Fissata la data Della Marcia per la Pace 2011

Info e aggiornamenti su:
"L'Europa non cade dal cielo!"
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Tags: beni comuni, democrazia, Diritti collettivi, Marcia Perugia Assisi, pace, PerugiAssisi, Tavola della Pace
CONFRONTO MFE – MONDO DELLA POLITICA:
QUALI INIZIATIVE COMUNI
PER LA FEDERAZIONE EUROPEA ?
Sabato 29 e Domenica 30 Gennaio 2011
Grand Hotel Adriatico, Montesilvano – PESCARA
Sab 29, ore 14: Registrazione dei partecipanti e saluti delle Autorità |
“Una proposta federalista ai partiti” Francesco GUI, MFE – Roma
|
Presentazione dei lavori Paolo ACUNZO, Vice Seg. Naz. MFE
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“Un programma di governo per l’Europa” Antonio LONGO, Resp. Uff. Campagna MFE |
“Europa e Mezzogiorno” Enzo AMENDOLA, Seg. PD Campania
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“TransEuropa Festival” Lorenzo MARSILI, European Alternatives |
“La protezione del lavoro in Europa” Grazia BORGNA, Dir. Naz. MFE |
“Le iniziative dei federalisti in Europa” Guido MONTANI, Vice Pres. UEF
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“Il reddito minimo garantito” Papi BRONZINI, BIN – Italia |
“Osservatorio europeo” Roberto MUSACCHIO, Resp. Europa SEL
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“La formazione in Europa” Raimondo CAGIANO, Pres. CIFE |
“Il Movimento dei Movimenti” Roberto PALEA, Dir. Naz. MFE
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“Le Convenzioni dei cittadini europei” Virgilio DASTOLI, Pres. CIME
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“Una Scuola di politica europea” Stefano PIETROSANTI, Forum Nazionale Giovani |
“L’intergruppo federalista in Italia” Roberto DI GIOVAN PAOLO, Pres. Intergruppo
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“I Diritti civili dei Federalisti” Alcide SCARABINO, Uff. Campagna MFE – Roma |
“Un Congresso trans-frontaliero per il MFE” Ugo FERRUTA, Seg. MFE – Friuli Venezia Giulia
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“Primo Marzo: Sciopero degli stranieri” Francesca TERZONI, Coord. Naz. 1 Marzo
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“Il Gruppo Spinelli” Sandro GOZI, Resp. Europa PD
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“Cento città per la Federazione europea” Luisa TRUMELLINI, Dir. Naz. MFE |
“Ecologia ed Europa” Maurizio GUBBIOTTI, Cord. Seg. LegAmbiente
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Dom 30, ore 13: Conclusioni A cura del Comitato promotore: Paolo ACUNZO, Eliana CAPRETTI, Liliana DI GIACOMO, Damiana GUARASCIO e Lamberto ZANETTI |
Formula del confronto: Ogni proposta di iniziativa sarà presentata da una relazione di dieci minuti a cui seguiranno interventi liberi dei partecipanti di circa cinque minuti. Il Comitato promotore curerà la redazione di un documento di sintesi del dibattito che verrà presentato al Congresso nazionale MFE (Gorizia, 11-13 Marzo 2011).
La partecipazione è aperta a tutti gli interessati ed è possibile prenotare l’apposito pacchetto notte del sabato e pasti di sabato e domenica (€ 60 in singola; € 45 in doppia) contattando direttamente l’albergo: info@grandhoteladriatico.com Tel. 085.4452695 Fax 085.4683270 www.grandhoteladriatico.com
Programma provvisorio
CONFRONTO MFE – MONDO DELLA POLITICA:
QUALI INIZIATIVE COMUNI PER LA FEDERAZIONE EUROPEA ?
