Iniziative

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Venticinquesimo anniversario della morte di Altiero Spinelli

…Pertanto la meta finale della sua odissea non è ancora visibile. Ma la sua vita resta
un’ispirazione per chi prosegue il viaggio e, in particolare, per tutti coloro che
vogliono portarlo a termine.

(John Pinder -L’odissea federale europea di Altiero Spinelli )

Nel giorno della ricorrenza della morte di Altiero Spinelli, segnaliamo di seguito alcuni documenti a ricordo della sua figura e alcuni eventi commemorativi.

Un articolo di Pier Virgilio Dastoli: Gli Stati Uniti d’Europa. La visione di Altiero Spinelli

Un’interessante documentario di RAI EDUCATIONAL/RAI SCUOLA:  ALTIERO SPINELLI – IL PROGETTO EUROPEO. I PROFETI DELL’EUROPA

Inoltre, il canale RAI STORIA alle 11.05 di oggi, con replica alle 05.05, ripercorre –  all’interno del magazine Europa –  la nascita e la storia della Comunità Europea attraverso la figura di Altiero Spinelli

Infine, ricordiamo che oggi si svolgerà a Roma l’incontro  Per un’Europa libera e unita.

Nel corso dell’incontro verranno mostrati filmati sulla figura di Spinelli e illustrate le pubblicazioni su “Ulisse” e il federalismo europeo edite negli ultimi anni, insieme alle traduzioni del Manifesto di Ventotene nelle lingue ufficiali dell’UE, pubblicate con il contributo della Regione Lazio. Gli Atti del Comitato, Omaggio ad Altiero Spinelli, sono editi da Bulzoni, Roma 2011.

L’evento verrà preceduto da una cerimonia di ricordo di Altiero Spinelli da tenersi presso la targa a lui dedicata, in via Uffici del Vicario, in Roma, con la partecipazione di personalità politiche e militanti federalisti.

Sono previste analoghe cerimonie presso il Bâtiment Spinelli del Parlamento europeo a Bruxelles, a cura dello Spinelli Group, e nel luogo della fondazione del Movimento federalista europeo (agosto 1943) a Milano. Alle celebrazioni verranno invitate anche le scuole e le istituzioni intitolate ad Altiero Spinelli.

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Roma mercoledì 25 maggio

alle ore 17.00 presso la CGIL nazionale

Corso d’italia, 25 sala Di Vittorio

 

European Alternatives, Movimento Federalista Europeo, ARCI, CGIL, Da Sud, Osservatorio Europa, CIME, FLARE, Assopace, Uisp

organizzano un incontro per discuture di

UNA RINNOVATA POLITICA EUROPEA A FAVORE DELLA TRANSIZIONE DEMOCRATICA IN MAGHREB / MASHREK 

L’Europa è di fronte ad un’occasione unica di sanare le storiche ferite che la dividono dai paesi del Maghreb, sostenendo la transizione democratica in atto. Ma assente come entità politica, in questi giorni cruciali l’Unione europea si mostra agli occhi del mondo spesso divisa e contraddittoria. Per poter esprimere una politica estera e di sicurezza al servizio della pace, della democrazia, della giustizia e della solidarietà a livello internazionale occorre rilanciare il progetto di unità politica europea e definire una nuova strategia europea di vicinato per i paesi del Maghreb / Mashrek e di co-sviluppo equo e compatibile per l’intera regione del Mediterraneo.

Allo stesso tempo, come la recente querelle tra Francia e Italia sulla questione dei migranti tunisini dimostra, la mancanza di una vera politica europea sulla migrazione ha spesso determinato una situazione confusa, incerta e contraddittoria incapace di garantire la tutela dei diritti umani, civili, politici, sociali ed economici dei migranti e dei richiedenti asilo.

Il vento di cambiamento che soffia sul mediterraneo ci riguarda e riguarda le nostre società e il loro futuro. Un processo che va aiutato soprattutto sostenendo le organizzazioni della società civile dei Paesi del Maghreb/Machrek che possono e debbono essere protagoniste anche sul piano delle relazioni internazionali.

I rapporti tra UE e Maghreb/Machrek vanno modificati rendendoli finalmente democratici e al centro di questo cambiamento devono esserci gli uomini e le donne che hanno dato vita alle rivolte/rivoluzioni nel mediterraneo.

