Attività

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Ven. 11 febbraio 2011 alle ore 18, sede MFE Roma

Cari Amici,

dopo il successo del Confronto di Pescara e la presentazione della richiesta di un preambolo da integrare alla bozza di mozione generale , viene convocata la continuazione dell’Assemblea pre congressuale a Ven 11 feb alle ore 18 in cui si definerà la linea e i delegati che il MFE Roma porterà al Congresso nazionale (Gorizia, 11-13 marzo) . A tal proposito vi prego di comunicarmi vostre disponibilità a venire a Gorizia e in assemblea verranno presentati doc o emendamenti che iscritti della sezione propongano di essere discussi dal congresso.

L’assemblea romana sarà preceduta nello stessa giornata alle ore 17 da una riunione del centro regionale del lazio sempre presso la nostra sede di Piazza della libertà 13 (IV piano). Siete tutti invitati a partecipare ad entrambi le riunioni.

Paolo Acunzo

Segr. MFE Roma

Per approfondimenti sul congresso:

Sito Nazionale del Congresso MFE 2011:  http://www.mfe.it/congresso2011/

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Riportiamo di seguito la mozione di politica generale presentata dal Segretario e dal Presidente

Il XXV Congresso del Movimento Federalista Europeo, riunito a Gorizia l’11 – 12 – 13 marzo 2011,

ricorda

– che settant’anni fa a Ventotene fu redatto il Manifesto per un’Europa libera e unita, in cui si affermava che la linea di divisione tra conservazione e progresso passa tra nazionalismo e federalismo;

– che il Movimento federalista europeo fu fondato per affermare la priorità dell’obiettivo federalista in Europa e nel mondo;

– che l’obiettivo indicato nel Manifesto di Ventotene resta tuttora attuale e continua a ispirare l’azione del MFE.

Riafferma

  • che la causa principale dei mali di cui soffre il mondo sta nel fatto che la fine dell’ordine mondiale monopolare e del disegno egemonico degli Stati Uniti non è stata accompagnata dalla formazione di un nuovo ordine mondiale;
  • che la crisi finanziaria, economica, ambientale, energetica, alimentare, la proliferazione nucleare, il terrorismo e la criminalità internazionali sono problemi che non riescono ad essere affrontati alla radice, perché le organizzazioni internazionali, in primo luogo l’ONU, sono prive di un potere proprio e quindi sono paralizzate dal principio nefasto della sovranità nazionale assoluta;
  • che, a causa della contraddizione tra un mercato e una società civile che si stanno globalizzando e la politica che resta prigioniera degli schemi nazionali, le decisioni dalle quali dipende il destino dei popoli tendono a spostarsi fuori dalle istituzioni rappresentative verso attori non statali privati; ne consegue che bisogna globalizzare la democrazia prima che la globalizzazione distrugga la democrazia.
  • che anche l’UE, che pure si è spinta più avanti rispetto alle altre organizzazioni internazionali sulla via del superamento della sovranità nazionale e dell’affermazione della democrazia internazionale, non riesce a dare risposte efficaci e credibili ai maggiori problemi del nostro tempo, perché, malgrado la moneta unica, non dispone dei mezzi né per governare l’economia europea, né per parlare con una sola voce nel mondo e soprattutto per il fatto che, malgrado abbia un Parlamento eletto direttamente, i cittadini non hanno il potere di scegliere chi li governa a livello europeo;
  • che l’accentramento del potere negli Stati nazionali, che impedisce ai governi di fare fronte ai grandi problemi dai quali dipende il nostro avvenire, impedisce anche l’autogoverno regionale e locale e la trasformazione in senso federale degli Stati nazionali.

Constata

  • che in questa situazione di potere, finora subita passivamente dalle élite politiche e culturali del mondo, le energie sociali che si formano a tutti i livelli diversi da quello nazionale, prive del riferimento ad altri livelli di governo democratici e indipendenti – sul piano locale, europeo e mondiale -, non possono né manifestarsi con successo né ambire a controllare il processo storico-sociale in corso per contribuire a risolvere i grandi problemi del nostro tempo e le sfide poste dalla globalizzazione;
  • che a causa dell’impotenza dei governi e delle classi dirigenti di fronte alle sfide globali stanno prendendo il sopravvento tendenze negative, se non addirittura distruttive, nella selezione della classe politica, nella partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e nelle aspettative, specialmente nel mondo giovanile, circa il proprio futuro e il proprio lavoro;
  • che in questo quadro i governi nazionali europei, impotenti di fronte alla gravità dei problemi di dimensione europea e mondiale, non sono in grado né di assicurare l’affermazione di un nuovo modello di sviluppo, né di offrire un valido contributo per promuovere una riforma dell’ordine politico e finanziario internazionale, né di condurre politiche innovative nel campo della sicurezza militare ed ambientale. Ostinandosi a mantenere nelle loro mani il potere di decidere in settori cruciali, anche se non possono più esercitarlo in modo autonomo, essi lasciano di fatto i loro cittadini in balia delle forze non governate della globalizzazione e delle decisioni dei vecchi e nuovi poli del potere in campo economico, energetico, tecnologico e militare. Vecchi e nuovi poli che – a meno che non mutino gli equilibri di potere in modo che possano maturare le condizioni per governare il mondo in modo più giusto, democratico, pacifico ed ecologicamente sostenibile – saranno inevitabilmente indotti a cercare di conservare ed accrescere la propria condizione di superiorità economico-finanziaria, tecnologica e militare.

Ribadisce

  • che la Federazione europea cambierebbe le prospettive: a) sullo scenario internazionale, in quanto essa disporrebbe di un potere contrattuale sufficiente e credibile – sia sul terreno economico, monetario, energetico e ambientale sia su quello della sicurezza – per inserirsi nel dialogo sulla riforma dell’ordine economico e monetario e sul disarmo; b) su quello europeo in quanto aprirebbe una nuova era di sviluppo politico nella vita di tutti gli europei;
  • che, proprio in quanto scopo ultimo della lotta federalista resta la Federazione mondiale, il federalismo non potrà dirsi davvero realizzato finché le istituzioni federali non si saranno estese a tutte le regioni del mondo e al mondo intero.

