà a condannarsi all’impotenza.

Ma per far tutto ciò occorre coinvolgere attivamente i cittadini. Pensare una convenzione costituente per la riforma complessiva dei trattati che giunga ad una proposta di Costituzione federale europea che entrerà in vigore solo se la maggioranza dei cittadini e degli stati coinvolti l’approveranno attraverso un referendum europeo. Solo cosi gli stati dell’Eurogruppo potranno dotarsi di quel governo comune dell’economia necessario per creare accanto all’Unione monetaria, anche l’Unione bancaria e fiscale, costruendo finalmente intorno all’Euro un potere statuale in grado di presentare un condiviso piano europeo di sviluppo sostenibile per l’occupazione, la crescita e l’innovazione credibile per tutti.

Fino ad oggi tutto ciò è stato considerato da molti solo un’utopia allo stesso modo in cui un secolo fa poteva essere considerata la possibilità di avere una pace stabile in Europa. Il vero premio sarebbe se il Nobel assegnato all’Unione europea non fosse considerato meramente celebrativo del suo passato, ma possa in futuro simboleggiare il punto di svolta del processo d’integrazione verso gli Stati Uniti d’Europa. 

 

Paolo Acunzo

Vice Segretario nazionale

Movimento Federalista Europeo

Aseemblea MFE

                          MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO

      Sezione “Altiero Spinelli”  Roma

 

ASSEMBLEA APERTA

degli iscritti e dei simpatizzanti

 

Mercoledì 28 novembre 2012, ore 18.30

Piazza della Libertà 13, IV Piano

(Metro A Lepanto) Roma

 

 

 

DIECI MINUTI PER L’EUROPA

 

Introduce

Paolo ACUNZO, Vice Seg. naz. MFE

 

Sono invitati a intervenire tutti gli iscritti del MFE Roma e tra gli altri hanno già confermato il loro contributo al dibattito:

Sergio BELLUCCI, fondatore NetLeft

Ines CALOISI, Pres. TIA Formazione International

Roberto CECCARELLI, Sinistra Europea

Roberto DI GIOVAN PAOLO, Pres. Intergruppo Federalista, Senato della Repubblica

Sandro GOZI, Pres. Intergruppo Federalista, Camera dei Deputati

Francesco GUI, Pres. MFE Lazio

Stefano MILIA, Seg. gen. CIME

Federica MOGHERINI, Deputato

Gianni PITTELLA, Vice Pres. vicario del Parlamento europeo*

David SASSOLI, Parlamentare europeo

Patrizia SENTINELLI, AltraMente

Debora SERRACCHIANI, Parlamentare europeo*

Tommaso VISONE, Pres. GFE Roma

 

Conclude

Paolo PONZANO, Pres. MFE Roma

 

* con invio di contributo scritto

 

Contributo di Gianni Pittella (Vice Presidente vicario del Parlamento Europeo)

Cari amici del MFE Roma,

vi ringrazio dell’invito alla vostra interessante Assemblea, ma impegni istituzionali mi costringono a non poter partecipare personalmente alla vostra iniziativa, esempio importante di dibattito diffuso e vicino ai cittadini per favorire quanto prima la costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Vogliate cio non dimeno accettare questo mio contributo al vostro/nostro dibattito.

Il varo del Trattato di Lisbona ha segnato due anni fa un salto di qualità nell’ambizioso progetto di dare una nuova governance all’Europa,  una svolta che in molti avevamo auspicato e sollecitato e nella quale l’europarlamento aveva riposto la speranza di ricucire un preoccupante vulnus aperto nella fiducia dei cittadini riguardo la validità e l’utilità stessa dell’Unione europea. Con il Trattato di Lisbona si è usato lo strumento del diritto per cominciare a tracciare una nuova architettura della dinamica del sistema dei ‘’check and balance’’ che regolano i rapporti tra i vari poteri, nella progressiva cessione di sovranità nazionale a un’entità sovrastatale che e’ alla base del complesso quadro comunitario.  Unico organismo eletto direttamente dai cittadini, ma che fino ad allora aveva ricoperto il ruolo di semplice organismo consultivo nell’attività normativa e nella formazione delle direttive assunte dalla Commissione e dal Consiglio europeo, al Parlamento europeo veniva riconosciuto finalmente lo status di ‘’co-decisore’’ nel processo legislativo dell’Unione, in materie fondamentali come la formazione del bilancio.