Sabato 29 e Domenica 30 Gennaio 2011
Grand Hotel Adriatico, Montesilvano – PESCARA
Sab 29, ore 14: Registrazione dei partecipanti e saluti delle Autorità |
“Una proposta federalista ai partiti” Francesco GUI, MFE – Roma
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Presentazione dei lavori Paolo ACUNZO, Vice Seg. Naz. MFE
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“Un programma di governo per l’Europa” Antonio LONGO, Resp. Uff. Campagna MFE |
“Europa e Mezzogiorno” Enzo AMENDOLA, Seg. PD Campania
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“TransEuropa Festival” Lorenzo MARSILI, European Alternatives |
“La protezione del lavoro in Europa” Grazia BORGNA, Dir. Naz. MFE |
“Le iniziative dei federalisti in Europa” Guido MONTANI, Vice Pres. UEF
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“Il reddito minimo garantito” Papi BRONZINI, BIN – Italia |
“Osservatorio europeo” Roberto MUSACCHIO, Resp. Europa SEL
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“La formazione in Europa” Raimondo CAGIANO, Pres. CIFE |
“Il Movimento dei Movimenti” Roberto PALEA, Dir. Naz. MFE
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“Le Convenzioni dei cittadini europei” Virgilio DASTOLI, Pres. CIME
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“Una Scuola di politica europea” Stefano PIETROSANTI, Forum Nazionale Giovani |
“L’intergruppo federalista in Italia” Roberto DI GIOVAN PAOLO, Pres. Intergruppo
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“I Diritti civili dei Federalisti” Alcide SCARABINO, Uff. Campagna MFE – Roma |
“Un Congresso trans-frontaliero per il MFE” Ugo FERRUTA, Seg. MFE – Friuli Venezia Giulia
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“Primo Marzo: Sciopero degli stranieri” Francesca TERZONI, Coord. Naz. 1 Marzo
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“Il Gruppo Spinelli” Sandro GOZI, Resp. Europa PD
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“Cento città per la Federazione europea” Luisa TRUMELLINI, Dir. Naz. MFE |
“Ecologia ed Europa” Maurizio GUBBIOTTI, Cord. Seg. LegAmbiente
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Dom 30, ore 13: Conclusioni A cura del Comitato promotore: Paolo ACUNZO, Eliana CAPRETTI, Liliana DI GIACOMO, Damiana GUARASCIO e Lamberto ZANETTI |
Formula del confronto: Ogni proposta di iniziativa sarà presentata da una relazione di dieci minuti a cui seguiranno interventi liberi dei partecipanti di circa cinque minuti. Il Comitato promotore curerà la redazione di un documento di sintesi del dibattito che verrà presentato al Congresso nazionale MFE (Gorizia, 11-13 Marzo 2011).
La partecipazione è aperta a tutti gli interessati ed è possibile prenotare l’apposito pacchetto notte del sabato e pasti di sabato e domenica (€ 60 in singola; € 45 in doppia) contattando direttamente l’albergo: info@grandhoteladriatico.com Tel. 085.4452695 Fax 085.4683270 www.grandhoteladriatico.com
Programma provvisorio
CONFRONTO MFE – MONDO DELLA POLITICA:
QUALI INIZIATIVE COMUNI PER LA FEDERAZIONE EUROPEA ?
Sabato 29 e Domenica 30 Gennaio 2011
Grand Hotel Adriatico, Montesilvano – PESCARA
Sab 29, ore 14: Registrazione dei partecipanti e saluti delle Autorità | “Una proposta federalista ai partiti”
Francesco GUI, MFE – Roma |
Presentazione dei lavori
Paolo ACUNZO, Vice Seg. Naz. MFE |
“Un programma di governo per l’Europa”
Antonio LONGO, Resp. Uff. Campagna MFE |
“Europa e Mezzogiorno”
Enzo AMENDOLA, Seg. PD Campania |
“TransEuropa Festival”
Lorenzo MARSILI, European Alternatives |
“La protezione del lavoro in Europa”
Grazia BORGNA, Dir. Naz. MFE |
“Le iniziative dei federalisti in Europa”
Guido MONTANI, Vice Pres. UEF |
“Il reddito minimo garantito”
Papi BRONZINI, BIN – Italia |
“Osservatorio europeo”
Roberto MUSACCHIO, Resp. Europa SEL |
“La formazione in Europa”
Raimondo CAGIANO, Pres. CIFE |
“Il Movimento dei Movimenti”
Roberto PALEA, Dir. Naz. MFE |
“Le Convenzioni dei cittadini europei”
Virgilio DASTOLI, Pres. CIME |
“Una Scuola di politica europea”
Stefano PIETROSANTI, Forum Nazionale Giovani |
“L’intergruppo federalista in Italia”
Roberto DI GIOVAN PAOLO, Pres. Intergruppo |
“I Diritti civili dei Federalisti”
Alcide SCARABINO, Uff. Campagna MFE – Roma |
“Un Congresso trans-frontaliero per il MFE”
Ugo FERRUTA, Seg. MFE – Friuli Venezia Giulia |
“Primo Marzo: Sciopero degli stranieri”
Francesca TERZONI, Coord. Naz. 1 Marzo |
“Il Gruppo Spinelli”
Sandro GOZI, Resp. Europa PD |
“Cento città per la Federazione europea”
Luisa TRUMELLINI, Dir. Naz. MFE |
“Ecologia ed Europa”
Maurizio GUBBIOTTI, Cord. Seg. LegAmbiente |
Dom 30, ore 13: Conclusioni
A cura del Comitato promotore: Paolo ACUNZO, Eliana CAPRETTI, Liliana DI GIACOMO, Damiana GUARASCIO e Lamberto ZANETTI |
Formula del confronto: Ogni proposta di iniziativa sarà presentata da una relazione di dieci minuti a cui seguiranno interventi liberi dei partecipanti di circa cinque minuti. Il Comitato promotore curerà la redazione di un documento di sintesi del dibattito che verrà presentato al Congresso nazionale MFE (Gorizia, 11-13 Marzo 2011).