Questo incontro, che vuole essere un contributo alla riflessione internazionale affinché si arrivi al più presto ad una vera e propria conferenza della società civile del mediterraneo per la democratizzazione delle relazioni tra UE e Maghreb/Machrek, sarà una tappa di un percorso che passerà anche dal Meeting Internazionale Antirazzista, a fine giugno,  in Toscana, dal Forum Internazionale di Genova nel prossimo luglio, in occasione del decennale del G8 e da “Ole” il forum internazionale su criminalità organizzata e globalizzazione che si terrà ad Otranto ai primi di settembre.

L’incontro di Roma vuole contribuire a definire una serie di richieste concrete e attuabili, atte a delineare un possibilie ruolo positivo dell’Unione europea su cui costruire un consenso ampio, unitario, e trasversale. 

 

 

Partecipano 

Vittorio Agnoletto, FLARE

Raffaella Chiodo, Uisp

Danilo Chirico, Da Sud

Pier Virgilio Dastoli, CIME

Nicola Nicolosi Segr. Confederale CGIL (segretariato Europa)

Lorenzo Marsili, European Alternatives

Nicolas Milanese (Gran Bretagna)

Filippo Miraglia, ARCI / Migreurop

Luisa Morgantini, Assopace

Roberto Musacchio, Osservatorio Europa

Sègolène Pruvot (Francia)

Anna Maria Rivera

Franco Russo, Osservatorio Europa

Omeyya Seddik (Ass. FTCR-Tunisi)

Piero Soldini, CGIL

Helga Trupel, Verdi Europei (da confermare)

Nicola Vallinoto, MFE

Adel Zagaria (Egitto)

Sono stati invitati: Parlamentari Italiani, Parlamentari Europei, Rappresentanti del Governo Italiano e delle Istituzioni Europee.

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Comitato Nazionale Altiero Spinelli - Ministero Beni Culturali
“Per un’Europa libera e unita”

Per un’Italia europea

MFE

con presentazione degli Atti del Comitato nazionale Altiero Spinelli

e delle recenti pubblicazioni a lui dedicate

Roma, lunedì 23 maggio 2011, ore 15.00-19.00

Parlamento Europeo, Ufficio d’Informazione in Italia

“Sala delle Bandiere”

Via Quattro Novembre, 149


             Indirizzi dGIOVENTU' FEDERALISTA EUROPEAi saluto:

             Clara Albani, Direttore Uff. Informazione in Italia del Parlamento europeo

       Lucio Battistotti, Direttore Rappresentanza in Italia Commissione europea

      Renato Guarini, Presidente Comitato Nazionale Altiero Spinelli

       Oreste Calliano, Vice Presidente Associazione Universitaria Studi Europe

AICCRE              Paolo Acunzo, Vice Segretario nazionale Movimento Federalista Europeo

             Michele Picciano, Presidente Ass. Ital. Consiglio Comuni e Regioni d’Europa

             Lettura del messaggio del Presidente della Repubblica,

Giorgio Napolitano

         Introduzione: Gianni Pittella, Vice Presidente vicario Parlamento europeo

          Ricordano Altiero Spinelli e il suo messaggio federalista:

       Emma Bonino*, Roberto Di Giovan Paolo, Giovanni Maria Flick, Paola Gaiotti De Biase, Sandro Gozi

     Presentano gli Atti del Comitato Spinelli: Francesco Gui e Piero Graglia

      

Intervengono: Gianni Bonvicini, Raimondo Cagiano de Azevedo, Pier Virgilio Dastoli, Giulio        Ercolessi, Luigi Moccia, Roberto Musacchio, Edmondo Paolini, Jean-Marie Palayret, Gabriele Panizzi,     Paolo Ponzano, Tommaso Visone

    Modera: Giampiero Gramaglia

Nel corso dell’incontro verranno mostrati filmati sulla figura di Spinelli e illustrate le pubblicazioni su “Ulisse” e il federalismo europeo edite negli ultimi anni, insieme alle traduzioni del Manifesto di Ventotene nelle lingue ufficiali dell’UE, pubblicate con il contributo della Regione Lazio. Gli Atti del Comitato, Omaggio ad Altiero Spinelli, sono editi da Bulzoni, Roma 2011.