L’obiettivo politico principale che le forze progressiste avevano posto nel nuovo trattato, era di colmare un deficit di rappresentanza che aveva reso la burocrazia della Ue sempre più distante e addirittura ostile nella percezione comune dei suoi cittadini, con pericolose ricadute sulla tenuta democratica complessiva dell’intero continente. Il pericolo maggiore per il processo di integrazione europea era individuabile proprio nella diffidenza verso le istituzioni di Bruxelles, alimentata e cavalcata in questi anni da schieramenti populisti e xenofobi, fautori della primazia della nazione su ogni organismo sopranazionale e addirittura della reclusione rassicurante delle aspirazioni delle comunità locali nelle cosiddette ‘piccole patrie’, celebrate nel nostalgico e mitico ricordo di un presunto, idilliaco e antistorico passato.

Oggi questo pericoloso processo di disgregazione dell’Unione europea si è ripresentato sotto nuove forme sull’onda dello tzunami che ha investito l’economia e i mercati finanziari pubblici e privati, a partire dalla crisi dei sub-prime statunitensi nel 2008 che ne ha costituito l’innesco. Gli impegni finanziari richiesti per garantire la sostenibilità dell’Euro e dell’intero sistema bancario, hanno posto i maggiori paesi contributori del bilancio europeo e che accentrano le redini del sistema creditizio europeo, in una posizione condizionante e determinante sulle scelte richieste per arginare gli effetti devastanti della crisi economica sui debiti sovrani. Il risultato e’ stata una politica di austerity imposta con un meccanismo intergovernativo che ha visto soccombere la volontà popolare degli Stati membri risultati con i bilanci statali più deboli ed esposti alla speculazione, agli interessi nazionali perseguiti da Germania, Francia, Gran Bretagna e gli altri i paesi del nord Europa che in questo momento subiscono meno ripercussioni, se non addirittura traggono un beneficio e un vantaggio relativo, dalla debolezza delle economie dei ‘’concorrenti’’ europei.

Il processo di ‘’democratizzazione’’ e di ‘’comunistizzazione’’ accelerato dal Trattato di Lisbona ha subito cosi’ una brusca battuta d’arresto in nome dell’emergenza, quando essa stessa, con tutta evidenza, richiederebbe al contrario un’accelerazione sulla strada di una compiuta unità politica oltre che economica  dell’Europa, in grado di porre l’Unione a 27 nell’alveo di un’adeguata dimensione competitiva  rispetto agli altri grandi attori che agiscono sullo scacchiere internazionale e che gestiscono i grandi flussi di capitali e della produzione di beni e servizi sul pianeta.

L’Europa deve tornare a crescere nel suo complesso come non accade da due decenni ormai per assicurare ai suoi cittadini il lavoro e con esso la tenuta del suo modello sociale e di welfare. Per fare questo ha bisogno di istituzioni comuni autorevoli e democratiche, dotate di poteri decisionali e budget adeguati per realizzare le politiche di stimolo al progresso economico e sociale.

In queste ore e’ in atto l’ennesimo braccio di ferro tra Parlamento e Consiglio europeo, questa volta sulle prospettive finanziarie. I governi dei ben noti paesi si battono per ottenere riduzioni delle loro contribuzioni al budget, quando l’europarlamento spinge al contrario per soddisfare la necessità di avere nuovi fondi da mettere a disposizione della realizzazione della strategia 2020 e il conseguimento dei suoi indispensabili obiettivi. La posta in gioco è molto alta. Su questi scogli rischia di naufragare definitivamente il sogno europeo della piena integrazione tra paesi che si sono sempre combattuti tra loro. Probabilmente le difficoltà attuali e i diversi interessi ‘’vitali’’ sarebbero stati regolati,  in un tempo non troppo remoto, con nuovi conflitti armati. L’esclusione di vasti strati della popolazione, delle donne, dei giovani, dai meccanismi di redistribuzione del reddito, primo fra tutti il lavoro, sta alimentando la fiamma sotto una pentola a pressione pronta a esplodere sotto le istituzioni democratiche uscite dagli equilibri conseguenti al secondo conflitto mondiale e poi dalla fine della guerra fredda.