La partecipazione è aperta a tutti gli interessati ed è possibile prenotare l’apposito pacchetto notte del sabato e pasti di sabato e domenica (€ 60 in singola; € 45 in doppia) contattando direttamente l’albergo: info@grandhoteladriatico.com Tel. 085.4452695 Fax 085.4683270 www.grandhoteladriatico.com
Tags: beni comuni, Cittadinanza europea, Crisi Europa, democrazia, Diritti collettivi, Europa, European alternatives, Federalismo Europeo, Immigrazione, Informazione, pace, Spinelli Group, www.primomarzo2010.it/
Documento del Presidente e del Segreterio del MFE Roma presentato al direttivo
1. La rivoluzione scientifica della produzione materiale, la svolta in corso nell’evoluzione del modo di produrre, ha scatenato la globalizzazione. Ne è derivata una crescente contraddizione tra il mercato e la società civile, che stanno assumendo dimensioni globali, e gli Stati, che dovrebbero governare questo processo, ma che non riescono a farlo perché sono rimasti nazionali.
2. La globalizzazione è stata guidata dall’ideologia del “fondamentalismo del mercato”, vale a dire dall’idea che i mercati siano capaci di autoregolarsi senza che sia necessario l’intervento dei pubblici poteri. È da notare che i leaders politici del fondamentalismo del mercato (i primi sono stati Thatcher e Reagan) non si sono soltanto astenuti dall’intervenire nei meccanismi del mercato, ma hanno praticato anche un attivo smantellamento delle regole, innanzi tutto di quelle destinate a controllare la finanza e il credito. La conseguenza è stata la subordinazione dei governi ai potenti gruppi finanziari e produttivi che dominano il mercato mondiale.
3. L’alleanza di potere tra interessi politici ed economici, che ha guidato la prima fase della globalizzazione, è stata sostenuta da un forte consenso. Non si possono negare infatti i successi della globalizzazione: una poderosa crescita economica, la riduzione della povertà, lo sviluppo industriale di regioni che hanno vissuto per secoli in condizioni di arretratezza e di dipendenza dal mondo occidentale e la caduta dei regimi basati su un’economia di comando, come quelli comunisti. Ma ora la crisi finanziaria ed economica ha fatto svanire l’illusione che l’umanità fosse in marcia verso un progresso ininterrotto.
4. È evidente che il funzionamento del sistema economico necessita di regole e di un governo, cioè di un ordine politico. Ciò che è stupefacente è la disinvoltura con quale i sostenitori del mercato autoregolato hanno chiesto ai governi di risolvere i problemi derivanti dal più catastrofico fallimento del mercato avvenuto dopo la grande depressione del 1929. Non si tratta solo di salvare il sistema del credito, che è uno dei gangli vitali dell’economia mondiale, ma anche di intervenire in quei settori che la scienza economica ha da tempo indicato come quelli dove il mercato è destinato a fallire: la protezione sociale, la disoccupazione, la protezione dell’ambiente.
5. La crisi offre l’occasione per imprimere una nuova direzione allo sviluppo dell’economia. Nei paesi ricchi occorre abbandonare l’obiettivo della crescita dei consumi – che resta invece importante nei paesi emergenti, dove persiste il flagello della povertà, della fame e delle malattie epidemiche – per muoversi verso un modello di sviluppo sostenibile sul piano sociale e ambientale e verso il miglioramento della qualità della vita.
6. Il ritorno dello Stato come regolatore degli eccessi del capitalismo, da più parti invocato, è una pia illusione. Nel mondo contemporaneo il potere di decisione appartiene agli Stati di dimensioni macro-regionali e alle unioni di Stati, non più agli Stati nazionali. Il potere di governare il mercato globale è destinato a spostarsi verso le organizzazioni internazionali, nella prospettiva del loro crescente rafforzamento e della loro democratizzazione.
7. La crisi segna la fine del disegno egemonico degli Stati Uniti, ormai incapaci di svolgere il ruolo di gendarme e banchiere del mondo. Il declino degli Stati Uniti è scritto in queste cifre: mentre alla fine della seconda guerra mondiale il loro PIL ammontava alla metà del PIL mondiale, oggi è ridotto a poco più del 20%. Malgrado siano lo Stato più potente del mondo sul piano militare (sul suo bilancio grava la metà della spesa militare del mondo) e abbiano i mezzi per sconfiggere qualsiasi nemico, gli Stati Uniti non hanno saputo assicurare la pace in Iraq e in Afghanistan. Ciò conferma un’osservazione di Hegel su Napoleone – l’impotenza del vincitore –, che si applica specialmente alle guerre asimmetriche contro l’Afghanistan e l’Iraq.