L’evento verrà preceduto da una cerimonia di ricordo di Altiero Spinelli da tenersi presso la targa a lui dedicata, in via Uffici del Vicario, in Roma, con la partecipazione di personalità politiche e militanti federalisti.

Sono previste analoghe cerimonie presso il Bâtiment Spinelli del Parlamento europeo a Bruxelles, a cura dello Spinelli Group, e nel luogo della fondazione del Movimento federalista europeo (agosto 1943) a Milano. Alle celebrazioni verranno invitate anche le scuole e le istituzioni intitolate ad Altiero Spinelli.

Locandina dell’evento

In collaborazione con:

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MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO

Sezione “Altiero Spinelli” Roma

Invito alla giornata di seminario

Unione Europea :

le politiche nello specchio delle rispettive contabilità pubbliche

Lunedì 28 marzo 2011, ore 9,30 – 19

Senato della Repubblica

Sala Bologna, Via di S. Chiara, 4/A

Roma

Siamo tutti consapevoli che il processo di consolidamento dell’ Unione europea, per giungere a conclusione, dovrà affrontare ancora non poche difficoltà : politiche e tecniche.

Questo seminario asseconda la necessità di dibattito su un tema, solo apparentemente minore, che, senza clamore, è già stato proposto all’opinione pubblica: la necessità che il linguaggio delle contabilità pubbliche dei paesi dell’Unione, sia in ampia misura consimile e comunque tale da renderle comparabili.

Tale intento potrà essere infatti conseguito se, preliminarmente, le contabilità pubbliche dimetteranno i criteri del sistema di cassa per assumere quelli della competenza: nella duplice accezione della corrispondenza temporale e della omogeneità degli aggregati delle voci più significative e immediatamente percepibili dalla pubblica opinione tutta.

Ne potranno risultare chiarezza e comparabilità dei bilanci europei delle rispettive comunità nazionali e locali : liquidità, investimenti, manutenzioni, cultura, spese sociali, stipendi…..

Tale sforzo di elaborazione, ”last but not least”, potrà comunque giovare ad avvicinare i cittadini alla, tuttora lontana, realtà dellacasa di vetroche è la categoria fondante di una autentica democrazia comunitaria.”

Dopo il saluto della sezione “Altiero Spinelli” del Movimento Federalista Europeo, nelle persone di Maria Teresa Di Bella e Paolo Acunzo ( rispettivamente Presidente e Segretario del MFE Roma ) , con l’ illustrazione delle motivazioni che hanno ispirato l’iniziativa, intesa come prima tappa di un discorso che continuerà, i lavori saranno introdotti e approfonditi, in sequenza e con i contributi del pubblico presente, dai docenti della materia :

Stefano Pozzoli ( prof. “ Ragioneria generale “ Univ. Parthenope, Napoli )

Francesco Ranalli ( prof. “ Contabilità pubblica “ Univ di Tor Vergata , Roma )

Umberto Triulzi ( prof. “ Politiche economiche europee” Univ. Sapienza, Roma )

I lavori, coordinati dal dott. Pierluigi Sorti, adotteranno un modulo temporale elastico e, con interruzione, per un buffet, intorno alle ore 13 , proseguiranno fino alle ore 19.

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L’MFE ha partecipato alla manifestazione Primo Marzo Sciopero degli Stranieri, evento organizzato dal  Comitato Primo Marzo per  esprimere la volontà, anche quest’anno, di dire No al razzismo e allo sfruttamento sul lavoro e Sì ad un’Italia multiculturale e arcobaleno.

Primo Marzo 2011 - sciopero degli straineri

Manifestazione Primo Marzo 2011 Sciopero degli stranieri

Per info e approfondimenti:

http://www.primomarzo2011.it/

O sulla pagina  Facebook

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Segnaliamo il Convegno:

PER UNA NUOVA COALIZIONE DEL LAVORO

IN EUROPA

Convegno organizzato

dal gruppo parlamentare europeo Gue-Ngl
in collaborazione con
Altramente-scuola per tutti e Cercare Ancora centro studi

Roma
10-11 febbraio 2011
via Poli, 19
(sala delle Colonne – Camera dei Deputati)

PER VISIONARE IL PROGRAMMA CLICCA QUI: convegno lavoro unione europea

 