In questa ottica, considerando la sfida che maggiormente incombe oggi sull’Europa, cioè la crisi economica e finanziaria, dal cui esito dipende in gran parte il futuro degli europei, il Congresso del MFE rileva

  • che oggi l’UE rischia di essere travolta dalla crisi del debito sovrano degli Stati che minaccia la sopravvivenza dell’euro e quindi dello stesso mercato unico;
  • che la radice dell’attuale debolezza europea deriva dal fatto di aver creato una moneta senza Stato e di aver dato vita ad un mercato senza governo;
  • che le istituzioni europee, create dopo la fine della seconda guerra mondiale all’ombra dell’egemonia americana, nel nuovo quadro mondiale oggi in formazione risultano inadeguate e insostenibili a causa della loro subordinazione agli Stati nazionali, del deficit democratico che le indebolisce e della loro irrilevanza sul piano internazionale;

sottolinea la contraddittoria azione dei governi

  • che da un lato sono costretti ad intervenire per sostenere i paesi in difficoltà per salvare l’euro, mentre dall’altro cercano di mantenere il controllo delle politiche economiche, fiscali e di bilancio a livello nazionale, limitandosi a rafforzare regole che tutti si sono finora dimostrati incapaci di rispettare e di far rispettare.

Constata

  • che questo atteggiamento dimostra una preoccupante mancanza di volontà politica da parte dei paesi membri dell’Unione europea, e in particolare di quelli dell’Eurozona, di proseguire sulla strada della creazione di un potere europeo sovranazionale;
  • che l’alternativa tra Federazione europea e caos non può essere ignorata, come ormai testimoniano i sempre più frequenti richiami di commentatori e politici alla necessità di un soprassalto politico, alla creazione degli Stati Uniti d’Europa, all’unione fiscale federale e così via.

Pertanto il MFE ribadisce il proprio sostegno a tutte quelle iniziative che sono rivolte ad accrescere la solidarietà tra i paesi membri, a rafforzare il quadro di integrazione a livello europeo e a impedirne la disgregazione, a decidere con il voto non solo i rappresentanti nel Parlamento europeo, ma anche i responsabili del governo dell’Unione europea, a partire dall’elezione del Presidente della Commissione, quali

  • sul terreno economico e finanziario:

a) l’evoluzione del patto di stabilità nella direzione di un coordinamento vincolante delle politiche di bilancio degli Stati membri dell’Eurozona, intesa come sviluppo dell’iniziativa in corso del “semestre europeo di bilancio”;

b) il rafforzamento del “Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria”, varato dai paesi dell’euro nel momento più acuto della crisi greca, e la sua evoluzione in un’Agenzia federale del debito, per assicurare il rigore nella gestione delle finanze pubbliche e per consentire agli Stati indebitati di ottenere prestiti a tassi inferiori a quelli di mercato;

c) l’emissione di Union Bonds per finanziare infrastrutture ed altri investimenti di interesse comune europeo e che potrebbero essere garantiti istituendo risorse proprie dell’Unione ed in particolare la carbon tax per finanziare la ricerca e la riconversione ecologica dell’economia europea;

d) l’apertura di un dibattito sulla natura e la consistenza del bilancio dell’UE, promuovendo un’Assise dei rappresentanti dei Parlamenti nazionali e del Parlamento europeo;

e) il rafforzamento e l’ampliamento dei compiti delle istituzioni dell’Eurogruppo;

f) la rappresentanza unica europea in seno al FMI per consentire ai paesi dell’Eurogruppo di partecipare alla riforma del sistema monetario internazionale e per promuovere il passaggio da un sistema dominato dal dollaro a un sistema multilaterale fondato su un paniere di monete – che includa anche le monete dei principali paesi emergenti –, inteso come tappa verso una moneta di riserva mondiale;

  • sul terreno della politica estera e della sicurezza:
  1. le iniziative di cooperazione strutturata a partire da Francia e Germania ;
  2. la rappresentanza unica europea in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU;
  • sul terreno istituzionale
  1. la maturazione della volontà politica in un primo nucleo di paesi (innanzitutto Francia, Germania e Italia) di promuovere un salto verso l’unità politica federale;

un’iniziativa rivolta ai parlamentari europei e nazionali (a partire da quelli appartenenti ai paesi dell’Eurogruppo) per porre al centro della loro agenda politica il problema dell’unione politica europea.

Ribadisce

  • che solo con la nascita della Federazione europea, gli europei potranno tornare a progettare il proprio futuro, perseguendo un nuovo modello di sviluppo ecologico e sostenibile, difendendo e aggiornando le conquiste dello stato sociale, tutelando i diritti civili, sociali e politici di ciascun individuo, contribuendo alla nascita di un ordine mondiale cooperativo, sostenendo la pace e il processo di disarmo, rafforzando le istituzioni internazionali e indicando la via per la pace mondiale;
  • che, per giungere alla formazione della Federazione europea, occorre attivare una procedura costituente pienamente democratica, alla quale siano associati i cittadini, a partire da un’avanguardia di Stati;
  • che l’obiettivo deve pertanto essere quello della convocazione di una Convenzione costituente investita del mandato di elaborare la costituzione federale; questa assise dovrà associare gli organi parlamentari e di governo dei paesi decisi ad unirsi nella Federazione insieme a rappresentanti della Commissione europea e del Parlamento europeo;
  • che questa Convenzione, diversamente da quanto previsto dal Trattato di Lisbona, che pure indica un progresso verso il superamento del metodo delle conferenze intergovernative e del monopolio dei governi sul potere di revisione dei Trattati, dovrà avere le seguenti caratteristiche:

a) il veto di uno o più Stati non potrà impedire che la Convenzione possa riunirsi e prendere le proprie decisioni

  • b) per quanto riguarda il metodo di decisione in seno a questa assemblea, si dovrà passare dal principio del consensus a quello della doppia maggioranza dei parlamentari e dei governi;
  • c) per quanto riguarda la ratifica, nei paesi che hanno dato vita ai lavori dell’organo costituente, del testo costituzionale da esso elaborato, si dovrà passare dal principio dell’unanimità a quello della maggioranza qualificata dei cittadini e degli Stati, sulla base di un referendum popolare da tenersi simultaneamente in tutti i paesi coinvolti, in modo che la costituzione federale entri in vigore negli Stati che l’hanno ratificata.