8. L’Asia, l’America latina e l’Africa sono i motori della ripresa economica. Secondo i dati più recenti della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale, metà dello sviluppo economico del mondo viene ormai dai paesi emergenti, i quali sono stati colpiti meno duramente dalla crisi.
9. La nuova mappa del potere mondiale sarà tracciata da una nuova leadership internazionale, che non comprenderà più solo i paesi del G8, ma includerà i BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) e gli altri paesi emergenti che fanno parte del G20. La crisi ha accelerato la ridistribuzione del potere verso i paesi emergenti e verso la formazione di un ordine multipolare. Nessuna delle potenze emergenti ha il potere di sostituire gli Stati Uniti nel ruolo di leader mondiale, come gli Stati Uniti sostituirono nel secolo scorso l’Impero britannico. In mancanza di un potere dominante, la cooperazione tra i protagonisti della politica e dell’economia mondiale sembra essere senza alternative, anche se il nazionalismo non è ancora vinto. Il costo insopportabile della corsa agli armamenti, aggravato dalla crisi economica, ha convinto le grandi potenze a ricercare la sicurezza nella cooperazione piuttosto che nella competizione e a privilegiare gli strumenti civili della sicurezza rispetto a quelli militari. Il frutto dell’affermazione di questa tendenza è l’accordo russo-americano sulla riduzione delle armi nucleari strategiche (dicembre 2010), che segna la ripresa del disarmo.
10. L’insuccesso del Protocollo di Kyoto nel combattere il cambiamento climatico mette in evidenza l’esigenza di istituire un’Organizzazione Mondiale dell’Ambiente, dotata di poteri vincolanti. Infatti, finché non sarà conseguito questo obiettivo, ogni impegno potrà essere facilmente violato. Inoltre, una carbon tax permetterebbe di orientare i consumi energetici verso carburanti meno inquinanti e l’uso di energie rinnovabili e di finanziare la riconversione dell’economia dei paesi emergenti in una direzione ecologicamente sostenibile.
11. Come ha messo in rilievo Robert Triffin, il difetto fondamentale dell’attuale sistema monetario internazionale risiede nell’uso di una moneta nazionale – il dollaro – come moneta di riserva mondiale. Al crescente deficit della bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti, per assicurare la liquidità necessaria a sostenere lo sviluppo del commercio internazionale, corrisponde l’accumulazione di riserve nei paesi emergenti, in particolare la Cina. Non era mai accaduto che un governo prestasse una così ingente quantità di denaro a un altro governo, come la Cina agli Stati Uniti. Proprio la Cina, per iniziativa di Zhou, governatore della Banca popolare cinese, nel 2009, riferendosi a Triffin, ha proposto di sostituire il dollaro con un paniere di monete, avviando la transizione verso una moneta di riserva mondiale. È da deplorare che l’UE non abbia sostenuto il progetto di riforma cinese. La formazione di una moneta di riserva mondiale rappresenterebbe un passo da gigante nella direzione della Federazione mondiale, come la creazione dell’euro ha rappresentato una pietra miliare sulla via della Federazione europea.
12. Il cambiamento nei rapporti di potere nel mondo ha aperto la via alla formazione di un nuovo ordine mondiale. In particolare, il G20 mostra che i paesi emergenti hanno acquisito il potere di sedersi al tavolo dei negoziati dove si affronta il problema del nuovo ordine economico globale. Inoltre nel Comitato esecutivo del FMI i paesi emergenti hanno accresciuto il loro peso, mentre quello degli Stati Uniti e dei paesi europei è diminuito. Dal 2012 i primi dieci azionisti saranno gli Stati Uniti, il Giappone, quattro Stati dell’UE e i BRIC. Malgrado ciò, gli Stati Uniti mantengono ancora il diritto di veto, mentre i paesi dell’Eurogruppo potrebbero accrescere la loro influenza internazionale se decidessero di unificare la loro rappresentanza, come avviene nell’OMC e nella FAO, dove l’UE ha una rappresentanza unica.
13. Per quanto riguarda la riforma dell’ONU, è stato proposto l’allargamento alla Germania, al Giappone, all’India, al Brasile e a due non identificati Stati africani. È una proposta che ha due gravi difetti: è ingiusta, perché crea gendarmi regionali, e non è realistica, perché è sempre stata sconfitta da una coalizione di Stati nelle rispettive regioni. Dobbiamo quindi confermare la posizione che nel CdS debbano entrare i rappresentanti delle grandi regioni del mondo. Così tutti gli Stati sarebbero rappresentati in questo organo tramite le rispettive organizzazioni regionali.