Unione Europea Wiki

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Libertà di stampa

Libertà dei media in Europa: soluzioni comuni a problemi comuni

Sabato 5 Febbraio
Via Dionigi 59 (piazza Cavour), Roma
14.00 – 17.30

Le libertà di espressione e di informazione sono tra i valori fondamentali delle democrazie europee. Pur essendo garantite come valori inalienabili nelle Costituzioni di tutti i paesi membri dell’UE e persino nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, in realtà il pluralismo mediatico e la libertà di espressione sono minacciate continuamente in un gran numero di Paesi. La situazione dell’Italia, dell’Ungheria e della Romania, sono particolarmente preoccupanti, ma perfino “bastioni” democratici come la Francia e il Regno Unito stanno sperimentando attacchi alla libertà di informazione.

Per dare una risposta a questo problema, European Alternatives sta organizzando una serie di consultazioni cittadine deliberative che porteranno vari cittadini europei e diverse associazioni che li rappresentano a discutere di come la concentrazione mediatica può essere combattuta e come il pluralismo può essere mantenuto o ripristinato a livello europeo attraverso azioni comuni.

Introdurranno i lavori della consultazione Eva Simon della Hungarian Civil Liberties Union, esperta di libertà di informazione che parlerà della situazione ungherese, paese in cui una recente legge sui media dai tratti totalitari ha suscitato forti critiche da parte dell’Unione Europea, e Granville Williams, giornalista e autore di libri e di rapporti sul monopolio dei medi a in Europa, membro del Consiglio Nazionale  del gruppo di riforma dei media con sede nel Regno Unito, the Campaign for Press & Broadcasting Freedom (CPBF).

Unione Europea Wiki

Per registrarsi!

La seconda consultazione europea sulla libertà di informazione e espressione si terrà a Roma il 5 Febbraio in via Marianna Dionigi 59 (Zona Piazza Cavour) dalle ore 14 alle 17;30.  I posti sono limitati e verranno assegnati in ordine di iscrizione. Per registarsi è sufficiente inviare una mail al seguente indirizzo.

Scrivete a:

Alessandro Mollicone, European Alternatives Italia

a.mollicone@euroalter.com

Per ulteriori informazioni:

http://www.euroalter.com/IT/network/eventi/40/

Unione Europea Wiki

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di Michele Ballerin

(MFE Emilia Romagna)

Un’analisi

Un’analisi del contesto economico europeo appare fin troppo facile e decisamente preoccupante. Abbiamo gli elementi per constatare che la crisi economica è tutt’altro che superata, e che, soprattutto, non c’è ragione di aspettarsi che i suoi effetti vadano scemando. Il dato più preoccupante è che non esistono presupposti solidi per una ripresa nel breve e medio termine, perché non ci sono prospettive di crescita per la produzione e l’occupazione. Il disagio sociale che affligge molti stati dell’Unione Europea non sembra quindi destinato a diminuire.

Non deve stupire la dichiarazione rilasciata dal presidente dell’INPS, alcuni mesi fa, sull’opportunità di mantenere uno stretto riserbo riguardo al calcolo delle pensioni future per i lavoratori italiani parasubordinati, la cui divulgazione potrebbe mettere a repentaglio la stabilità sociale. Non deve stupire, ma deve senza dubbio fare riflettere.

Un motivo particolare di allarme andrebbe visto nella distanza che è venuta creandosi con gli anni fra i cittadini e le istituzioni europee. Tale distanza – misurata con cadenza regolare dal costante decrescere della partecipazione al voto per l’elezione degli europarlamentari – minaccia oggi di approfondirsi fino a minare le fondamenta stesse del progetto europeo.

Il problema non nasce dal fatto che l’Unione Europea evita di intervenire nel campo delle politiche economiche, bensì dal fatto che sta intervenendo in una misura che in passato sarebbe stata inimmaginabile: lo fa imponendo agli stati membri economicamente più fragili politiche di austerità che essi non sono in grado di sopportare. I prossimi provvedimenti di carattere finanziario in paesi come l’Italia, la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna porteranno in dono a un ceto medio già stremato un aumento della pressione fiscale, una riduzione dei salari pubblici e tagli senza precedenti ai servizi fondamentali. Nessun analista può seriamente aspettarsi che il PIL di questi paesi si gioverà di un simile trattamento, il cui risultato più prevedibile sarà di deprimere ulteriormente i consumi, gli investimenti produttivi e le entrate fiscali.