Si fa quindi sempre più impellente e necessitata l’esigenza di arrivare alle prossime elezioni europee mettendo al centro del dibattito la proposta del gruppo socialista di aprire la prossima legislatura con un Assemblea costituente che coinvolga tutti i cittadini europei nel porre le fondamenta giuridiche della costruzione degli Stati Uniti d’Europa.

L’esigenza di rinforzare una partecipazione autenticamente popolare a tutti i livelli governativi vale anche per l Unione europea. L’attuale stagnazione in cui si trova il progetto di costruzione dell’unità politica del continente riflette le difficoltà strutturali del modello istituzionale funzionalista messo in pratica negli ultimi decenni L’idea cioè di costruire un’ Europa della moneta che avrebbe in seguito aperto la strada alla costruzione di un’Europa politica si è rivelata illusoria. Per ripartire, l’Europa ha bisogno di una legittimazione direttamente popolare. L’Europa non si farà senza una partecipazione attiva del popolo europeo Per rafforzare la legittimità del processo di costruzione europea bisogna ripartire dai cittadini e dalle istituzioni democratiche elette dai cittadini ,come il Parlamento europeo e superare così ogni tentazione tecnocratica e intergovernativa.

In questa concezione esclusivamente intergovernativa dell’Unione si fa strada una logica del piu’ forte, del compromesso e dello scambio di benefit e concessioni tra ex potenze che porta frequentemente il Consiglio europeo in conflitto con le due istituzioni sovranazionali: la Commissione ed il Parlamento, in particolare con i poteri rafforzati dal Trattato di Lisbona attribuiti all’assemblea di Strasburgo. Questo atteggiamento si riflette nei tentativi di ridurre la libera circolazione delle persone nei confini dell’Unione e di renderne sempre piu’ difficile l’ingresso, nell’ostilità al progetto di istituire gli Eurobond e l’unione fiscale come strumenti autonomi  di finanziamento degli investimenti a dimensione europea sullo sviluppo e la crescita e più in generale in relazione alle prospettive finanziarie dell’Unione europea dal 2014 al 2020, nella politica Estera e di Difesa. Eppure gli obiettivi che l’Europa si e’ posta nella sua dimensione federativa e transnazionale piu’ consapevole, rappresentata dalle istituzioni e dai trattati europei, sono quanto mai ambiziosi e disegnano da qui al 2020 una strategia di progresso scandita da traguardi di civilta’ in tutti i settori, dall’ambiente, al lavoro, all’inclusione e la coesione sociale.

Tuttavia questa debolezza rischia di allontanare i cittadini dal grande progetto dell’integrazione europea. Vi è il rischio che si saldino dinamiche di un ritorno a protezionismi nazionalistici con dinamiche di localismi miopi, allontanando l’Europa non solo dal nobile processo della sua integrazione e del suo allargamento, ma soprattutto dalla necessità della costruzione di un sistema economico sociale giusto inclusivo e competitivo, che sappia rispondere alle sfide della globalizzazione, dell’immigrazione, dell’occupazione giovanile e dell’invecchiamento demografico. Per questi motivi si deve andare avanti senza farsi intrappolare dalle derive populiste.

Non si deve arretrare di un millimetro sul terreno dei diritti e delle conquiste acquisiti, che vanno difesi insieme ai principi che le hanno animate. Si deve rilanciare con forza l’obiettivo della costruzione degli Stati Uniti d’Europa e di una nuova cittadinanza euro-mediterranea, inclusiva di tutte le popolazioni che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, dando subito vita a una comunita’ di paesi rivieraschi simile all’organizzazione che diede origine alla Comunita’ europea, con una prima struttura di cooperazione rafforzata e di delega di poteri a un’entita’ sovrannazionale. Per raggiungere traguardi tanto ambiziosi in una congiuntura politica cosi’ negativa dobbiamo dotarci di partiti che sappiano trasformare questa crisi in un’opportunità. Riformare le istituzioni e le nostre forze politiche aprendole decisamente alla partecipazione, come abbiamo fatto con il Pd nella coraggiosa operazione di introdurre le primarie nell’esercizio democratico del paese, conducendo la nostra battaglia a fianco e dentro l’alveo della grande famiglia socialista europea: deve essere questa la stella polare che dobbiamo porre sul nostro orizzonte per dare saldezza e forza alla prospettiva e alle regioni del progresso sociale ed economico, in Europa e in Italia, fino a giungere alla costruzione degli Stati Uniti d’Europa.