Riafferma perciò la volontà di sviluppare la campagna per la Federazione europea, e impegna i suoi organi e le sezioni

  • a promuovere tutte quelle iniziative utili a sostenere il progetto della Federazione europea e dell’iniziativa di un’avanguardia di Stati in tal senso, cui l’Italia dovrebbe partecipare attivamente;
  • a favorire le iniziative del Parlamento europeo, della Commissione o dello stesso Consiglio europeo che consentano avanzamenti del processo di unificazione federale dell’Europa;
  • ad articolare tale campagna nei confronti dell’opinione pubblica, della società civile nelle sue diverse forme organizzate, della classe politica a tutti i livelli, delle istituzioni locali, nazionali ed europee, cercando in primo luogo di stimolare la collaborazione con quelle formazioni (come per esempio il Gruppo Spinelli e l’Intergruppo federalista), dove più forte appare la coscienza della necessità di un’Europa politica;
  • a promuovere la mobilitazione dei cittadini, dei partiti e dei movimenti della società civile, sulla base di un appello rivolto al Parlamento europeo, alla Commissione e al Consiglio europeo, cominciando dal livello locale con la realizzazione del progetto “Cento Città per la Federazione europea”, per convogliare in un unico contesto le diverse iniziative adottate e far sì che le azioni locali possano diventare cumulabili tra loro, riconoscibili all’esterno, proponibili anche fuori dall’Italia, utili per costituire delle reti di contatti – incluse quelle personalità della politica e della cultura, che sempre più di frequente adottano il linguaggio federalista – e per suscitare nuove energie da impegnare in ulteriori azioni di coinvolgimento dell’opinione pubblica su scala più ampia, a partire da una “Convenzione nazionale per la Federazione europea” da tenersi entro il 2012;
  • a privilegiare nell’organizzazione di eventi locali e regionali la formula della “Convenzione dei cittadini” con l’obiettivo di suscitare un grande movimento popolare, coagulando consenso attorno alla battaglia per la Federazione europea;
  • ad adoperarsi perché il prossimo Congresso dell’UEF adotti, pur tenendo conto della specificità delle proprie organizzazioni nazionali, una campagna per la Federazione europea, che sia in grado di mobilitare un ampio schieramento di forze politiche, sociali, economiche e culturali, anche al fine di attivare l’Iniziativa dei cittadini europei, prevista dal Trattato di Lisbona, con la quale un milione di cittadini può chiedere alla Commissione di proporre un atto legislativo dell’UE;
  • a costruire, a questo fine, una rete sovranazionale costituita dalle diverse espressioni del popolo europeo che condividono l’obiettivo della Federazione europea – o che comunque vogliono promuovere progressi in questa direzione – quali coalizioni, alleanze, think tanks, associazioni e movimenti transnazionali portatori di istanze che non possono essere soddisfatte a livello nazionale, ma necessitano dell’intervento di un governo democratico dell’Unione;
  • ad assicurare il proprio sostegno a tutte quelle iniziative promosse dal WFM ed ispirate alla strategia del gradualismo costituzionale che possono prefigurare le prime istituzioni della Federazione mondiale, (quali per esempio la ratifica universale dello Statuto del Tribunale penale internazionale e la creazione di una Assemblea parlamentare dell’ONU, oltre che a campagne che contribuiscano a promuovere il disarmo, a combattere i cambiamenti climatici e ad attuare la riforma del sistema monetario internazionale);
  • a continuare sulla strada già intrapresa di una leadership collettiva e di una direzione collegiale, condizioni indispensabili per valorizzare tutte le energie e per assicurare il passaggio del testimone alle nuove generazioni di federalisti.

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di Stefano Pietrosanti

Volenti o nolenti siamo una democrazia che riconosce come principale fonte di partecipazione e scambio tra società civile e organismi democratici i partiti. Questi partiti, nella grande maggioranza, sono organizzati in modo da avere al loro interno movimenti giovanili che formino ed educhino alla vita pubblica e alla copertura delle pubbliche funzioni i loro militanti.

Per queste organizzazioni, passa anche un grandissimo numero di persone che limiteranno il loro impegno politico attivo a quella particolare esperienza e che da quella particolare esperienza trarranno la buona parte delle loro conclusioni su cos’è la politica in genere, è quindi evidente l’interesse generale per tutto ciò, un interesse che trascende largamente quello di qualsiasi partito verso i suoi militanti.

Voglio richiamare questo fatto per ricordare ai cittadini qui presenti il loro ruolo fondamentale nel funzionamento dello stato democratico e liberale. Un ruolo che va molto al di là del dirsi che la politica è bella, un ruolo che indica almeno l’impegno nella ricerca di azioni pratiche da intraprendere.

Ho fatto parte di una giovanile di partito per tre anni e dal ricordo di quel periodo posso dire di aver vissuto una buona educazione alla democrazia, ma di aver constatato con altrettanta forza la mancanza di identificabili orizzonti d’impegno politico. Una mancanza che credo di non essere il solo ad aver notato e il cui portato sui ragazzi che crescono nei partiti è o una mera accettazione di dati di fatto, in cui la parola e il pensiero – basi fondamentali dell’ordinamento in cui viviamo – vengono ridotti a chiacchiere, o a quel barcollare del pensiero che è l’inversione tra l’azione e la dimensione ideale in cui l’azione si svolge.

Quando ho avuto modo di accorgermi di questo, ho avuto un’ulteriore fortuna, quella di incontrare l’Europa come idea. Quando l’ho “vista”, ho visto anche come ci fosse ancora almeno un orizzonte ideale per chi, in Europa, voglia vivere la sua vita pubblica in una dimensione di impegno politico: l’Europa stessa. Non è vero che l’inutilizzabilità conclamata dei sogni del novecento nel mondo di oggi ci costringa a rinunciare a qualsiasi sogno. Si ripropongono sogni precedenti su una scala più grande: oggi l’uomo impegnato in politica compie il suo scopo se comprende che è di nuovo l’uomo che deve forgiare uno spazio d’azione politico non ancora nato. Che lo è come lo erano i patrioti della Primavera dei Popoli, con in più la coscienza dei loro errori.