Inoltre tali politiche, così decisive per il presente e il futuro dei cittadini europei, sono destinate a essere percepite come il frutto di meccanismi decisionali opachi e distanti, di negoziati condotti a porte chiuse al di fuori di ogni possibilità di controllo democratico, e nei quali è del resto palese, secondo una logica che nessun trattato prevede, il prevalere sistematico del punto di vista tedesco: percezione che corrisponde all’esatta natura delle circostanze.

Tutto questo sta già avvenendo e le sue conseguenze sono prevedibili: la percezione che i cittadini hanno dell’Unione evolverà in senso negativo e le istituzioni comunitarie, percepite negli ultimi tempi come sostanzialmente inutili, saranno viste come una minaccia per la prosperità e il futuro dei cittadini europei. Non è una prospettiva incoraggiante: perché quando una società matura la convinzione che determinate istituzioni non servono i suoi interessi, o addirittura li ledono, diventa insofferente, e il suo primo, comprensibile istinto è di scrollarsi di dosso un apparato di cui sente ormai solo il peso.

Ognuno può trarre le conseguenze che crede da un simile scenario. Ma i federalisti europei non dovrebbero avere dubbi: è indispensabile che questo schema – questa percezione – si rovesci e che l’Unione Europea torni ad essere per i suoi cittadini una risposta, una speranza e una promessa di futuro. Per l’esattezza: l’unica risposta, l’unica speranza e l’unica promessa di un futuro accettabile. I cittadini europei dovrebbero sentirsi coinvolti nella costruzione di una prospettiva concreta di sviluppo – un nuovo modello di sviluppo, aggiungo: perché si tratta di essere creativi. Dovrà trattarsi di uno sviluppo socialmente ed ecologicamente sostenibile, fondato sulla conoscenza. Spetta all’Europa realizzare la sintesi fra economia e cultura, dimostrando al mondo che l’una non può esistere senza l’altra.

Qualunque sia l’iniziativa che le forze democratiche e federaliste decideranno di assumere, un piano europeo per lo sviluppo, che riprenda il discorso abbandonato di Lisbona e indichi un futuro ai cittadini dell’Unione, dovrebbe esserne al tempo stesso il contenuto fondamentale e il marchio evidente. Dovrà esistere nel più breve tempo possibile una politica economica europea, con una politica industriale europea che preveda un grande piano di investimenti in infrastrutture, ricerca e formazione, orientato a quella grande (benché graduale) riconversione della produzione in senso ecologico che ormai tutti giudicano necessaria e improrogabile.

Al tempo stesso è chiaro che un simile piano può essere realizzato solo se l’assetto istituzionale dell’Unione verrà riformato in senso federale: perché occorrono risorse che l’attuale struttura del bilancio comunitario non garantisce, occorre una finanza pubblica europea, occorre rimuovere il diritto di veto in materia di politica economica e fiscale. Inutile aggiungere che i tempi sono decisamente propizi, nonostante le prevedibili resistenze, perché una politica europea di bilancio vincolante esiste già di fatto, e proprio in questi giorni si sta mettendo mano a un’armonizzazione delle politiche fiscali, mentre una riforma anche sostanziale dei Trattati appare solo una questione di tempo. Tabù decennali stanno crollando uno dopo l’altro sotto l’urto degli eventi, e sarebbe davvero imperdonabile se la politica si tirasse indietro in una simile circostanza: i costi futuri si rivelerebbero presto insostenibili.


Una proposta

Per fortuna non si richiede di partire da zero. Al contrario: esiste una maggioranza nel Parlamento Europeo favorevole a imboccare questa strada. Ce lo rivela la Risoluzione approvata il 20 ottobre scorso contenente raccomandazioni puntuali alla Commissione Europea per un rafforzamento della governance dell’Eurogruppo e dell’intera Unione. Il federalista che legga anche solo la V raccomandazione in allegato avrà già parecchi motivi di soddisfazione, perché vi troverà, fra l’altro, espliciti riferimenti alla necessità di istituire una finanza pubblica europea e un Tesoro europeo: in breve, l’ossatura di un futuro governo europeo dell’economia, da realizzarsi mediante la cessione di quote decisive di sovranità dagli stati membri all’Unione.