14. La contraddizione tra la globalizzazione dei mercati e della società civile e la dimensione nazionale degli Stati ha gravi conseguenze sulla democrazia. Le decisioni dalle quali dipende il destino dei popoli tendono a spostarsi fuori dalle istituzioni rappresentative che sono sottoposte al controllo dei cittadini, verso centri di potere internazionali pubblici (le organizzazioni internazionali) o privati (le società multinazionali, le agenzie di rating, le reti televisive globali, le ONG, le organizzazioni criminali e terroristiche ecc.). Di fronte a questi fenomeni, dobbiamo domandarci quanto a lungo potrà sopravvivere la democrazia in un mondo nel quale le decisioni determinanti per l’avvenire dell’umanità sono prese a livello globale. Sul piano internazionale non esistono istituzioni democratiche, se si esclude l’esperimento, per altro incompiuto, del Parlamento europeo, il primo Parlamento sopranazionale della storia. È questa la via da seguire: bisogna globalizzare la democrazia (a cominciare dalla creazione di un’Assemblea parlamentare dell’ONU) prima che la globalizzazione distrugga la democrazia.
15. Il metodo del gradualismo costituzionale, che ha ispirato la strategia federalista nella costruzione dell’unità europea e ha consentito di conseguire grandiosi risultati, come l’elezione diretta del Parlamento europeo e la moneta unica, è l’approccio valido per costruire le prime istituzioni della Federazione mondiale. Lo mostra il successo della campagna per istituire il Tribunale penale internazionale, promossa dal WFM. Inoltre, ogni progresso nella costruzione dell’unità europea rappresenta un fattore di rafforzamento del ruolo internazionale dell’Europa e il veicolo dell’unificazione federale del mondo. Per esempio, il conferimento di un seggio all’UE nel CdS dell’ONU può essere il veicolo della trasformazione di questo organo nel Consiglio delle grandi regioni del mondo, che diventerebbe la Camera alta del sistema legislativo mondiale.
16. La nuova fase della politica mondiale, che si è aperta con la crisi finanziaria ed economica del 2008, ha messo a nudo la fragilità dell’UE e le contraddizioni di una moneta senza Stato. Il fallimento dell’euro – il traguardo più avanzato raggiunto dal processo di unificazione europea – equivarrebbe al fallimento del progetto europeo. Va riconosciuto che la BCE ha adempiuto pienamente al suo mandato: il mantenimento della stabilità dei prezzi con una media di inflazione di 1,87% all’anno nei dodici anni passati. Tuttavia, dopo i fallimenti delle banche, sono ora gli Stati che rischiano di cadere di fronte agli attacchi della finanza internazionale, come mostrano i casi della Grecia e dell’Irlanda. L’UE ha un debito e un disavanzo molto inferiori agli Stati Uniti e al Giappone. L’euro è una moneta stabile ed è la seconda moneta del mondo. Eppure solo l’UE subisce l’offensiva della speculazione internazionale, il cui proposito è di frantumare l’Unione monetaria, che costituisce il più potente baluardo che esista al mondo contro l’inflazione. Fare pagare ai cittadini con l’inflazione il risanamento del debito delle banche: questo è il disegno dei potenti interessi finanziari, che attaccano separatamente gli anelli più deboli dell’Unione monetaria europea, provocando un’ondata di sfiducia verso i paesi che hanno il più alto debito pubblico. E possono sperare di vincere, perché non esiste un governo europeo dell’economia, ma solo un coordinamento intergovernativo delle politiche economiche.
17. Qui sta la contraddizione che deve essere superata per fare sopravvivere l’UE e rilanciare il processo di unificazione. Lo prova la creazione del Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria (FESF), istituito per fare fronte alla crisi dei debiti sovrani esplosa in Grecia, e ora reso permanente dopo il salvataggio dell’Irlanda. Si tratta di un provvedimento che ha elevato un argine, temporaneamente efficace ma insufficiente, dei paesi dell’Eurogruppo contro la speculazione internazionale. Il FESF deve evolvere da mero meccanismo intergovernativo, non incluso nel bilancio dell’Unione, verso un’Agenzia federale del debito pubblico, per assicurare il rigore nella gestione del debito. Questo strumento, creato in una situazione di emergenza, deve essere completato con due elementi di carattere strutturale: il risanamento del debito degli Stati e il rafforzamento del bilancio europeo.