Questo voglio mostrare: la possibilità per i partiti di dare una dimensione ideale coerente ai propri militanti, la dimensione ideale della costruzione di un nuovo stato dove attuare effettivamente la democrazia come possibilità di scelta tra alternative reali e questo spazio può essere, per un Europeo, solo l’Europa. Nel concreto si potrebbe pensare a un Scuola Europea di Politica, che nasca in Italia con una serie di incontri itineranti per il territorio nazionale, rivolta ai tesserati delle giovanili di partito, che coinvolga come docenti personalità europee di primo livello che abbiano chiara la dimensione continentale della politica, trasmettendo ai giovani militanti conoscenze pratico-istituzionali spendibili nella partecipazione alla vita pubblica comunitaria, ma soprattutto l’esistenza dell’Europa, della sua possibilità di integrazione federale, come orizzonte ideale in cui vivere il proprio impegno di militanza, un orizzonte ideale che possa essere vissuto senza sensi di colpa, senza continui distinguo, con la purezza della novità.

Se di successo, e debitamente espansa tramite il livello dei Partiti Europei, una simile esperienza potrebbe essere un mattone fondamentale nella costruzione della società civile continentale e un innegabile merito politico per il partito che abbia il coraggio di fare il primo passo.

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Il 29 e 30 gennaio 2011 si è tenuto presso il Grand Hotel Adriatico di Montesilvano a Pescara il “Confronto MFE – Mondo della politica: Quali iniziative per la Federazione europea?” promosso dai centri regionali del MFE di Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia.

Dopo la presentazione dei lavori di Paolo ACUNZO sullo spirito dell’iniziativa e la formula dei lavori, ha aperto le relazioni Guido MONTANI proponendo un Piano E per l’Unione Federale europea e poi in successione: On. Sandro GOZI ha lanciato l’idea di un Network italiano del Gruppo Spinelli, per creare una rete italiana delle azioni previste dal gruppo a livello europeo. I trenta promotori che hanno raccolto l’invito al network si riuniranno insieme agli altri che vorranno aderire (scrivere a gruppospinelli@hotmail.it ) nelle prossime settimane per organizzare le proprie attività (interventi di Grossi, Gui, Palea, Cagiano, Marsili e Acunzo); Roberto PALEA ha illustrato le attività svolte in Piemonte dal Movimento dei Movimenti; Francesco GUI, riprendendo i temi presentati da alcuni amici federalisti in una lettera a Bersani, ha lanciato una proposta verso i partiti politici italiani per raggiungere l’obiettivo dell’Italia europea (interventi di Acunzo, Gozi, Musacchio, Palea, Orioli, Caloisi e Visone); Grazia BORGNA è intervenuta sui temi del modello sociale europeo e la protezione del lavoro in Europa (interventi di Sorti, Minneti, Musacchio, Di Bella, Gui e Longo); Piergiorgio GROSSI si è soffermato sui diversi aspetti e le varie iniziative in corso riguardo il reddito minimo garantito (interventi di Barbati, Pietrosanti, Gui, La Rocca , Sorti, Montani e Visone); On. Roberto MUSACCHIO ha invitato i federalisti europei ad aderire all’osservatorio europeo che nasce da una costola del European Social Forum (interventi di Borgna, Acunzo e Gui); Lorenzo MARSILI ha esposto le iniziative del TrasnEuropa Network e Festival, invitando i federalisti a parteciparvi; Jacopo BARBATI ha parlato dell’azione della JEF nel mondo della politica (Montani) e la prima giornata di lavoro si è conclusa con la relazione di Lamberto ZANETTI sul debito ecologico tra nord e sud del mondo. La serata si è conclusa a tarda notte dopo la cena, musica, balli e scambio di opinioni su diversi temi tra i partecipanti.

I lavori della seconda giornata sono stati aperti dalla relazione di Pierluigi SORTI sulla coerenza tra i sistemi contabili nazionali e il bilancio europeo; Paolo ORIOLI ha proposto una formula delle primarie in Europa per la scelta dei candidati alle prossime elezioni europee (interventi di Sorti e Acunzo); PierVirgilio DASTOLI ha fatto un bilancio e proposto modalità per le prossime programmate convenzioni dei cittadini europei (interventi di Palea, Longo e Orioli); Maurizio GUBBIOTTI ha invitato i federalisti ad aderire ad alcune campagne sui cambiamento climatici (interventi di Palea, Minneti, Lepri, Digiacomo e Zanetti); Liliana DIGIACOMO ha esposto le ragioni per cui i federalisti dovrebbero occuparsi della terza rivoluzione industriale attualmente in corso (interventi di Palea, Sorti e Zanetti); Michele BALLERIN ha proposto un piano europeo per lo sviluppo e forum dei dipartimenti europei dei vari partiti (Gui, Caloisi e Zanetti); Stefano PIETROSANTI ha presentato un progetto per una scuola di politica europea che potrebbe coinvolgere anche il forum nazionale dei giovani; Raimondo CAGIANO ha sottolineato l’importanza della formazione europea per la creazione di una reale cittadinanza; Alcide SCARABINO ha presentato alcune richieste specifiche di diritti civili europei su cui i federalisti potrebbero impegnarsi; Antonio LONGO ha chiuso le relazioni con i punti che potrebbe avere un programma di governo per l’Europa (Pietrosanti).

Nelle conclusioni Paolo ACUNZO ha ringraziato tutti i partecipanti per i preziosi contributi, si è rallegrato per il successo della formula e le iniziative prese. Infine a nome del Comitato promotore ha presentato il testo del cosidetto “Preambolo di Pescara” dando seguito all’invito di Presidente e Segretario nazionale di suggerire integrazioni da recepire nella mozione congressuale.

Tutti i documenti, le relazioni scritte degli interventi e a breve le registrazioni di tutti gli interventi sono disponibili su www.mferoma.eu

Il Comitato promotore si augura che il testo qui allegato possa essere recepito integralmente quale preambolo nella proposta di mozione generale unitaria da presentare al prossimo congresso nazionale MFE di Gorizia e invita altri iscritti ad aderire a tale preambolo.

Saluti federalisti

Paolo Acunzo

http://mferoma.wordpress.com/2011/02/03/federalismo-europeo-2/

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Libertà di stampa

Libertà dei media in Europa: soluzioni comuni a problemi comuni

Sabato 5 Febbraio
Via Dionigi 59 (piazza Cavour), Roma
14.00 – 17.30

Le libertà di espressione e di informazione sono tra i valori fondamentali delle democrazie europee. Pur essendo garantite come valori inalienabili nelle Costituzioni di tutti i paesi membri dell’UE e persino nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, in realtà il pluralismo mediatico e la libertà di espressione sono minacciate continuamente in un gran numero di Paesi. La situazione dell’Italia, dell’Ungheria e della Romania, sono particolarmente preoccupanti, ma perfino “bastioni” democratici come la Francia e il Regno Unito stanno sperimentando attacchi alla libertà di informazione.