Esiste dunque una maggioranza nel Parlamento Europeo, e noi sappiamo che esiste anche un’avanguardia: il Gruppo Spinelli. Costituitosi negli ultimi mesi del 2010, il Gruppo annovera fra i suoi membri personalità di eccezionale rilievo, sta raccogliendo il consenso di tutti i principali gruppi parlamentari e si è già mostrato capace di esercitare un’influenza determinante sul Parlamento, come hanno messo in luce le vicende (non ancora concluse) relative all’approvazione del bilancio comunitario per il 2011.

Su impulso del Gruppo si potrebbe perciò costituire una commissione di esperti (tra i quali membri qualificati del Movimento Federalista Europeo) per l’elaborazione di un progetto organico di investimenti federali per lo sviluppo sostenibile, tale da conferire sostanza e credibilità agli obiettivi della strategia UE 2020: non quindi una raccomandazione generica, ma una risoluzione che proponga un progetto specifico e articolato, centrato sull’idea di sviluppo, però con un corollario di riforme istituzionali che gli diano implicitamente la stessa carica innovatrice che ebbe nel 1984 il Trattato Spinelli e mirino a istituire, di fatto, una Federazione europea.

Se un’azione del genere venisse impostata esisterebbe ancora un pericolo da scongiurare: il rischio che l’iniziativa federalista portata avanti dal Parlamento Europeo si ritrovasse isolata, e per questo incapace di prevalere su un’eventuale opposizione del Consiglio. Ciò che appunto si verificò nel 1984. Se tale rischio sussiste è perché manca sulla scena europea l’attore più decisivo: i partiti politici nazionali. Il loro appoggio ad un’iniziativa federalista sarebbe indispensabile. Non bisogna dimenticare che dietro un Ministro e un Commissario europei c’è sempre un partito, la cui influenza al momento giusto potrebbe essere determinante.

In questo il Movimento Federalista Europeo può avere un ruolo preciso: contattare i responsabili per le politiche europee dei diversi partiti e farli discutere intorno al tavolo di un interforum federalista, con l’obiettivo, dopo avere trovato un accordo, di redigere un documento di indirizzo politico da sottoporre agli organi dirigenti dei rispettivi partiti perché si facciano carico della questione europea e si impegnino ad appoggiare, in tutte le sedi (Parlamento, Commissione, Consiglio dell’Unione, Consiglio Europeo), l’azione federalista del Parlamento Europeo.

Infine, e per l’intera durata dell’iniziativa, sarebbe altrettanto importante che il contenuto e la finalità del progetto fossero comunicati, servendosi di tutti i canali possibili, ai cittadini e ai diversi soggetti della società civile, ponendo sempre l’accento sulle prospettive di sviluppo economico e sociale che la sua attuazione garantirebbe.