Con amicizia

Gianni Pittella

 

 

 

 

 

 

Cari amici federalisti,

è sotto gli occhi di tutti il delicato momento politico che stiamo vivendo non solo in Italia, ma in tutta Europa. La crisi economica e finanziaria evidenzia l’incapacità dei governi nazionali di dare risposte esaurienti alle grandi questioni democratiche globali. Lo stesso dibattito politico si sta estremizzando, facendo delle posizioni che si assumono riguardo l’Europa, l’elemento qualificante di ogni azione di governo. Oggi, infatti, da più parti viene messa in discussione non solo la stabilità economica di alcuni paesi europei, ma l’esistenza stessa dell’Euro e dell’Unione europea, cosi almeno come l’abbiamo conosciuta fino adesso.

Saremo in grado di uscire definitivamente da questa crisi di sistema solo grazie alla creazione di un reale governo comune europeo e solo rilanciando la lotta per la Federazione europea, unica proposta in grado di dare risposte esaurienti alle numerose sfide globali della società contemporanea. Il Movimento Federalista Europeo affronterà anche questi temi durante il suo XXVI Congresso nazionale, che si svolgerà dal 22 al 24 marzo 2013 a Milano, ovvero nella città in cui 70 anni fa fu fondato il Movimento.

Come sempre la sezione “Altiero Spinelli” non mancherà di dare il proprio contributo di idee e di capacità di iniziativa per la causa federalista. Ma per far ciò occorre il contributo di tutti, a cominciare dall’iscrizione al MFE Roma, per far sentire forte la nostra voce e far pesare le nostre posizioni.  Anche solo con questo semplice gesto, ma unica fonte di finanziamento di cui disponiamo, si contribuisce fattivamente a mantenere vive le nostre attività e a dar forza al progetto degli Stati Uniti d’Europa. [*]

Per iniziare a discutere insieme di tutto questo è convocata Mercoledì 28 novembre 2012, ore 18,30, l’Assemblea annuale degli iscritti presso la nostra sede di Piazza della Libertà, 13 (IV Piano). L’intenzione è quella di realizzare un confronto aperto con tutti i possibili interessati alle proposte del MFE, dando a chiunque lo voglia dieci minuti per poter intervenire.

Alla fine dell’Assemblea, inoltre, chi vorrà potrà ritrovarsi a cenare insieme in modo conviviale.

Certi di poter contare sul vostro contributo, vi porgiamo i nostri migliori saluti federalisti.

 

Il Presidente                                                                                                   Il Segretario

Paolo Ponzano                                                                                             Paolo Acunzo

 


[*] Si ricorda che le quote annuali di iscrizione al MFE Roma sono: € 30 Ordinario (con abbonamento a rivista); € 15 Familiare (residente con altro socio), Giovane (under 18 anni) e AEDE; € 90 Militante; € 300 Benemerito.

L’iscrizione può essere rinnovata personalmente in Assemblea o fino a fine anno tramitebonifico bancario sul CONTO CORRENTE Banco Posta N° 91797001 intestato a MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO – Sezione di ROMA CIN: Y ABI: 07601 CAB: 03200. CAUSALE: tessera 2012 + cognome;o pagamento in posta del bollettino di versamento sul CONTO CORRENTE Banco Posta N° 91797001 intestato a MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO – Sezione di ROMA CIN: Y ABI: 07601 CAB: 03200; CAUSALE: tessera 2012 + cognome. IBAN IT 98 Y 07601 03200 000091797001 Codice BIC: BPPIITRRXXX Per informazioni potete contattare il tesoriere scrivendo a v.cidone@virgilio.it

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