Per dare una risposta a questo problema, European Alternatives sta organizzando una serie di consultazioni cittadine deliberative che porteranno vari cittadini europei e diverse associazioni che li rappresentano a discutere di come la concentrazione mediatica può essere combattuta e come il pluralismo può essere mantenuto o ripristinato a livello europeo attraverso azioni comuni.

Introdurranno i lavori della consultazione Eva Simon della Hungarian Civil Liberties Union, esperta di libertà di informazione che parlerà della situazione ungherese, paese in cui una recente legge sui media dai tratti totalitari ha suscitato forti critiche da parte dell’Unione Europea, e Granville Williams, giornalista e autore di libri e di rapporti sul monopolio dei medi a in Europa, membro del Consiglio Nazionale  del gruppo di riforma dei media con sede nel Regno Unito, the Campaign for Press & Broadcasting Freedom (CPBF).

Unione Europea Wiki

Per registrarsi!

La seconda consultazione europea sulla libertà di informazione e espressione si terrà a Roma il 5 Febbraio in via Marianna Dionigi 59 (Zona Piazza Cavour) dalle ore 14 alle 17;30.  I posti sono limitati e verranno assegnati in ordine di iscrizione. Per registarsi è sufficiente inviare una mail al seguente indirizzo.

Scrivete a:

Alessandro Mollicone, European Alternatives Italia

a.mollicone@euroalter.com

Per ulteriori informazioni:

http://www.euroalter.com/IT/network/eventi/40/

Unione Europea Wiki

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Date le numerose adesioni, di seguito pubblichiamo il programma definitivo dell’evento.

MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO

Centri Regionali di Abruzzo, Campania,

Emilia-Romagna, Lazio e Puglia


Programma definitivo

CONFRONTO MFE – MONDO DELLA POLITICA:

QUALI INIZIATIVE COMUNI PER LA FEDERAZIONE EUROPEA ?

Sabato 29 e Domenica 30 Gennaio 2011

Grand Hotel Adriatico, Montesilvano – PESCARA

SABATO 29 GENNAIO, ORE 14 DOMENICA 30 GENNAIO, ORE 9,30
Presiede: Damiana GUARASCIO, Pres. MFE Abruzzo Presiede: Eliana CAPRETTI, Seg. MFE Campania
Presentazione dei lavoriPaolo ACUNZO, Vice Seg. Naz. MFE Le Convenzioni dei cittadini europei”Virgilio DASTOLI, Pres. CIME
Il Piano E per l’Unione Federale EuropeaGuido MONTANI, Vice Pres. UEF Le campagne sui cambiamenti climatici”Maurizio GUBBIOTTI, Coord. Seg. LegAmbiente
Il Gruppo Spinelli”Sandro GOZI, Resp. Europa PD La terza rivoluzione industriale”Liliana DIGIACOMO, Dir. Naz. MFE
Il Movimento dei Movimenti”Roberto PALEA, Dir. Naz. MFE Un piano europeo per lo sviluppo”Michele BALLERIN, MFE – Emilia Romagna
Una proposta federalista ai partiti”Francesco GUI, MFE – Lazio La formazione in Europa”Raimondo CAGIANO, Pres. CIFE
L’Europa e i Diritti umani”Paolo GIANNOCCARI, AIPPE–Ass. italiana per PPE Una Scuola di politica europea”Stefano PIETROSANTI, Forum Nazionale Giovani
La protezione del lavoro in Europa”Grazia BORGNA, Dir. Naz. MFE Le Primarie del Popolo europeo”Paolo ORIOLI, Comitato promotore per le Primarie
Coerenza tra bilancio europeo e sistemi contabili”Pierluigi SORTI, Ass. Innovatori europei TransEuropa Network”Lorenzo MARSILI, European Alternatives
Il reddito minimo garantito”Piergiorgio GROSSI, Dir. Naz. MFE I Diritti civili dei Federalisti”Alcide SCARABINO, Uff. Campagna MFE – Roma
Un programma di governo per l’Europa”Antonio LONGO, Coord. Uff. Campagna MFE Europa e Mezzogiorno”Enzo AMENDOLA, Seg. PD Campania
L’Osservatorio europeo”Roberto MUSACCHIO, Resp. Europa SEL Un Congresso trans-frontaliero per il MFE”Ugo FERRUTA, Seg. MFE – Friuli Venezia Giulia
Il debito ecologico tra Nord e Sud del mondo”Lamberto ZANETTI, Dir. Naz. MFE Ore 13, Conclusioni 

A cura del Comitato promotore

Formula del confronto: Ogni proposta di iniziativa sarà presentata da una relazione di dieci minuti a cui seguiranno interventi liberi dei partecipanti di circa cinque minuti. Il Comitato promotore curerà la redazione di un documento di sintesi del dibattito che verrà presentato al Congresso nazionale MFE (Gorizia, 11-13/03/2011).

La partecipazione è aperta a tutti gli interessati ed è possibile prenotare l’apposito pacchetto notte del sabato e pasti di sabato e domenica (€ 60 in singola; € 45 in doppia) contattando direttamente l’albergo: info@grandhoteladriatico.com Tel. 085.4452695 Fax 085.4683270.

Per informazioni, adesioni e consultazione dei documenti : www.mferoma.eu

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UNA VITA PER IL FEDERALISMO EUROPEO E LA PACE

AICCRE
ASSOCIAZIONE ITALIANA PER IL CONSIGLIO DEI COMUNI E DELLE REGIONI D’EUROPA
FEDERAZIONE REGIONALE AICCRE ABRUZZO
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “FALCONE E BORSELLINO” BASCIANO (TE) 
SCUOLA PRIMARIA VAL VOMANO (TE)

 

Inaugurazione della Biblioteca di documentazione europea

“Umberto Serafini”

Realizzata dalla Federazione Regionale AICCRE Abruzzo con i fondi raccolti a favore della popolazione abruzzese colpita dal terremoto.