18. Il nuovo Patto di stabilità e crescita (quello vecchio è stato screditato dalla violazione dei suoi principi da parte di Francia e Germania) dovrà sottoporre a una sorveglianza europea il deficit e il debito degli Stati. I paesi che hanno il debito più elevato devono impegnarsi a conseguire un avanzo primario, che assicuri la progressiva riduzione del debito. Inoltre, la disciplina di bilancio dovrà avere rilievo costituzionale, come richiesto dalla Germania. Il che esige la revisione del Trattato di Lisbona. Il bilancio deve essere deciso in modo trasparente e democratico dopo un vero dibattito europeo, associandovi il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali.
19. Il rigore nei bilanci degli Stati, che a ragione esige il governo tedesco, non basta. Una stagione prolungata di rigore finanziario senza politiche di stimolo della crescita può portare i paesi più indebitati verso la depressione, che in definitiva impedirebbe di ripianare il debito. Occorre promuovere lo sviluppo, ma secondo un nuovo modello ecologicamente e socialmente sostenibile, illustrato nella tesi 5. Questa è la via maestra per ricuperare il consenso dei cittadini verso il progetto europeo. La questione delle risorse proprie è cruciale per dare all’UE gli strumenti per stimolare lo sviluppo. L’insufficienza delle risorse proprie di cui dispone l’UE (1% del PIL europeo) è il segnale della mancanza di autonomia del bilancio dell’Unione e della sua subordinazione ai governi nazionali. Per di più, oltre l’80% di queste risorse deriva da trasferimenti dai bilanci nazionali. Per fare affluire le risorse proprie necessarie a stimolare lo sviluppo, che solo l’UE può promuovere in modo efficace, sono disponibili due strumenti: le tasse (per esempio quella sulle emissioni di ossido di carbonio o quella sulle transazioni finanziarie internazionali) e l’emissione di euro-obbligazioni per finanziare la costruzione di infrastrutture, la ricerca e l’innovazione.
20. L’unificazione europea è entrata in una nuova fase: dopo l’Unione monetaria, l’avanzamento oggi possibile è quello dell’affermazione di un bilancio federale, basato su risorse proprie. Il processo si è sviluppato a tal punto che tutti i governi degli Stati membri dell’UE hanno perduto il potere di assicurare i basilari beni pubblici: non la sicurezza alle frontiere, non la lotta alla criminalità organizzata, non la prosperità economica, non la stabilità monetaria e finanziaria, né la protezione dell’ambiente, né la sfida energetica, né la lotta all’evasione fiscale, né la difesa dello Stato sociale, né il governo dei flussi migratori. È quindi necessario attribuire all’UE il potere di prelevare direttamente ai contribuenti le risorse necessarie a finanziare gli investimenti in quei beni pubblici, secondo i principi del federalismo fiscale. L’entità del bilancio europeo, includendovi l’onere relativo alla sicurezza e alla difesa, non dovrebbe eccedere il 5% del PIL europeo, come indicato recentemente da Emma Bonino. Ciò permetterebbe di rendere più efficiente la spesa pubblica e realizzare economie di scala, conseguendo un risparmio, perché l’incremento del bilancio europeo consentirebbe una riduzione dei contributi nazionali al bilancio europeo, in modo che resti inalterato l’onere che grava sui contribuenti.
21. Il dibattito sulla ripartizione delle risorse fiscali tra l’UE e gli Stati membri (e quindi anche sull’incremento delle risorse proprie dell’UE) deve avvenire nell’ambito di Assise rappresentative del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali (sul modello delle Assise di Roma del 1990, che aprirono la via al Trattato di Maastricht), in conformità con il principio che il potere di bilancio appartiene ai Parlamenti.
22. La nuova regolamentazione costituzionale dei poteri di bilancio dell’UE deve essere approvata da una Convenzione europea provvista di poteri costituenti, nella quale emergerà il ruolo trainante degli Stati membri dell’Eurozona (che si presentano come l’ambito nel quale si può materializzare un nucleo federale, dotato di un proprio bilancio). Una volta che si sia riaperto il cantiere della costruzione costituzionale, sarà possibile mettere all’ordine del giorno altre due riforme. In primo luogo, le traversie della ratifica del Trattato di Lisbona impongono che si semplifichi senza ritardo la procedura di revisione dei Trattati, passando dalla regola dell’unanimità a quella della maggioranza qualificata. È da ribadire che l’eliminazione del diritto di veto e la generalizzazione del voto a maggioranza qualificata rappresentano un obiettivo fondamentale della trasformazione in senso federale dell’UE. Inoltre, l’esigenza che l’UE sia messa in condizione di parlare con una sola voce nel mondo impone una decisione sui poteri e sulle competenze relative all’unificazione della politica estera e di sicurezza. Il Trattato di Lisbona ha introdotto un nuovo istituto – la cooperazione strutturata permanente – che permetterebbe di procedere subito all’unificazione delle forze armate di un gruppo di Stati membri con il vantaggio di non richiedere un numero minimo di aderenti per assumere impegni più vincolanti in questo settore. Tre strumenti militari sono necessari nell’immediato per consentire all’UE di svolgere il suo ruolo di pace: una forza di intervento rapido per operazioni di pace sotto l’egida dell’ONU, un satellite di radionavigazione (Galileo), un’agenzia europea della difesa per ridurre e rendere più efficace la spesa militare.