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di Sandro Gozi

Veltroni nel suo discorso al Lingotto ha giustamente rilanciato la nostra proposta di eleggere un “presidente dell’Europa”. In Europa abbiamo dei popoli, da “unire nella diversità”, ma non abbiamo vere elezioni “europee” né un vero “governo europeo”. Ciò non è dovuto più solo o tanto a carenze istituzionali, quanto ad una palese assenza di volontà e di coraggio politico da parte dei leader dei governi e dei partiti nazionali ed europei. Perché già oggi potremmo legare più direttamente le elezioni europee alla scelta del capo dell’esecutivo europeo, potremmo avere un “presidente dell’Europa” e potremmo avere elezioni veramente europee con partiti transnazionali. Ci provammo nel 2009, col Partito Democratico Europeo, proponendo Guy Verhofstadt o Mario Monti. Allora, ci scontrammo con lo scetticismo del Pse, che ora invece sembra aver cambiato posizione. È questa in ogni caso la battaglia che noi democratici dobbiamo fare, in vista delle prossime elezioni del 2014 e in coerenza con le ragioni del Pd: superare gli schemi della politica del Novecento in Italia, proporre un’alternativa politica e democratica in Europa.
Il trattato di Lisbona ci consente infatti di eleggere un “presidente dell’Europa” senza necessità di ulteriori modifiche costituzionali. Vediamo come. Innanzitutto, quando parliamo di “presidente dell’Europa”, pensiamo ad un presidente con poteri esecutivi. Nell’Unione europea – che non nasce in base al principio della separazione dei poteri, ma della commistione di funzioni – ciò significa andare alla ricerca delle funzioni esecutive all’interno delle diverse istituzioni. Nel caso del presidente, dobbiamo guardare al Consiglio europeo e alla Commissione europea: per avere un “presidente dell’Europa”, occorre che le funzioni di “presidente del Consiglio europeo” (oggi esercitate dal belga Herman Van Rompuy) e quelle di “presidente della Commissione europea” (Josè Manuel Durao Barroso) siano attribuite alla stessa personalità.
Possibile? Certamente.
In base al trattato di Lisbona «il presidente del Consiglio europeo non può esercitare un mandato nazionale». Viene così sancita un’esplicita incompatibilità tra questa carica europea e cariche nazionali; implicitamente, però, viene anche ammessa la possibilità di cumulare la carica di presidente del Consiglio europeo con quella di presidente della Commissione europea. Questa formula è il frutto di una battaglia “sull’aggettivo” (“nazionale”, ma non “europeo”) che sotto la presidenza di Romano Prodi conducemmo con successo nel 2003 durante i lavori della Convezione sul futuro dell’Unione, assieme ai commissari Michel Barnier e Antonio Vitorino e con Giuliano Amato, allora vicepresidente della Convenzione stessa. Se le due cariche coincidessero, si assicurerebbe veramente più coerenza, più controllo democratico e meno frammentazione nell’azione esecutiva condotta da un vero e proprio presidente dell’Unione europea.
Parallelamente, accentuando la “parlamentarizzazione” del sistema politico europeo, già da tempo in corso, dobbiamo scegliere la personalità che dovrebbe ricoprire l’incarico di presidente dell’Unione europea attraverso le elezioni europee, chiedendo a tutti gli aspiranti a tale incarico di candidarsi alle elezioni europee.
Sempre in base al trattato di Lisbona, il parlamento europeo deve “eleggere” il presidente della Commissione: i vari partiti politici europei, quindi, potrebbero indicare il loro candidato, con l’accordo (di gruppi politici e governi) di eleggere presidente della Commissione il candidato del partito, o dell’alleanza di partiti, che risulti vincitore delle elezioni europee del 2014. Sarebbe infatti molto difficile per i capi di stato e di governo europei, riuniti nel Consiglio europeo (che devono «tenere conto» delle elezioni europee nel designare il presidente della Commissione) indicare come presidente della Commissione e sottoporre al voto parlamentare una personalità diversa da quella legittimata con voto popolare (che dovrebbero poi nominare anche presidente del Consiglio europeo per farne un vero “presidente dell’Unione europea”).
Rimane però aperta la questione della reale legittimità democratica di questo presidente, che non può basarsi su soluzioni istituzionali ma che richiede uno spazio politico europeo più forte e veri partiti politici europei, anziché le deboli confederazioni di partiti nazionali che oggi abbiamo in Europa. Ecco perché tale scelta dovrebbe venire accompagnata dalla modifica del sistema elettorale per il parlamento europeo. Modifica che dovrebbe portare ad un sistema elettorale veramente uniforme in tutti gli stati e ad una quota crescente di eletti non in liste di partiti nazionali ma in liste europee transnazionali, totalmente svincolate dalla nazionalità e dal territorio e basate unicamente sulla condivisione di una visione e proposta politica per l’Europa e un candidato alla sua Presidenza.
Andrew Duff, europarlamentare liberale, sta lavorando per una prima riforma in tal senso, con l’aggiunta agli eletti nelle liste nazionali di un esiguo numero di eletti in liste transnazionali. Non solo tale proposta va sostenuta con forza, ma occorre anche pensare ad un sistema che permetta, progressivamente, di aumentare le quote degli eletti nelle liste transnazionali e diminuire quelli nelle liste nazionali.
Una doppia riforma di questo genere, presidente dell’Unione europea eletto in liste transnazionali, permetterebbe veramente di rompere i 27 muri politici, mediatici, culturali nazionali che fanno delle elezioni europee delle elezioni di serie B, una sorta di test sulla (im)popolarità dei vari governi in carica. E soprattutto, tale riforma renderebbe evidenti a tutti le insufficienze e le debolezze degli attuali “partiti politici europei”, la necessità di superare le loro divisioni novecentesche e di costruire nuove forze e alleanze attorno al progetto per l’Europa e alla personalità che dovrebbe eseguire quel progetto come “presidente dell’Europa”. Un volto noto a tutti gli europei, un’idea scelta dagli europei, un’azione di cui rendere conto ai parlamenti e ai cittadini europei, in un’Europa più democratica.

