Dal 22 al 24 marzo si è tenuto a Milano il 26° Congresso dell’MFE. Nella mattina di venerdì 22 marzo presso Palazzo Marino c’è stata la cerimonia di celebrazione dei settant’anni dalla nascita del Movimento, fondato a Milano nel 1943. Vi sono stati interventi delle istituzioni e di esponenti del mondo politico e culturale volti ad esprimere l’appoggio all’obiettivo del nostro Movimento.
Nel pomeriggio di venerdì si sono aperti i lavori del Congresso, con la relazione del Tesoriere, del Presidente e del Segretario MFE. In seguito, i partecipanti si sono divisi nelle cinque commissioni, ognuna delle quali affrontava temi di discussione importanti per decidere la linea politica del Movimento. La prima Commissione, nella quale è intervenuto il Presidente dell’MFE Roma Paolo Ponzano, affrontava, ad esempio, i problemi della Federazione nell’Unione; la quarta Commissione trattava dell’Italia e l’unità europea e ha visto confrontarsi il nostro Segretario di sezione Paolo Acunzo con Antonio Longo e Sergio Pistone. Le due esponenti della GFE romana (Margherita de Candia e la sottoscritta) hanno partecipato ai lavori della quinta commissione, in cui si è dibattuto il ruolo e l’organizzazione del Movimento. Durante tutta la giornata di sabato si sono svolti i lavori in plenaria (dove sono intervenuti molti nostri iscritti, fra i quali vorrei sottolineare l’intervento sulla comunicazione del Movimento di Angelo Ariemma) e la domenica mattina si sono svolte infine le votazioni, prima della riunione del nuovo Comitato Centrale.
Nel dibattito sono emerse posizioni diverse nel Movimento su alcuni punti. Sull’opportunità di creare la Federazione a partire dall’Eurozona, sulle “tempistiche” con cui portare avanti il progetto federale (se agire in questo stesso 2013 oppure lasciare l’azione al Parlamento Europeo che uscirà dalle elezioni del 2014), e su quale debba essere l’interlocutore privilegiato del Movimento Federalista Europeo, se i governi nazionali oppure il Parlamento Europeo.
Il tema su cui in particolar modo si è incentrato il dibattito, tuttavia, ruotava attorno al metodo da adottare per raggiungere il comune obiettivo della Federazione Europea e sul ruolo che deve avere il nostro Movimento nel guidare la rivoluzione federalista. Secondo il discorso tenuto dal Segretario Franco Spoltore, il Movimento deve avere a cuore la sua autonomia culturale e organizzativa. Ciò significa che non dovrebbe “contaminare” e “contaminarsi” con altre associazioni e organizzazioni, come invece è sostenuto da un’altra parte del Movimento. Secondo la Direzione in carica, il Movimento deve mantenere ben salda la sua identità e specificità, evitando quella che da Spoltore è definita “demagogica omologazione organizzativa del MFE ad altri movimenti”. Questo perché il Movimento è nella fase di “preparazione del momento dell’incandescenza” e dunque, in questa fase, non dovrebbe ancora diventare un Movimento di massa ben visibile, ma preparare l’introduzione nella storia del germe innovatore.
La delegazione romana (le cui posizioni, vorrei sottolineare, erano il frutto di un dibattito interno sentito e partecipato, portato avanti soprattutto all’interno del gruppo di lavoro sulla mozione Levi- Spoltore, che si era riunito più volte negli scorsi mesi) ha espresso una posizione diversa sulla questione, ritenendo che sia necessaria un’apertura del Movimento ai cittadini, e che sia indispensabile un’azione volta a riconciliare il “cittadino che cammina per la strada” (se non vogliamo usare il termine non molto amato di “società civile”) con il progetto europeo. Questo è fondamentale in un momento storico in cui spesso si nota una disaffezione o comunque un’indifferenza dei cittadini europei verso la comune casa europea. Avere un sostegno popolare al Movimento è davvero importante perché altrimenti si rischierebbe di procedere da soli verso la Federazione, senza una vera partecipazione democratica, per poi vedere respinti indietro tutti quei bellissimi progetti perché fra i cittadini non si è ancora sviluppata la debita consapevolezza della necessità di creare gli Stati Uniti d’Europa.
Per creare l’incandescenza, bisogna raccogliere prima la legna da ardere, perché se quella legna non c’è oppure è ignifuga, non c’è verso che la scintilla riesca a diffondersi.
Il dibattito è stato proficuo e, a mio parere, utile per la crescita del Movimento e non ha di certo messo in discussione la nostra unità nell’obiettivo comune della Federazione Europea. Tanto che, quando il Presidente ha annunciato che il Presidente del Consiglio incaricato Pierluigi Bersani avrebbe ricevuto il Movimento per le consultazioni per la formazione del nuovo governo, tutta l’aula è esplosa in un applauso soddisfatto ed emozionato.
La nostra delegazione ha scelto di porre alcuni emendamenti alla Mozione di Politica Generale presentata da Lucio Levi e Franco Spoltore, che sono stati discussi la domenica mattina. Gli emendamenti erano diversi e rispecchiavano la voce degli iscritti alla nostra sezione, ma in generale vertevano sull’orientare il ruolo del Movimento nella direzione che ho enunciato poco sopra. Alcuni di questi emendamenti sono stati accolti, su altri si è raggiunto un compromesso con la maggioranza dei votanti. La più parte di questi sono stati respinti. Per questo motivo, nella votazione finale sull’intera mozione, la nostra delegazione, insieme ai delegati dell’MFE Liguria, ha deciso l’astensione sulla mozione di politica generale, che è stata comunque approvata con un gran numero di voti. È stata approvata anche la mozione sull’ICE “Per un piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile e per l’occupazione”. In seguito, il nuovo Comitato Centrale eletto a confermato Lucio Levi alla Presidenza dell’MFE, Franco Spoltore Segretario e Claudio Filippi Tesoriere.
Alla mia prima esperienza di un Congresso Nazionale, vorrei riportare l’emozione di alzare quel cartellino verde e votare (condivisa quella domenica mattina senz’altro da Elisabetta Lepri e Massimo Minnetti), in quanto prova di una democrazia vera – e faticosa – che poco ha a che fare con quella nuova democrazia in cui basta premere un tasto del computer per prendere una decisione.
Un saluto a tutta la delegazione romana, con la quale ho condiviso questi momenti,
Livia Liberatore
GFE Roma
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