23. I negoziati per l’adesione della Turchia rappresentano una straordinaria occasione per mostrare al mondo che la cultura e le istituzioni dell’Occidente sono compatibili con l’Islam. La Turchia è un paese che da quasi un secolo ha compiuto la scelta della laicità dello Stato, introducendo per la prima volta in un paese di fede islamica il principio della separazione tra religione e politica. Inoltre, essa occupa una posizione di avanguardia nel mondo islamico per quanto riguarda l’affermazione – che per il momento resta incompleta – dei principi dello Stato di diritto e della democrazia rappresentativa. Come l’integrazione dell’Europa centro-orientale è stata la risposta al crollo dei regimi comunisti, così l’integrazione di un grande paese musulmano nell’Unione europea rappresenta la risposta a coloro che non solo nel mondo islamico, ma anche in Occidente, puntano sullo scontro delle civiltà. I negoziati con la Turchia impongono in modo ormai indilazionabile la formazione di un gruppo di avanguardia di Stati che si muova verso una forma più stretta di unione senza aspettare tutti gli altri. Il voto a maggioranza, in primo luogo nelle decisioni relative alla revisione costituzionale, permetterà al convoglio dell’Unione di liberarsi dalla necessità di procedere alla velocità del vagone più lento. Naturalmente il nucleo duro dell’Unione dovrà restare aperto all’adesione di quegli Stati (compresa la Turchia) che vorranno farne parte.
24. I Trattati hanno costruito il rapporto tra Parlamento europeo e Commissione secondo i principi della democrazia parlamentare. Dopo le elezioni, il Parlamento europeo conferisce la fiducia alla Commissione e gliela può revocare. Tuttavia, la democrazia europea è un edificio incompiuto. I cittadini hanno il potere di eleggere i loro rappresentanti nel Parlamento europeo, ma non di scegliere il governo dell’Unione. Questo potere è nelle mani dei Capi di Stato e di governo (il Consiglio europeo). Per fare in modo che i cittadini possano scegliere chi li governa a livello europeo, è necessario che i partiti propongano agli elettori i loro candidati alla Presidenza della Commissione. Alle elezioni del 2009, solo il PPE ha proposto il suo candidato. In mancanza di candidature competitive, i cittadini non hanno avuto un reale potere di scelta. Questa vicenda ha confermato che i governi hanno ancora la supremazia sulla Commissione e sul Parlamento europeo. Se alle elezioni del 2014 il PSE, eventualmente alleandosi con l’ALDE e con i Verdi, esprimerà un proprio candidato alla Presidenza della Commissione, i cittadini europei avranno conquistato un nuovo diritto: quello di eleggere direttamente il capo del governo europeo. E quest’ultimo, grazie alla saldatura del circuito di fiducia tra cittadini, Parlamento e Commissione, potrà diventare indipendente dal Consiglio europeo.
25. Per quanto riguarda la crisi politica in Italia, questa è il riflesso nazionale della crisi della globalizzazione senza governo e dell’ideologia del fondamentalismo del mercato, di cui Berlusconi è stato interprete. L’arretramento dello Stato a favore del mercato e degli interessi privati, la riduzione della spesa pubblica, lo smantellamento dello Stato sociale, l’euroscetticismo, che hanno caratterizzato il ciclo politico berlusconiano non hanno più spazio nel contesto della crisi globale, soprattutto se si considera che l’Italia è tra i paesi che, a causa del suo debito crescente, tra i più alti del mondo, è nel mirino della speculazione internazionale. C’è inoltre un aspetto specifico che connota il sistema di potere berlusconiano: il monopolio dell’informazione da parte di un’azienda di proprietà del Presidente del Consiglio, che distorce gravemente il funzionamento delle istituzioni democratiche. Per fare fronte all’emergenza economica, contrastare la deriva autoritaria e riportare l’Italia a essere protagonista del processo di unificazione europea, occorre dare vita a un governo di larghe convergenze tra tutti i settori dell’arco costituzionale.
Tags: Crisi Europa, Europa, Federalismo Europeo, Medio Oriente, pace, Unione Europea
Cari amici,
si è svolto l’appuntamento di mar 11 gennaio alle ore 18 presso la nostra sede in Piazza della libertà 13, dove, tra l’altro, si terrà l’Assemblea pre congressuale del MFE Roma in vista del Congresso nazionale di Gorizia. Per preparare al meglio la discussione congressuale sul sito riporteremo la prima bozza delle tesi congressuali fatta circolare dal Presidente e Segretario nazionale.