La cerimonia avrà luogo

SABATO, 29 GENNAIO 2011 alle ore 10.00

presso la Scuola Primaria Val Vomano (TE) – Via Fedele Romani

La presenza della S.V. è particolarmente gradita

PROGRAMMA

Ore 10.00 Saluti Autorità

Interventi: Antonio Lattanzi – Dirigente Scolastico

Lantino Romani – Responsabile USP Teramo

Valter Catarra – Presidente Provincia di Teramo

Pierluigi Di Giacinto – Sindaco di Basciano

Antonio Fabri – Sindaco di Penna S. Andrea

Michele Picciano – Presidente Nazionale AICCRE

Fabio Pellegrini – Vicepresidente del Consiglio d’Europa

Vincenzo Menna – Segretario Nazionale AICCRE

Emilio Verrengia – Segretario Nazionale Aggiunto AICCRE

Raimondo Cagiano de Azevedo – Docente Università “La Sapienza” Roma

Coordina i lavori: Damiana Guarascio – Segretario Generale AICCRE Abruzzo

Umberto Serafini, padre fondatore dell’Europa, nato a Roma nel 1916 e morto il 22 settembre 2005, all’età di 89 anni, iniziò la militanza antifascista già nel 1935, tanto da dover successivamente rinunciare alla docenza universitaria di Storia delle Dottrine Politiche.

Nel 1950, a guida di un gruppo di europeisti, fondò il Consiglio dei Comuni (e successivamente anche delle Regioni) d’Europa al quale divenendo Presidente fondatore della Sezione Italiana (AICCE/AICCRE) dedicò le sue energie dei decenni successivi dirigendo l’importante periodico “Comuni d’Europa”.

Egli fu un alfiere fondamentale ispiratore e realizzatore del contributo sempre più rilevante portato dagli enti locali e regionali alla costruzione di un’Europa unita e federale e contribuì, insieme ad Altiero Spinelli ed Alexandre Marc, a guidare quel “fronte democratico europeo” che si batté duramente e con successo nella lotta per l’elezione popolare diretta del Parlamento europeo.

 

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Per informazioni: Damiana Guarascio – Segretario Generale Federazione Regionale AICCRE Abruzzo

Tel. 085 74720 –  Fax. 085 9432760 – E-mail: damiana.guarascio#tiscali.it

Antonio Lattanzi – Dirigente Scolastico Ist. Compr. Stat. “Falcone e Borsellino” – Basciano (TE)

Tel. 0861 650180 –  Fax. 0861 651653 – E-mail: antoniolattanzi#inwind.it

Val Vomano è una frazione del Comune di Penna S. Andrea. È situata a 15 km da Teramo.

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MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO

Centri Regionali di Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia

IL PROGRAMMA AGGIORNATO

CONFRONTO MFE – MONDO DELLA POLITICA:

QUALI INIZIATIVE COMUNI PER LA FEDERAZIONE EUROPEA ?

Sabato 29 e Domenica 30 Gennaio 2011

Grand Hotel Adriatico, Montesilvano – PESCARA

Sab 29, ore 14: Registrazione dei partecipanti e saluti delle Autorità Un programma di governo per l’Europa” 

Antonio LONGO, Resp. Uff. Campagna MFE

 

Presentazione dei lavori 

Paolo ACUNZO, Vice Seg. Naz. MFE

 

TransEuropa Festival” 

Lorenzo MARSILI, European Alternatives

Europa e Mezzogiorno” 

Enzo AMENDOLA, Seg. PD Campania

 

Le iniziative dei federalisti in Europa” 

Guido MONTANI, Vice Pres. UEF

 

La protezione del lavoro in Europa” 

Grazia BORGNA, Dir. Naz. MFE

 

Osservatorio europeo” 

Roberto MUSACCHIO, Resp. Europa SEL

Il reddito minimo garantito” 

Papi BRONZINI, BIN – Italia

Le Primarie del Popolo europeo” 

Paolo ORIOLI, Comitato per le Primarie sempre

 

La formazione in Europa” 

Raimondo CAGIANO, Pres. CIFE

Il Movimento dei Movimenti” 

Roberto PALEA, Dir. Naz. MFE

 

Le Convenzioni dei cittadini europei” 

Virgilio DASTOLI, Pres. CIME

 

Una Scuola di politica europea” 

Stefano PIETROSANTI, Forum Nazionale Giovani

L’intergruppo federalista in Italia” 

Roberto DI GIOVAN PAOLO, Pres. Intergruppo

 

I Diritti civili dei Federalisti” 

Alcide SCARABINO, Uff. Campagna MFE – Roma

Un Congresso trans-frontaliero per il MFE” 

Ugo FERRUTA, Seg. MFE – Friuli Venezia Giulia

 

Bilancio europeo e sistemi contabili” 

Pierluigi SORTI, Ass. Innovatori europei

Il Gruppo Spinelli” 

Sandro GOZI, Resp. Europa PD

 

Cento città per la Federazione europea” 

Luisa TRUMELLINI, Dir. Naz. MFE

Le campagne sui cambiamenti climatici 

Maurizio GUBBIOTTI, Cord. Seg. LegAmbiente

 

Il debito ecologico tra Nord e Sud del mondo” 

Lamberto ZANETTI, Seg. MFE – Emilia Romagna

Una proposta federalista ai partiti” 

Francesco GUI, MFE – Lazio

Dom 30, ore 13: Conclusioni 

A cura del Comitato promotore: Paolo ACUNZO, Eliana CAPRETTI, Liliana DI GIACOMO, Damiana GUARASCIO e Lamberto ZANETTI

Formula del confronto: Ogni proposta di iniziativa sarà presentata da una relazione di dieci minuti a cui seguiranno interventi liberi dei partecipanti di circa cinque minuti. Il Comitato promotore curerà la redazione di un documento di sintesi del dibattito che verrà presentato al Congresso nazionale MFE (Gorizia, 11-13/03/2011).