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Date le numerose adesioni, di seguito pubblichiamo il programma definitivo dell’evento.

MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO

Centri Regionali di Abruzzo, Campania,

Emilia-Romagna, Lazio e Puglia


Programma definitivo

CONFRONTO MFE – MONDO DELLA POLITICA:

QUALI INIZIATIVE COMUNI PER LA FEDERAZIONE EUROPEA ?

Sabato 29 e Domenica 30 Gennaio 2011

Grand Hotel Adriatico, Montesilvano – PESCARA

SABATO 29 GENNAIO, ORE 14 DOMENICA 30 GENNAIO, ORE 9,30
Presiede: Damiana GUARASCIO, Pres. MFE Abruzzo Presiede: Eliana CAPRETTI, Seg. MFE Campania
Presentazione dei lavoriPaolo ACUNZO, Vice Seg. Naz. MFE Le Convenzioni dei cittadini europei”Virgilio DASTOLI, Pres. CIME
Il Piano E per l’Unione Federale EuropeaGuido MONTANI, Vice Pres. UEF Le campagne sui cambiamenti climatici”Maurizio GUBBIOTTI, Coord. Seg. LegAmbiente
Il Gruppo Spinelli”Sandro GOZI, Resp. Europa PD La terza rivoluzione industriale”Liliana DIGIACOMO, Dir. Naz. MFE
Il Movimento dei Movimenti”Roberto PALEA, Dir. Naz. MFE Un piano europeo per lo sviluppo”Michele BALLERIN, MFE – Emilia Romagna
Una proposta federalista ai partiti”Francesco GUI, MFE – Lazio La formazione in Europa”Raimondo CAGIANO, Pres. CIFE
L’Europa e i Diritti umani”Paolo GIANNOCCARI, AIPPE–Ass. italiana per PPE Una Scuola di politica europea”Stefano PIETROSANTI, Forum Nazionale Giovani
La protezione del lavoro in Europa”Grazia BORGNA, Dir. Naz. MFE Le Primarie del Popolo europeo”Paolo ORIOLI, Comitato promotore per le Primarie
Coerenza tra bilancio europeo e sistemi contabili”Pierluigi SORTI, Ass. Innovatori europei TransEuropa Network”Lorenzo MARSILI, European Alternatives
Il reddito minimo garantito”Piergiorgio GROSSI, Dir. Naz. MFE I Diritti civili dei Federalisti”Alcide SCARABINO, Uff. Campagna MFE – Roma
Un programma di governo per l’Europa”Antonio LONGO, Coord. Uff. Campagna MFE Europa e Mezzogiorno”Enzo AMENDOLA, Seg. PD Campania
L’Osservatorio europeo”Roberto MUSACCHIO, Resp. Europa SEL Un Congresso trans-frontaliero per il MFE”Ugo FERRUTA, Seg. MFE – Friuli Venezia Giulia
Il debito ecologico tra Nord e Sud del mondo”Lamberto ZANETTI, Dir. Naz. MFE Ore 13, Conclusioni 

A cura del Comitato promotore

Formula del confronto: Ogni proposta di iniziativa sarà presentata da una relazione di dieci minuti a cui seguiranno interventi liberi dei partecipanti di circa cinque minuti. Il Comitato promotore curerà la redazione di un documento di sintesi del dibattito che verrà presentato al Congresso nazionale MFE (Gorizia, 11-13/03/2011).

La partecipazione è aperta a tutti gli interessati ed è possibile prenotare l’apposito pacchetto notte del sabato e pasti di sabato e domenica (€ 60 in singola; € 45 in doppia) contattando direttamente l’albergo: info@grandhoteladriatico.com Tel. 085.4452695 Fax 085.4683270.

Per informazioni, adesioni e consultazione dei documenti : www.mferoma.eu

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