Con l’occasione discuteremo anche delle proposte da presentare al confronto MFE-Politica che si terrà a Pescara il 29 e 30 Gennaio. Per le informazioni logistiche potete contattare damiana.guarascio#tiscali.it , per ovvie ragioni solo su richiesta, a mfe@mfe.it o chiamando in sede, vi verrrà comunicato il numero diretto di cellulare
Per facilitare un approfondimento del dibattito, nell’ultimo direttivo si è deciso di non procedere all’elezione dei nostri delegati al congresso in questa occasione, riservandosi di farlo in una seconda assemblea nel mese di febbraio.
Infine ricordo che l’unica modalità con la quale ci si potrà mettere in regola con l’iscrizione 2010, entro il 20 gennaio, è il bonifico bancario. Per i riferimenti: http://mferoma.wordpress.com/sostienici/
Intanto vi porgo i migliori auguri di buon anno nuovo e di un nuovo anno federalista!
Paolo Acunzo
Seg. MFE-Roma
Tags: Altiero Spinelli, Crisi Europa, Europa, Federalismo Europeo
di Ines Caloisi
La convenzione di giugno procede con aggiornamenti visionabili sul sito www.diritticollettivi.eu.
Il 2011 in tal senso rappresenta l’anno del rilancio di tutte le tematiche presenti nel quaderno di proposta e protesta risultato della consultazione di Giugno 2010. L’MFE infatti si propone di organizzare 4 convenzioni che toccheranno i temi della governance economica, della pace, della democrazia politica, della solidarietà, della salute, dell’ immigrazione e della cittadinanza. Verranno organizzate iniziative e seminari tematici.
Le associazioni che si occupano di questi temi sono invitate a collaborare ed a partecipare alle riunioni che pian piano verranno organizzate.
Il responsabile del progetto è Pier Virgilio Dastoli e Ines Caloisi (Mfe Roma) coordina l’iniziativa.
Coloro che sono interessati sono invitati ad iscriversi al sito e/o inviare una mail a info@diritticollettivi.eu e a ines.caloisi@fastwebnet.it e a visionare il sito www.diritticollettivi.eu dove verranno pubblicati gli aggiornamenti.
Tags: beni comuni. acqua, Cittadinanza europea, Crisi Europa, democrazia, Diritti collettivi, Europa, Federalismo Europeo, pace, partecipazione, Unione Europea, www.diritticollettivi.eu
Martedì 11 gennaio, si terrà un primo incontro in vista del prossimo Congresso nazionale del MFE (che avrà luogo a Gorizia dal 11 al 13 Marzo 2011). Iscritti e simpatizzanti sono invitati a partecipare alla discussione sull’Europa e il MFE che vogliamo e su iniziative da proporre per i prossimi due anni.
Inoltre è un utile occasione per iscriversi al MFE Roma.
L’incontro si terrà presso la sede del MFE Roma.
Per recapiti e info:
http://mferoma.wordpress.com/mfe/
http://www.facebook.com/home.php#!/event.php?eid=153506464697877
Tags: Europa, Federalismo Europeo, partecipazione
Il libro di Gianfranco Martini e Roberto di Giovan Paolo ripercorre le tappe di formazione dell’Unione Europea attraverso le esperienze professionali e di vita di Gianfranco Martini, Segretario Generale dell’AICCRE e Sindaco di Lendinara.
Un percorso di vita che si incontra con gli ideali federalisti di cui Gianfranco Martini è stato uno dei massimi esponenti dimostrandolo in molte situazioni alle quali ha preso parte nella sua storia personale e politica.
La forma è un dialogo tra Roberto Di Giovan Paolo e Gianfranco Martini e il risultato è un libro che andrebbe consigliato nelle scuole, tocca il pubblico e il privato l’esaltazione dei valori umani e di quelli fondatori dell’ Unione Europea. Lettura affascinante che al contempo fa emergere la figura di un uomo che ha creduto e combattuto per i suoi ideali rappresentando anche per il Movimento Federalista uno dei suoi massimi sostenitori e ideatori.
Ines Caloisi
Militante MFE e co-curatrice del libro
Piccoli Padri di Gianfranco Martini e Roberto Di Giovan Paolo
“Una conversazione sulla nascita dell’Unione Europea e del suo futuro”
A cura di Ines Caloisi e Piero Fabretti
Ed . Jacobelli Luglio 2010
Tags: Comunità Europea, Crisi Europa, democrazia, Europa, Federalismo Europeo, Unione Europea