La partecipazione è aperta a tutti gli interessati ed è possibile prenotare l’apposito pacchetto notte del sabato e pasti di sabato e domenica (€ 60 in singola; € 45 in doppia) contattando direttamente l’albergo: info@grandhoteladriatico.com Tel. 085.4452695 Fax 085.4683270 www.grandhoteladriatico.com

Per facilitare le prenotazioni utilizza  il form PRENOTAZIONE ALBERGHIERA 29-30 gennaio 2011-2 CLICCA QUI

Come raggiungere il Grand Hotel Adriatico-2 – CLICCA QUI

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Convenzione dei cittadini europei

Proseguono i lavori della Convenzione dei Cittadini Europei

Nell’ambito della Convenzione dei Cittadini Europei sui diritti collettivi e beni comuni, gli incontri di studio programmati per il 2011 sono i seguenti:

1. Il significato di “beni comuni” (giovedì 20 gennaio 2011, ore 14,30 -19)*

Negli ultimi tempi è emersa come questione cruciale per il futuro dell’umanità quella dei “beni comuni”: aria, acqua, clima, conoscenza, cultura e beni culturali, orbite satellitari, bande dell’etere, risorse minerarie dei fondi marini, biodiversità, ecc. Oggi la crisi economico-finanziaria manifesta una potenza distruttiva ma anche un potenziale di cambiamento che si riverberano entrambi direttamente sulla problematica dei “beni comuni” Del resto, se la crisi non è un incidente di percorso ma è crisi strutturale di un intero modello di sviluppo che con essa deflagra, solo i “beni comuni” potranno operare come bussola per il veicolamento produttivo degli avanzamenti della scienza e della tecnica, gli investimenti di lungo termine, la gamma di azioni richieste dalla messa in opera di un nuovo modello di sviluppo. La costruzione di un quadro di carattere generale sulle definizioni e sugli orientamenti del dibattito intorno ai “beni comuni”, materiali e immateriali, mostra che la produzione e riproduzione di questi beni, essenziali per l’ordine sociale, pone in questione l’intero assetto istituzionale e informale delle società: il rapporto con i “beni pubblici”, diritto naturale e diritto positivo, condizioni di produzione,  condizioni di escludibilità-rivalità. Non a caso le stesse costituzioni moderne mettono al loro centro la problematica dei “beni comuni”. I “beni comuni” rimandano alla questione del “legame sociale” e dell’erosione delle basi morali della società, incorporano il potenziale dello “sviluppo umano”, ripropongono interrogativi sui limiti della mercificazione e del primato del mercato. Occorre capire perché i conflitti globali riguardino oggi così intensamente i “beni comuni”, naturali e culturali, artificiali e virtuali. In gioco sono diritti fondamentali, costituzioni, contratto sociale, governance, qualità e dignità della vita umana e sociale

Relazioni: Carlo Donolo,  Maurizio Franzini,  Stefano Rodotà
Discussione
Coordina:  Laura Pennacchi

* Il primo incontro a carattere “introduttivo” non prevede il  “focus”.

2. La scoperta dei “beni comuni”(giovedì 24 febbraio 2011, ore 14,30 -19)

In quanto presupposti indispensabili della vita e della società umane i “beni comuni” sono sempre esistiti, ma non sempre si è avuta coscienza della loro essenza che risiede in primo luogo nell’essere “il limite” senza il quale si compie la “tragedia”. Mentre nelle società tradizionali questa coscienza era sancita religiosamente, nelle società moderne il limite è stato via via spostato per divenire infine evanescente sotto la spinta del meccanismo della crescita illimitata, trasformando il rischio cui sono esposti i beni comuni in un rischio sistematico, inerente cioè al sistema e al processo sociale. Il moderno paradigma asociale dell’homo oeconomicus ha sequestrato l’umana semantica del “bene”  nei ristretti confini della valorizzazione economica, della trasformazione di ogni aspetto della vita in oggetto della tecnica e della razionalità economica. Dal punto di vista analitico, la “scoperta” o la “riscoperta” dei beni comuni, ovvero una loro distinzione concettuale, si data ai primi studi di Garret Hardin (The Tragedy of the Commons in “Science”, 1968) che hanno avviato il dibattito contemporaneo, tuttavia ci sono numerosi e illustri antecedenti che si possono far risalire almeno fino alle idee di Hobbes sulla natura dell’ordine sociale. Un lungo itinerario nella storia dei saperi (filosofici, giuridici, economici, sociologici, politologici) che si arricchisce in corrispondenza con l’odierno incessante aggiornamento del dizionario dei “beni comuni”, materiali e immateriali, e della complessità dei loro nessi. La “scoperta” dei beni comuni ripropone, ad esempio, tutti i problemi classici delle costituzioni moderne, dalla questione del potere legittimo, a quello della cittadinanza, dai diritti dell’uomo e del cittadino alla loro estensione globale. La riflessione intorno ai  fondamenti culturali e ai paradigmi ermeneutici si propone oggi come costituiva  per la concettualizazione e l’analisi dei “beni comuni”.

Relazioni: Giacomo Marramao, Elena Pulcini
Focus: Alessandro Montebugnoli, “I nuovi orientamenti del capitale finanziario”
Discussione
Coordina: Gabriella Turnaturi

3. La tragedia dei “beni comuni” (giovedì 24 marzo 2011, ore 14,30-19)

Il tema dei “beni comuni” si è imposto nel dibattito pubblico nel momento stesso in cui si è presa coscienza della crescente violazione ed esauribilità di risorse vitali per la sopravvivenza delle generazioni viventi e future, dalla più evidente “tragedia” della  mercificazione ed esauribilità delle risorse naturali alla “tragedia” dei diritti collettivi negati. La crisi ambientale ha rappresentato il primo e fondamentale stimolo a elaborare la nozione di “bene comune”, in quanto tale sottratto alle logiche patrimoniali e di mercato che storicamente hanno condotto allo sfruttamento indiscriminato e alla devastazione delle risorse naturali e che ora, sotto le spoglie di una “valorizzazione” capace di “preservarle”, ne legittimano la privatizzazione. L’acqua, l’aria, il clima, la biodiversità sono diventati “beni comuni fondamentali” quando la parabola ottimistica dell’attuale modello di sviluppo è giunta a compimento, mostrando il “tragico” destino degli equilibri ecologici del pianeta. Oggi che le scarsità principali riguardano tempo, compagnia, comunità, la “tragedia dei commons” non ci appare più quella che ci è stata raccontata. Il problema della giustizia ambientale, del diritto all’accesso e al godimento universali di beni essenziali alla vita, chiama in causa le stesse basi morali e materiali della democrazia, la logica individualistica dei diritti e la dimensione nazionale della rappresentanza, quindi il senso di appartenenza comunitaria e di equità sociale e intergenerazionale, le politiche di tutela, offerta e redistribuzione delle risorse naturali e della ricchezza da loro derivante, la questione di un governo globale dei poteri economici sovranazionali.

Relazioni: Piero Bevilacqua, Luigi Ferrajoli
Focus: Ugo Mattei, “L’acqua e le privatizzazioni”
Discussione
Coordina: Catia Papa

4. La conoscenza come “bene comune” (giovedì 14 aprile 2011, ore 14,30-19)

La conoscenza è il principale motore delle moderne società il cui sviluppo dipende largamente dalla formazione, dalla ricerca, dalla diffusione dei saperi creativi e innovativi. La conoscenza è dunque una risorsa da condividere ed è un “bene comune” proprio in quanto costituisce un patrimonio collettivo soggetto a fenomeni di depauperamento e di esclusione. Nella società della conoscenza, in cui strumenti tecnologici sempre più potenti sembrano garantire infinite possibilità di trasmissione e di condivisione dei saperi, aumentano in modo preoccupante le forme di limitazione o di esclusione nell’accesso alle risorse. Norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, (cultural) digital divide, sovraccarichi cognitivi per eccessivi flussi di informazione, mancanza di risorse, sono solo alcuni dei  fattori che mettono a rischio lo stesso carattere di bene comune della conoscenza. La sua “sostenibilità”, la garanzia cioè di preservare e amplificare un sistema ecologico-sociale della conoscenza “utile”, comporta la definizione e la condivisione di nuove regole non più esclusivamente basate su modello della competizione e sulla valorizzazione economica. È necessario dunque ripensare la questione della proprietà intellettuale, il copyright, i brevetti; così come il ruolo svolto dalle infrastrutture e dalle istituzioni della conoscenza (scuole, università, biblioteche, archivi…), le forme di creazione, condivisione e conservazione digitale dei saperi. Garantire l’accesso alla conoscenza e la sua diffusione globale è una delle principali sfide a cui è chiamata oggi la democrazia.

Relazioni: Enzo Rullani, Giovanna Grignaffini
Focus: Fiorello Cortiana, “Internet e open source”
Discussione
Coordina:  Giancarlo Monina

5. Governare i “beni comuni” (giovedì 19 maggio 2011, ore 14,30-19)

Interrogarsi sulle istituzioni per i beni comuni significa risalire al contratto, il diritto privato, il diritto pubblico, la tassazione e gli altri tipi di risorse, l’impresa pubblica, l’impresa privata, l’impresa cooperativa. Significa anche riproporsi interrogativi sul rapporto tra “giusto” e “bene”, sui rapporti tra etica della giustizia e altre etiche, per esempio etica della “responsabilità” ed etica della “cura”. I “beni comuni” non pongono solo questioni di giustizia redistributiva ma anche di giustizia allocativa: l’asimmetria nell’accesso a beni essenziali, infatti, implica un’impasse del processo democratico e l’“incapacitazione” (la lesione delle capacità fondamentali) dei gruppi marginalizzati. Più specificamente: quale mix di politiche strutturali e di redistribuzione è richiesto dai “beni comuni”? Quale posto dare al paradigma delle “capacità” di Sen o a ipotesi di trasferimenti monetari generalizzati (tipo il “reddito di cittadinanza”, a cui molti sostengono si debba preferire il “lavoro di cittadinanza”)? Quali possono essere i vantaggi comparati delle diverse forme di impresa anche con riferimento alla rappresentanza e alla partecipazione dei diversi stakeholders? Ancora, come tenere conto, anche sul piano del disegno istituzionale, delle responsabilità nei confronti delle generazioni future? Infine, anche se solo a scopo esemplificativo, quali nuove sfide il governo dei beni comuni pone in termini di giustizia globale?

Relazioni: Edoardo Reviglio, Maria Rosaria Ferrarese
Focus: Giuliano Poletti, “La cooperativa di comunità come bene comune”
Discussione
Coordina:  Chiara Giorgi

6. “Beni comuni” e democrazia* (giovedì 23 giugno  2011, ore14,30-19)

Il mondo globale presenta caratteristiche a buon diritto definibili paradossali. Primo paradosso: la distribuzione dei redditi. Negli Usa, ad esempio, i dati disponibili ci dicono che, al netto della crisi, la reaganomics (egemone anche sui clintoniani) ce l’ha fatta a rimettere le lancette indietro di oltre 80 anni, riportando la geografia sociale dell’America a prima della Grande Depressione. I 300.000 americani più ricchi dichiarano un reddito pari a quello cumulato dai 150 milioni di statunitensi più poveri. Ciò significa che l’un per mille in cima alla scala dei redditi incassa quanto il 50% che sta in basso. Una disparità così non la si vedeva dal 1928. Non sbaglia dunque chi auspica un nuovo New Deal mondiale che, come accadde nel secondo dopoguerra, ancori la diffusione dei valori immateriali della libertà e della democrazia a concreti meccanismi di contenimento delle più eclatanti ingiustizie economiche. Con una importante differenza. Oggi è Internet il vero Palazzo di Vetro in cui far risuonare parole d’ordine capaci di colpire cuore e mente dei cittadini del mondo. Niente di questa realtà è scontato. La storia ci insegna che conoscenza e libertà non sono beni uguali alla terra e all’acqua, capaci di sopravvivere al regime di proprietà privata, bensì beni relazionali, che traggono cioè valore dall’arricchire le relazioni tra gli umani. A questo si allude quando si parla di effetto-rete: ogni nuovo ingresso arricchisce il tessuto connettivo, rendendo  più conveniente la partecipazione e così attirando nuovi membri. Come tutti i fenomeni nuovi, esso richiede nuove elaborazioni, oltre l’universalismo delle nostre pur venerabili Carte dei diritti. Nella società della conoscenza la sfera pubblica si ridefinisce, così come la cittadinanza territoriale e deterritorializzata, mentre emergono nuove forme di appartenenza e si affermano nuovi processi di democrazia deliberativa.

Relazioni: Luigi Bobbio, Nadia Urbinati, Pietro Costa
Discussione
Coordina: Gabriella Bonacchi

* L’ultimo incontro a carattere “conclusivo” non prevede il  “focus”.

Per informazioni, approfondimenti e adesioni:

www.diritticollettivi.eu

info@diritticollettivi.eu

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Fissata la data Della Marcia per la Pace 2011
Perugia Assisi

PerugiAssisi 2011

Info e aggiornamenti su:

http://www.perlapace.it/

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